Addio a Paolo Giordano, talento indiscusso del fingerpicking
“Ciao Paolo. Hai suonato la chitarra slide in ‘Se è vero che ci sei’. Ora, da dove il cielo è più sereno, continuerai a percorrere la musica accarezzando la grazia. Uomo umile, di talento sincero”. Così Biago Antonacci ricorda il chitarrista pescarese Paolo Giordano, maestro indiscusso del fingerpicking, scomparso a 59 anni per complicazioni legate al Covid.
Ha suonato anche con gente del calibro di Lucio Dalla, Tuck and Patti. Proprio Dalla si trovò a definirlo uno dei maggiori chitarristi a livello europeo.
Nato a Pescara nel 1962, iniziò a suonare la chitarra a quattordici anni. Influenzato dal Blues e dal Rock Sudista, alla fine degli anni ’70, fece parte di alcune band di rilievo sulla scena musicale cittadina. La scoperta di maestri come John Fahey, Leo Kottke, Ry Cooder insieme a tanti altri, indusse Paolo a volgere il proprio interesse anche verso la chitarra acustica e le varie tecniche del fingerstyle.
“La musica di Paolo”, si legge sul sito Algameko.com, “nutrita anche da studi classici, va oltre le sue fonti di ispirazione anche se esse sono rintracciabili nelle linee melodiche e nelle immagini evocate. La sua tecnica straordinaria, che ha suscitato l’ammirazione del gotha della critica musicale internazionale, non è mai fine a se stessa, ma è messa al servizio dei sentimenti e delle emozioni”.