Al Teatro Caniglia di Sulmona va in scena Hokuspokus di Familie Flöz

La Stagione di Prosa 2024/2025 del Teatro Maria Caniglia, promossa da Meta APS in partenariato con il Comune di Sulmona, chiuderà con un ultimo imperdibile appuntamento sabato 5 aprile alle ore 21.00, ospitando lo spettacolo internazionale Hokuspokus di Familie Flöz, compagnia di spicco nel teatro di figura contemporaneo europeo acclamata in tutto il mondo.
Tra le sue tournée che toccano ben 34 stati, tra cui Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Turchia, Danimarca e Cina, la straordinaria compagnia berlinese arriva in Italia, nello specifico al Teatro Maria Caniglia di Sulmona, per regalare al pubblico abruzzese un’esperienza indimenticabile, dopo aver raccolto ovazioni da parte del pubblico e della critica per ogni dove.
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Familie Flöz fa teatro servendosi di mezzi che vengono prima del linguaggio parlato, che infatti non utilizza; strumento fondamentale è la maschera, che prende vita innanzitutto nell’immaginazione dello spettatore, grazie alla maestria con cui gli interpreti riescono a caratterizzare i personaggi tanto da dare l’impressione che le maschere stesse producano espressioni, comunicando sensazioni, emozioni e sfumature. Questa compagnia, dalla rinomata capacità di mescolare maschere, danza, clownerie, acrobazia e drammaturgia, riesce a colpire l’immaginario di tutti, creando una commistione tra i vari aspetti con una poetica rara.
Hokuspokus, storia di un percorso di vita in cui per ogni spettatore è possibile immedesimarsi, prende avvio dal concetto di creazione: le tenebre sono diventate luce, il soffio divino è stato inspirato e i primi amanti si trovano nel giardino paradisiaco. Osano muovere i primi passi insieme come coppia, cercano riparo dalla natura e, grazie a Dio, trovano un appartamento a prezzi accessibili. Il destino trascina presto la giovane coppia sulle montagne russe della vita.
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Con ogni figlio, le forze centrifughe crescono e minacciano di distruggere la famiglia. In quest’ultima produzione Familie Flöz, oltre alle note figure in maschera, ci mostra anche gli attori dietro di esse: suonando musica, cantando, filmando, parlando o facendo rumori, l’ensemble crea il mondo delle maschere davanti agli occhi del pubblico.
Creatore e creazione si incontrano finché la storia non si racconta da sola. Il titolo gioca con la presunta origine della parola, una corruzione popolare del latino “Hoc est enim corpus meum” – “Questo è il mio corpo”. Oppure si tratta solo di un gioco di prestigio. Hokuspokus ci parla del teatro come di una scatola delle meraviglie che visitiamo per celebrare il gioco della menzogna e della verità.
Con la regia e le maschere di Hajo Schüler e prodotto da Familie Flöz, Theaterhaus Stuttgart e Theater Duisburg col supporto di Hauptstadtkulturfonds, questo spettacolo si sostanzia di «un teatro muto ed estremamente poetico, fatto di maschere e gesti capaci di parlare al cuore di tutti» (Il Messaggero).