A Messina sorgerà il MAXXI Med, museo delle arti del Mediterraneo
Pochi giorni fa la Fondazione MAXXI, il Comune di Messina e l’Università degli Studi di Messina hanno firmato un importante protocollo d’intesa incentrato sulla costruzione di un nuovo polo culturale nella nota città siciliana. Nascerà MAXXI Med, museo dedicato alla scena artistica nel Mediterraneo.
Firmato il protocollo d’intesa
Già dallo scorso febbraio circolavano voci su un nuovo progetto museale da collocare nel cuore della Sicilia e in questi giorni il Ministero della Cultura ne ha dato conferma. Tutto è pronto per avviare la costruzione di MAXXI Med, museo del Mediterraneo.
A Roma, nella sede del MAXXI (Museo nazionale delle Arti del XXI secolo), Alessandro Giuli, Presidente di Fondazione MAXXI, Federico Basile, Sindaco di Messina, e Salvatore Cuzzocrea, Rettore dell’università degli Studi di Messina, hanno ratificato un protocollo d’intesa per la realizzazione di un nuovo polo museale. Dopo l’apertura nel 2021 di una seconda sede a L’Aquila, la famosa istituzione capitolina allarga i suoi orizzonti con una terza filiale a Messina. La scelta è ricaduta sulla città siciliana in quanto punto di riferimento nel Mediterraneo e oggetto – nei prossimi anni – di importanti interventi di riqualificazione urbana.
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Un museo per favorire il dialogo interculturale
Il MAXXI Med si presenta come un polo dedicato all’arte contemporanea che si sviluppa nel Mediterraneo, al fine di conoscere e approfondire il patrimonio identitario comune dei Paesi che vi si affacciano, creando occasioni di confronto e scambio. Sarà inoltre un centro di ricerca e di formazione per i ruoli professionali nel settore della cultura. L’idea di fondo è – come annuncia un comunicato diffuso dal MAXXI – costituire «Un museo “ponte” in grado di facilitare il dialogo interculturale tra Europa, Maghreb e Medio Oriente attraverso il linguaggio universale dell’arte».
Il protocollo prevede, tra le attività preliminari, la realizzazione di uno studio di fattibilità riguardante il recupero e gli adeguamenti funzionali degli edifici che ospiteranno il MAXXI Med e un’eventuale collaborazione con istituti internazionali. A tal proposito, Il ministro Gennaro Sangiuliano sta prendendo in considerazione una partnership con il Centre Pompidou di Parigi.
Le sedi del museo
Il nuovo polo museale si svilupperà tra due sedi: l’ottocentesca Villa Pace, edificio di proprietà dell’Università degli Studi di Messina, e il complesso di archeologia industriale delle Torri Morandi, situato nel quartiere di Torre Faro.
Già sede del museo storico della Farmacia del Mediterraneo, Villa Pace sorge in una suggestiva area panoramica e costituisce uno dei beni storici più importanti della città. Il primo nucleo, simbolo della tradizione delle dimore di villeggiatura extra moenia, risale al 1853; l’aspetto attuale tuttavia è riconducibile al 1915, risultato di un’accurata ricostruzione a seguito del sisma del 1908. La villa è circondata da un vasto giardino con pregiate essenze vegetali mediterranee e per le sue caratteristiche potrebbe rivelarsi la sede più adatta ad ospitare residenze d’artista, corsi di alta formazione e centri di ricerca.
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Interventi di manutenzione e riqualificazione urbana
Le Torri Morandi sono state costruite nel biennio 1954-1955 dall’ingegnere e strutturista Riccardo Morandi. Realizzate in cemento armato precompresso, costituivano la parte terminale dell’elettrodotto che univa la Sicilia e la Calabria, consentendo così il passaggio dell’energia elettrica dall’isola al continente. Dismesse nel 1994 e in seguito adibite a provvisorio parcheggio all’aperto, le torri riceveranno un adeguato trattamento di manutenzione e consolidamento e accoglieranno le poliedriche espressioni artistiche dell’area del Mediterraneo.
In occasione della ratifica del progetto, Salvo Puccio direttore generale del Comune di Messina, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Le Torri Morandi, dismesse da circa 20 anni, attraverso un significativo intervento di rigenerazione urbana, si trasformeranno nella sede ideale di Maxxi Med, per propagare oggi non energia elettrica, bensì quell’energia creativa dell’arte e dell’architettura del Mediterraneo».
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