Ai Musei Capitolini Goya e Caravaggio a confronto
Dal 12 gennaio al 25 febbraio i Musei Capitolini a Roma ospitano il progetto espositivo Goya e Caravaggio: verità e ribellione.
Goya e Caravaggio interpreti del loro tempo
Grazie a un accordo di scambio tra la Sovrintendenza ai Beni Culturali e il Museo del Prado di Madrid, il dipinto Il parasole di Francisco Goya illumina temporaneamente la sala Santa Petronilla dei Musei Capitolini.
L’opera, concessa in cambio del quadro Anima beata di Guido Reni (che è stata esposta al Prado in occasione della mostra Guido Reni, dal 28 marzo al 9 luglio 2023), dialoga con La Buona Ventura di Caravaggio attraverso un funzionale allestimento a cura di Federica Maria Papi.
L’obiettivo principale è quello di accostare due geniali interpreti della società e della sua evoluzione nel tempo; un’occasione unica che non solo consente di osservare le rivoluzioni stilistiche attuate dai due maestri, ma anche di riflettere sul ruolo dell’artista quale testimone oculare della Storia. Analizziamo nello specifico i due capolavori.
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Il parasole: committenza e stile
La fanciulla fasciata in un abito di foggia francese, tiene sulle ginocchia un cagnolino mentre un giovane uomo le fa ombra con il parasole. Le due figure occupano lo spazio secondo un classico impianto piramidale e lo sfondo alle loro spalle è privo di profondità.
Le tonalità delicate e ariose della composizione – vivificate da rossi, gialli e azzurri disciolti – evidenziano quella joie de vivre tipica dell’illuminato regno di Carlo III di Spagna.
Il pittore aragonese Francisco Goya esegue Il parasole tra il 3 marzo e il 12 agosto 1777, giorno nel quale lo consegna alla Real Fabrica di Santa Barbara. I committenti sottostimano l’opera e gli elargiscono un esiguo compenso. La retribuzione bassa lascia pensare che l’opera non abbia soddisfatto le aspettative, probabilmente a causa dello scarso numero di personaggi e dell’assenza di un paesaggio riconoscibile e dettagliato.
In realtà, siamo in presenza di un’opera di enorme raffinatezza cromatica. Goya, infatti, stende il colore con grande spontaneità, mettendo a frutto gli insegnamenti dell’artista italiano Corrado Giaquinto (1703 – 1766); rivoluzionario è l’utilizzo del rosso puro: l’impiego di un colore primario direttamente sulla tela, prelude infatti gli sviluppi futuri della pittura romantica e, per estensione, di quella impressionista.
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La buona ventura: committenza e stile
L’opera viene realizzata da Caravaggio presumibilmente mentre frequenta la bottega del Cavalier d’Arpino a Roma, cioè fra il 1593 e 1594; una radiografia del 1977 ha rivelato sotto lo spesso strato di pittura un dipinto del Cavaliere per la chiesa di Santa Maria in Vallicella, L’incoronazione della Vergine.
il cardinale Francesco Maria del Monte è il primo ad acquistare La buona ventura e in seguito offre a Caravaggio ospitalità e lavoro nel suo palazzo Madama.
Si tratta di una scena di vita quotidiana. Una giovane gitana, con il pretesto di leggere la mano a un ingenuo aristocratico, gli sfila abilmente un anello dal dito. Il punto focale della composizione risiede nel gioco di mani dei due ragazzi: mentre la zingara accarezza il palmo del signorotto, riesce a distrarlo e a compiere il furto. I bordi sporchi delle unghie rivelano la straordinaria attenzione dell’artista per i dettagli. Il dipinto è una tipica “scena di genere”, tuttavia può essere letto anche in chiave moralistica con riferimento alla parabola del Figliol Prodigo, ossia un ammonimento nel diffidare degli adulatori.
Pur trattandosi di un quadro risalente al “periodo chiaro” di Caravaggio, la luce assume comunque un ruolo fondamentale: sulla parete dietro le figure (caratterizzata da un ocra dorato che scalda atmosfera), la luce radente genera infatti una sferzata obliqua che anima intensamente lo sfondo.
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L’organizzazione del progetto espositivo
Goya e Caravaggio: verità e ribellione è un progetto promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura.
L’ingresso alla mostra è consentito tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30.
Per ulteriori informazioni su prenotazioni e acquisto dei biglietti, è possibile collegarsi al sito web www.museicapitolini.org .
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