Al via l’FdB Festival: l’intervista al direttore artistico Massimiliano Scarponi
Inizia oggi l’FdB Festival, il grande evento musicale di Fabrica di Roma, nel viterbese, con quattro serate di musica live e ospiti di grande eco, nazionale e internazionale.
Leggi anche: Torna l’FDB Festival: Rhapsody of Fire, Elvenking e Maleducazione Alcolica tra gli ospiti
Abbiamo avuto l’occasione di scoprirne di più in un’intervista con il direttore artistico Massimiliano Scarponi.
Qual è lo spirito dell’FdB Festival?
Siamo un gruppo di ragazzi tutti volontari. Come Pro Loco ci siamo presi occupati di una festa di paese poi diventata un festival, tra i più grandi free-entry di tutta Italia. Lavoriamo tutti a titolo gratuito, non riceviamo compenso, usando l’utile di ogni edizione come fondo per l’anno dopo. Tutti i ragazzi del paese che vivono, lavorano o studiano fuori, per i giorni del FdB Festival si liberano e tornano per far sì che l’evento possa svolgersi nel modo in cui merita.
Per cosa sta la sigla FdB?
Festa della birra: eravamo una semplice festa di paese, poi siamo riusciti ad arrivare a gruppi musicali di fama internazionale. Nel 2017 quando ho conosciuto Federico Falcone, che all’epoca scriveva per Spazio Rock, siamo riusciti a portare gli Stratovarious – una band di fama mondiale – e siamo diventati un festival. Ma non abbiamo voluto togliere il nome Fdb per rispettare le nostre origini.
Leggi anche: Concerti al Circo Massimo, la polemica continua
A proposito di band, come avviene la selezione?
Faccio io la selezione: dipende dalla disponibilità delle band e del budget. Avendo optato per il free-entry, è dura perché paghiamo le band con gli sponsor, con la vendita di birre e panini e con il lavoro di ottanta volontari che lavorano gratuitamente. Cerchiamo di offrire sempre un’offerta a 360°: non siamo né un festival metal né punk, né rock: quest’anno in via eccezionale ci saranno due serate metal, una serata punk e una serata di musica italiana di cantautorato o rap per cercare di accogliere un pubblico più ampio.
Ricordiamo la scelta di quest’anno.
Giovedì 24 avremo Mad Rollers e Maleducazione alcolica, rispettivamente punk e ska, venerdì 25 i Frozen Crown e Elvenking, due band di power metal sinfoniche italiane conosciute a livello europeo. Sabato invece abbiamo tre gruppi: Kaledon, Moonlight Haze e Rhapsody of Fire, questi ultimi vengono da un tour europeo e da un tour Stati Uniti – Canada. Domenica 27 avremo Farnese – cantautore che ha partecipato a X Factor – e Ciao Rino, un tributo a Rino Gaetano. In genere non facciamo tributi ma Rino Gaetano mette d’accordo giovani e meno giovani e la sua musica è immortale.
Come mai la scelta di rendere gli eventi gratuiti?
Teniamo a mantenere prezzi popolari sia per food & beverage sia per l’ingresso. Siamo nel centro del paese e se mettessimo un biglietto a pagamento ne risentirebbe la gente che ci supporta.
Qual è la risposta del territorio?
Abbiamo raggiunto il top nel 2017 e in media raggiungiamo dalle tre alle cinquemila presenze.
Leggi anche: Rock in Roma: svelato il primo ospite dell’edizione 2024
L’anno scorso c’è stata una nuova edizione dopo un periodo di fermo: come si è ripreso il festival? Ci sono state cambiamenti?
Abbiamo mantenuto la formula di prima del Covid e c’è stata un’importante risposta di pubblico: dopo due anni di pandemia senza concerti, la gente aveva voglia di uscire, fare serata e godersi un live. Come prima edizione dopo la pandemia è stata ottima.
Giunti alla XXIII edizione, qual è il ruolo dell’FdB nel panorama musicale italiano per i festival di questo genere?
Senza falsa modestia, siamo il festival gratuito di musica principalmente rock più importante del Centro Italia: non c’è più nessuno che faccia musica a ingresso gratuito portando band di livello internazionale. Non mi scorderò mai quando Federico Falcone, recensendoci per Spazio Rock, scrisse “Eventi più blasonati dovrebbero prendere esempio da questi ragazzi“. Queste sono parole che fanno bene al cuore.