Affrontare i propri demoni per riemerge più forti: Adrané presenta il nuovo singolo “Roipnol e sambuca”
Adrané, al secolo Andrea Cassetta, è un cantautore polistrumentista con all’attivo una discreta gavetta nei circuiti underground. Fra le sue esperienze spicca di certo l’apertura al concerto di Piero Pelù all’Aditorium Parco della Musica di Roma dello scorso anno, dove ha potuto mettersi in mostra di fronte a un pubblico numeroso. Ha da poco pubblicato un singolo dal titolo “Roipnol e sambuca“, brano ispirato ai problemi di dipendenza che ha avuto nel corso della sua adolescenza. Ne abbiamo parlato in questa intervista. Buona lettura.
“Roipnol e sambuca” è il titolo del tuo nuovo brano, che hai definito coincidente con la tua rinascita artistica. Puoi parlarci del singolo nello specifico e, soprattutto, cosa intendi per rinascita artistica?
Sono una persona irrequieta, musicalmente parlando, ho bisogno di cambiare, di mutare e mettermi sempre in gioco con cose nuove. La musica mi incuriosisce in ogni suo aspetto, infatti curo ogni step della creazione di un brano: dall’idea fino al prodotto finito. Mi affascina il mondo della produzione musicale e video, per questo mi occupo anche di questi aspetti nelle mie produzioni, ho diretto e prodotto il videoclip di “Roipnol e sambuca”.
Nel video ho ricreato quel senso di smarrimento e alienazione che si prova quando si è schiavi di certe sostanze, attraverso il mio corpo nudo ho voluto rappresentare la vulnerabilità di chi cade nella rete delle dipendenze mentre nella scena in cui mi raso i capelli davanti allo specchio rappresento la rinascita, il cambiamento, il guardarsi dentro, riconoscere le proprie debolezze, chiudere col passato e rinascere a nuova vita.
Sono un innamorato della musica, questo mi ha spinto ad approcciarmi a diversi strumenti musicali fin da bambino rendendomi di fatto un polistrumentista, suono la chitarra, il basso e la batteria. Ogni mio album è stato registrato interamente da me sovra incidendo tutti gli strumenti. Per rinascita artistica intendo l’inizio di un nuovo percorso musicale, con un nuovo nome, un nuovo look e soprattutto tanta voglia di sperimentare; quindi, quale data migliore se non il giorno della mia vera data di nascita per presentare al pubblico il mio nuovo io? Adrané è la rappresentazione del mio lato istrionico e sperimentale, nasce dall’esigenza di percorrere sentieri musicali non ancora battuti con i miei precedenti progetti.
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Vieni da esperienze musicali pregresse, quali sono le differenze rispetto a questo nuovo progetto?
Ho diverse personalità artistiche e questo genera confusione in chi mi segue, per questo ho pensato di fare ordine dividendo i vari progetti con diversi pseudonimi: Andrea Cassetta (mio vero nome) con il quale scrivo prevalentemente rock, anche se non sono mancati brani pop e acustici, poi c’è Dove i Pesci affogano, la mia opera più artistica e adulta. Si tratta di un progetto che unisce musica e cinema, è formato da 3 EP completati da 3 omonimi cortometraggi nei quali racconto attraverso il simbolismo, linguaggio tipico della vita onirica, la mia vita, le mie insicurezze e le mie paure. Al momento ho pubblicato solo i primi due cortometraggi della trilogia: “Capitolo 1 l’abisso” e “Capitolo 2 l’inconscio”.
Infine, è nato Adrané, nuovo pseudonimo con il quale rappresento il mio lato istrionico e sperimentale, dove la regola principale è non avere paletti stilistici o di linguaggio che possano ostacolare la mia creatività. Adrané è l’anagramma del mio nome (Andrea) francesizzato dall’accento acuto. Ho pensato che fosse interessante rivelare la mia lontana origine francese. Sembrerebbe che la mia bisnonna materna fosse francese, ma ci sono pareri discordanti sulla sua origine all’interno della mia famiglia, è una cosa che mi piacerebbe approfondire.
