Alamogordo: l’ultimo giro di giostra dei Ropsten
I Ropsten sono tornati con un nuovo progetto: Alamogordo, anticipato dal singolo omonimo il 4 aprile.
Alamogordo come luogo dell’assurdo per la presa di coscienza
Se nell’album precedente Eerie (pubblicato nel Marzo del 2018) venivano indagati gli aspetti psicologici che conducono alla crisi esistenziale nel rapporto uomo e tecnologia, in particolar modo il distacco dalla realtà, la solitudine e la disumanizzazione, in Alamogordo l’individuo è proiettato verso l’esterno, agli strani e talvolta inquietanti avvenimenti che accadono nel mondo (in questo caso vicende accadute appunto nell’omonima cittadina del New Mexico), stimoli ambientali che dovrebbero indurre nell’individuo uno slancio di coscienza al fine di operare delle scelte che condurranno alla salvezza o a una ineluttabile autodistruzione.
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In Alamogordo vi è quindi la necessità di non essere più massa di spettatori passivi, un atto di protesta e di resistenza collettivo a favore di una coesistenza della specie umana, in equilibrio su questo mondo e con le altre specie.
Alamogordo è l’inizio dell’ultimo giro in giostra
Alamogordo è il processo di realizzazione che il divertimento potrebbe finire, un nuovo risveglio. Sebbene il messaggio possa innescare nell’immediato un sentimento di angoscia, una regressione infantile che non si vuole accettare, ciò non deve e non può essere visto nell’accezione negativa, ma piuttosto una speranza, una nuova consapevolezza su ciò che abbiamo, del suo limite e della necessità di fare un passo indietro per custodirlo, goderne e non ultimo preservarci.
L’idea è che questo ultimo giro potrebbe essere il più autentico e prezioso. Credere profondamente che quel giro rimasto, se condiviso possa regalare qualcosa in più, che esista un altro modo di vedere e di vivere le cose. Per non disgregare la nostra umanità distaccandoci sempre più dall’ambiente.
Alamogordo come distopia sonora
Le tracce presenti in Alamogordo proseguono quindi il processo di individuazione dell’essere umano in relazione al progresso continuo a cui è soggetto che, seppur comportando notevoli benefici, spesso non tiene in considerazione del lato oscuro insito nella zona d’ombra di ogni singolo uomo, con le imprevedibili conseguenze derivanti. Seguendo questo concetto i Ropsten conducono l’ascoltatore in un ambiente straniante, frenetico, ripetitivo ed emotivamente instabile offrendo pochi punti di riferimento.
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Ropsten is a cold place
Ropsten è una band italiana attiva dal 2009, che fa base a Cornuda, nella pedemontana veneta. Il loro ep d’esordio And I Fell Asleep On A Chair, Downstairs In The Corner, pubblicato inizialmente come CDR autoprodotto nel 2012, è stato successivamente ripubblicato dalla label canadese Dwyer Records.
Nel 2014 la band pubblica Fault, un ep di sette canzoni, disponibile solo in digitale e nel 2018 licenzia Eerie, il suo primo disco intero; nel frattempo continua a dividersi tra studio, lavoro e l’attività live.
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Il suono dei Ropsten, inizialmente assimilabile alla seconda scena post rock, si è evoluto negli anni. La continua ricerca li ha portati a una soluzione sonora molto personale: elementi di kraut rock, di elettronica mitteleuropea e post rock si fondono in un elegante alt rock. Gli elementi moderni e classici dell’impasto rendono perlomeno affascinante l’ascolto di Alamogordo.