“Alla ricerca della Valle Incantata”: il cartone animato che trattò i piccoli come adulti
“Alcune cose le vedi con gli occhi, altre le vedi col cuore.”
“Alla ricerca della Valle Incantata“: siamo certi che non ci sia lettore che non stia sorridendo con un pizzico di nostalgia.
Impossibile non conservare un ricordo molto vivido di Piedino, Tricky, Ducky, Petrie e Spike. Eppure quest’anno i simpatici e teneri protagonisti del film compiono (solo e già) trentacinque anni.
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La triade
Era il 1988 quando un’inaspettata triade composta da Don Bluth, Steven Spielberg e George Lucas si cimentavano con un genere che avrebbe conquistato grandi e piccini.
Il progetto era ambizioso: raccontare una storia che richiamasse le atmosfere di Bambi, ma con i dinosauri.
Anzi inizialmente valutarono l’ipotesi di realizzare un film senza dialoghi sulla falsariga de “La Sagra della Primavera” di “Fantasia“, ma si resero conto che tale scelta stilistica avrebbe potuto far perdere l’appeal sulla fascia di pubblico dei più piccoli.
Proprio con questo scopo Spielberg e Lucas operarono dei tagli rendendo Alla ricerca della Valle Incantata un film di soli 69 minuti. Vittime dell’autocensura furono ben 13 minuti di scene giudicate troppo oscure ed intense, soprattutto quelle riguardanti il Denti Aguzzi. Anni dopo, Spielberg avrebbe mostrato a tutto il mondo quanto spaventoso potesse davvero essere un suo T-Rex.
Anche il finale – presente in diversi libri per bambini dell’epoca – venne modificato: inizialmente la storia avrebbe dovuto concludersi con Piedino che trova la Valle da solo, salvo poi tornare indietro per salvare i suoi amici, uccidere il mostruoso dinosauro e tornare nella Grande Valle tutti insieme.
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La trama
Piedino, un piccolo dinosauro erbivoro dei “Colli lunghi” – un sauropode- , intraprende con la mamma e i nonni un lungo e pericoloso viaggio per raggiungere la “Grande Valle“, assai ricca di vegetazione, dal momento che molti sconvolgimenti hanno mutato la natura della zona abitata finora.
Durante il cammino la mamma di Piedino, che lo ha educato amorevolmente e gli ha ripetuto più volte le istruzioni per compiere questo viaggio, muore per difendere il suo cucciolo dalle fauci di “Denti Aguzzi“, un ferocissimo dinosauro carnivoro, che voleva divorare il piccolo protagonista.
Successivamente, a causa di un terribile terremoto che lo ha separato dai nonni, il piccolo dinosauro, solo e addolorato, è costretto a trovare il coraggio di riprendere il lungo viaggio seguendo la scia delle indicazioni e del ricordo della sua mamma.
Durante il tortuoso percorso si uniscono a lui altri cuccioli rimasti soli: l’orgogliosa e determinata Triky – vera forza del gruppo -, Ducky, Spike e il piccolo pterodattilo Petrie che non riesce a volare.
I cinque dinosauri affrontano insieme molte difficoltà e litigi perché alcuni vorrebbero seguire sentieri più agevoli, mentre Piedino – fedele alle istruzioni della mamma – procede deciso nella direzione stabilita.
Dopo essere scampati di nuovo ai terribili attacchi di “Denti Aguzzi“, i cinque piccoli contemplano felici la ridente Valle Incantata dove ritrovano tutti i loro familiari che li hanno preceduti.
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La chiave del successo
Nel 1988 Alla ricerca della Valle Incantata (il cui titolo in lingua originale è The Land Before Time – La terra prima del tempo) fu un notevole successo di pubblico e stampa.
Complice prima di tutto il significativo apporto di Bluth, Spielberg e Lucas. Ma non solo.
Il gran merito di questo film fu quello di trattare il giovanissimo pubblico di riferimento (soprattutto quello dell’infanzia e pre-adolescenza) in modo adulto, con coraggio e senza paternalismi. Affrontando temi molto difficili: disastri naturali, siccità, fame, solitudine, paura e angoscia.
Per non parlare della scena considerata una delle più traumatiche e violente, troppo difficili da guardare due volte sul grande schermo: la tragica morte della mamma di Piedino. Il concetto di perdita che un giovanissimo pubblico si vede piombare addosso arriva come una realistica pugnalata da parte della vita.
Eppure riesce a mostrare, ad insegnare la costruzione di una vita sulla solida e tenera base della memoria. Altro tema fondamentale del cartone è infatti il ricordo come fonte di forza e come guida nelle scelte.
Insomma Alla ricerca della Valle Incantata non è considerabile un capolavoro solo per la stupefacente veste grafica e per la coinvolgente colonna sonora di James Horner.
Si tratta bensì di un perfetto connubio tra una grande capacità narrativa – tanto dedicata ad un pubblico di riferimento quanto affascinante per lo spettatore di qualsiasi età – e la spettacolarità dell’animazione di alto livello.
Risultato: un cartone animato – o meglio un tenero survival movie – capace di conquistare il grande pubblico diventando un’icona di autorialità.
Talmente un successo da generare un franchise multimilionario che include tredici sequel direct-to-video e una serie televisiva. Ma nessuno di questi vede la partecipazione di Bluth, Spielberg o Lucas, essenziali per la perfetta riuscita di Alla ricerca della Valle Incantata.
LA scena
Se l’effetto nostalgia non ha ancora inumidito i vostri occhi, lasciate che ci pensi uno dei vostri più reconditi traumi infantili.
Circa un minuto di pura tenerezza.