Addio a Luis Sepúlveda: lo scrittore cileno aveva 70 anni
Il mondo intero piange la scomparsa dello scrittore cileno Luis Sepúlveda, ricoverato dalla fine di febbraio in un ospedale di Oviedo dopo aver contratto il Covid – 19.
L’autore de «La gabbianella e il gatto» non ce l’ha fatta: nato a Ovalle nel 1949, era noto anche come attivista per i diritti civili nel suo Paese. Aveva lasciato il Cile dopo l’incarcerazione subita da parte del regime di Augusto Pinochet. Sepulveda è stato autore di oltre venti romanzi, libri di viaggio, sceneggiature e saggi.
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, il romanzo d’esordio, ripercorre i sette mesi nella foresta amazzonica in compagnia degli Indios Shuar. Un’avventura nata dopo che, negli anni Settanta, espulso dal Cile, si unì all’Unesco per studiare l’impatto della civilizzazione sulle popolazioni native. Poco dopo arrivò Il mondo alla fine del mondo, reportage della sua esperienza con Greenpace negli anni Ottanta, fra inseguimenti, lotte contro i pescatori giapponesi e incontri con le balene.
La militanza politica scelse di raccontarla solo qualche tempo dopo, in La frontiera scomparsa, dando voce a un prigioniero cileno che fugge dalle prigioni di Pinochet superando Argentina, Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia, sino a Panama e infine in Spagna. Per scoprire la sua storia d’amore, travolgente e bellissima, con la poetessa Carmen Yáñez, basta leggere La lampada di Aladino. Fra le pagine la storia di due giovani che partecipano alle lotte del movimento studentesco negli anni della dittatura di Pinochet. Una relazione raccontata anche in Un nome da torero, con protagonista un ex guerrigliero cileno.
Fra i suoi capolavori anche Diario di un killer sentimentale e Incontro d’amore in un paese di guerra.