A Capri apre il nuovo Museo archeologico: un emozionante viaggio nella storia dell’isola
Negli spazi del Quarto del Priore della Certosa di San Giacomo è stato inaugurato il nuovo Museo archeologico di Capri, dedicato all’antica e affascinante storia dell’isola.
La Certosa di San Giacomo diventa un museo
Già sede di diverse mostre e progetti di arte contemporanea, la Certosa di San Giacomo a Capri diventa Museo archeologico con il preciso obiettivo di raccontare la storia dell’isola nel momento del suo apogeo.
Ad accogliere i visitatori, non a caso, c’è l’allestimento L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio, volto a far conoscere lo splendore di Capri all’epoca dei grandi imperatori romani.
A cura di Massimo Osanna, direttore generale Musei e di Carmela Capaldi, docente dell’Università Federico II di Napoli, l’esposizione si compone di 120 opere tra reperti, sculture in marmo, affreschi, vasellame da mensa in ceramica e argento ed elementi architettonici.
Il percorso, diviso in otto sale, raccoglie i reperti rinvenuti sull’isola, finora conservati nei depositi della stessa Certosa e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli insieme a numerosi oggetti provenienti dai depositi del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del Parco archeologico di Paestum e Velia, del Parco archeologico di Ostia Antica; vi sono inoltre svariati elementi recuperati da recenti sequestri condotti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Tra questi si evidenziano tre straordinarie coppe in argento rientrate dagli Stati Uniti e un affresco proveniente dall’area vesuviana raffigurante un tempio.
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Il percorso espositivo
Il percorso espositivo si apre con la prima sala dedicata alla natura selvaggia di Capri, resa evidente in un suggestivo quadro dell’artista tedesco Karl Diefenbach; in parallelo una proiezione sulla volta richiama la natura odierna. La seconda sala rievoca la battaglia di Azio, a seguito della quale l’imperatore Augusto nel 31 a.C. fondò un nuovo sistema politico.
La terza sala ostenta lo sfarzo e l’opulenza delle residenze imperiali, esponendo oggetti di uso quotidiano e gli arredi delle residenze di Capri. La quarta sala racconta un banchetto che, in base alle fonti, Augusto offrì a Capri per rendere omaggio alla bellezza del paesaggio, alla mitezza del clima e all’atmosfera di pace, favorevole alla meditazione.
La quinta sala spiega le consuetudini della domus Augusta; inoltre una nutrita serie di ritratti consente di conoscere i membri della famiglia giulio-claudia, mentre un grande albero genealogico cerca di coglierne i complessi legami familiari. Nella sesta sala si può avere un assaggio del vivere in villa: qui il padrone di casa poteva circondarsi di opere d’arte e riproporre nelle architetture e negli arredi il lusso delle residenze orientali.
La settima sala consente di approfondire la conoscenza di Tiberio, il quale ospitò filosofi, matematici e astrologi. Uomo di rara cultura, l’imperatore collezionava quasi ossessivamente opere d’arte.
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Gli apparati multimediali
L’ottava e ultima sala rappresenta una vera sorpresa: il visitatore infatti fa il suo ingresso in una riproduzione fedele della Grotta Azzurra, prezioso scrigno naturale trasformato in età tiberiana in un suggestivo ninfeo, nel quale a pelo dell’acqua emergeva il gruppo marmoreo di Nettuno e Tritoni. Una suggestiva ambientazione avvolge il visitatore in un raffinato gioco di luci coadiuvato da un arricchente commento sonoro.
Proprio nel valore dell’accessibilità nell’iter espositivo si trovano numerosi supporti multimediali, tra i quali uno schermo touchscreen che, partendo da un modello tridimensionale dell’isola, consente l’esplorazione virtuale delle dodici ville imperiali, citate dalle fonti antiche. L’intero allestimento è pensato per mettere in risalto il mare, simbolo per eccellenza di Capri e che pertanto è visibile da ogni sala del percorso espositivo come fosse anch’esso un’opera d’arte facente parte del museo.
il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, parla con entusiasmo del nuovo polo culturale: «L’isola aspettava e meritava questo museo che, a buon diritto, si inserisce nel Sistema museale nazionale e che è stato reso possibile dalla fattiva collaborazione, oltre che di tutte le istituzioni ministeriali coinvolte, anche delle amministrazioni di Capri e Anacapri. Oltre ai reperti rinvenuti nel territorio isolano, si restituiscono alla pubblica fruizione anche altri oggetti, utili a completare il racconto museale, fino ad oggi conservati nei depositi di altri musei o provenienti da recuperi condotti dai Carabinieri: sono testimonianze storico-archeologiche di quei decenni che portarono Capri al centro dell’Impero romano».
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Cenni storici sulla Certosa
La Certosa di San Giacomo è uno dei luoghi più caratteristici dell’isola di Capri, nonché l’edificio più antico costruito nel 1371.
Nel Cinquecento le ripetute incursioni dei pirati turchi la danneggiarono fortemente. In seguito, nel 1808, espulsi i certosini, ospitò prima un ospizio e poi carcere.
Nel 1921, il sindaco di allora, Edwin Cerio, promosse la realizzazione di un orto botanico nelle aree verdi ed elesse la struttura quale sede di incontri, mostre ed esposizioni d’arte. Dal 1975 la Certosa ospita una collezione di opere del pittore tedesco Karl Diefenbach, (che abitò a Capri negli ultimi anni della sua esistenza).
In tempi recenti ha ospitato importanti esposizioni di arte contemporanea dedicate ad artisti quali Jan Fabre e Marco Bagnoli, oltre a numerose edizioni dell’esclusiva fiera “Nomad” e a molteplici appuntamenti della seguitissima rassegna di film e documentari, “Artecinema”, con la collaborazione dello Studio Trisorio.