Avere tre progetti musicali paralleli a livello di marketing non è il massimo, si rischia di disperdere l’attenzione ed è un po’ come ricominciare ogni volta da capo, io lo chiamo il mio ennesimo “suicidio artistico”, una persona normale non lo avrebbe mai fatto, sarà a causa della mia spiccata inclinazione autodistruttiva.
Come nasce un tuo singolo? Quali sono gli elementi da cui ti lasci influenzare? Con la tua musica vuoi lanciare un messaggio ben preciso?
I miei singoli sono quasi tutti autobiografici e quelli che non lo sono affrontano tematiche che in qualche modo toccano le mie corde e mi suscitano delle forti emozioni. Generalmente i brani nascono chitarra e voce, poi sulla daw definisco il resto dell’arrangiamento e nel caso di Roipnol e sambuca ho stravolto l’idea inziale dandole una veste elettronica.
Ciò che mi spinge a scrivere è il rapporto conflittuale che il mio mondo interiore ha nei confronti della vita reale, cerco di comunicare ciò che spesso è difficile da dire a parole, cerco di tirare fuori le emozioni, di svuotarmi, di sfogarmi, per me la musica è una terapia, c’è chi va dallo psicologo e chi, come me, preferisce scrivere canzoni.
La mia missione è lasciare una traccia della mia esistenza ed ho deciso che voglio farlo attraverso la musica. L’arte e la musica sono una forma di immortalità e il poter rivivere attraverso le proprie opere, al di là del tempo e dello spazio, è una cosa che mi ha sempre affascinato. Quando non ci sarò più e qualcuno premerà play sul suo lettore mp3, in quel preciso istante, io tornerò in vita.
In questo singolo sono presenti diversi sound, ma quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
Ho ascoltato veramente di tutto fin da bambino, considera che mio padre mi ha cresciuto facendomi ascoltare i Pink Floyd, Phil Collins, e tanti altri. Da piccolo adoravo Michael Jackson e Paul McCartney, le mie influenze credo che siano anche in quegli ascolti fatti in tenera età, chiaramente in adolescenza mi sono avvicinato al rock, prima quello italiano grazie ai Litfiba e poi a quello straniero: Nirvana e The Doors che mi hanno letteralmente folgorato, sia a livello emotivo che di stile di vita.
Roipnol e sambuca è praticamente una fotografia della mia adolescenza, non è un titolo a caso, era il mix con il quale facevo colazione, mi stavo autodistruggendo, ero arrivato a pesare 48 kg, non facevo altro che bere e drogarmi. Quegli anni, ormai lontani, hanno segnato in modo indelebile la mia vita anche se ormai faccio una vita sobria da tanto tempo. Un’esperienza del genere ti lascia qualcosa dentro, è inevitabile.
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Hai in cantiere un album? Cosa possiamo anticipare ai nostri lettori?
Album no, ho cambiato modo di pensare, per Adrané preferisco uscire con dei singoli, ognuno con il suo videoclip, magari quando cominceranno ad essere sei o sette singoli penserò a raccoglierli in un album, ma al momento il programma è di uscire con altri due singoli a cui sto già lavorando.
Quali sono i tuoi programmi per l’immediato futuro?
Continuerò con la promozione di “roipnol e sambuca” cercando di far conoscere il brano a più gente possibile. Riguardo gli altri progetti a breve riprenderò la produzione di tre brani ai quali stavo lavorando un po’ di tempo fa, credo di pubblicarli entro l’estate. Sono brani ai quali tengo molto e credo siano molto validi.
Lascio a te le ultime parole per salutare i nostri lettori…
Spero che la mia esperienza, descritta nel brano “Roipnol e sambuca”, possa sensibilizzare i giovani a stare lontani dalle droghe, sono solo una perdita di tempo, tempo che non avrai mai più indietro, ti rendono schiavo e soprattutto non eliminano i tuoi problemi, ma al contrario li moltiplicano. Un saluto a tutti i lettori, restate a galla!