L’intervista a Patrizia Palombi: vi parlo del mio amore per Roma e della mia passione per la letteratura
Un amore immenso per la propria città, i sogni intramontabili di una donna vulcanica che fa della cultura la sua linfa vitale. Quando ci si trova a discutere di temi molto importanti come l’inclusione, la multiculturalità, la terza età, la cultura come base per affrontare la vita in maniera sana e corretta, non basterebbero anni. Questa è stata la sensazione provata nell’intervistare Patrizia Palombi, una scrittrice poliedrica, determinata e gentile.
L’autrice romana, oltre a vantare un repertorio letterario degno di nota, da alcuni anni conduce “L’angolo della Scrittora” su Web TV 06play e “Libri in valigia” rubrica trasmessa da Radio Turismo.
Ciao Patrizia e benvenuta. Ti andrebbe di presentarti ai lettori di The Walk of Fame Magazine? A te la parola.
Ciao Chiara e grazie. Sono Patrizia Palombi, sono una scrittrice e ultimamente mi diletto anche in testi poetici. Sono nata a Roma nel 1969 e nasco come scrittrice di prosa. Muovo i miei primi passi timidamente, tant’è vero che dopo il liceo inizio a svolgere un lavoro di tipo amministrativo che ha a che fare con il diritto d’autore. Fin quando, dieci anni fa, ho deciso di iniziare ad approfondire il discorso della scrittura frequentando dei circoli letterari e dei corsi di scrittura creativa. Pian piano ho iniziato a scrivere: alcuni racconti sono stati inseriti nelle antologie.
Il mio primo testo si intitola “Sotto gli occhi di Roma”. Questo libro è diventato un cortometraggio presentato lo scorso anno e che mi vede anche tra gli attori presenti. Ho cominciato questa carriera con i romanzi e contestualmente ho alimentato la mia passione per gli eventi multi artistici; nelle mie presentazioni di libri non manca mai la musica, gli stralci teatrali e anche la danza, seppur in minima parte. Con il tempo sono diventata anche speaker radiofonica, collaboro con Radio Turismo e con la web tv 06play. Inoltre, organizzo veri e propri eventi letterari, sia nelle biblioteche di Roma e sia nel mio vintage loft.
Ci hai appena raccontato di come tu abbia intrapreso questo meraviglioso cammino letterario un pò più tardi. La mia domanda però è: da bambina, da ragazzina, hai mai pensato di voler fare la scrittrice?
Sì, continuamente. Avrei voluto esercitare anche la professione di giornalista culturale. Sono sempre stata una lettrice appassionata e uno dei modelli che avevo da bambina era Jo di Piccole Donne. Mi piaceva il suo modo di essere anticonvenzionale. Jo ha avuto il coraggio di
portare un taglio corto scardinando le categorie temporali. Una donna che non si è sposata, che ha deciso di lavorare, di essere indipendente in un’epoca in cui la donna si vedeva realizzata solo nella condizione di mamma e moglie. Io da figlia unica, adolescente negli anni ’80, ho deciso di non deludere i miei genitori intraprendendo un cammino più tradizionale. Sottolineo il fatto che ora non mi pento di nulla perché ho una famiglia meravigliosa e due figli grandi, stupendi. Quando li portavo in piscina o li aspettavo all’uscita da scuola, portavo con me sempre qualcosa per scrivere. Infatti, nelle mie pubblicazioni sono presenti anche gli scritti prodotti durante le pause sport dei miei figli. Tornando alla tua domanda: penso che il destino sia sempre dalla nostra parte e quando un qualcosa è segnato, ci troverà prima o poi.
Sono d’accordo con te. Alla luce di quanto osservato finora, hai un’opera del cuore all’interno del tuo repertorio letterario?
Beh Chiara, il primo non si scorda mai. Non parlo di amore perché credo che l’ultimo, ovvero mio marito, sia l’unico e il più bello (ride). “Sotto gli occhi di Roma” è stato il mio esordio, il mio tutto, tanto da diventare un cortometraggio. Ho amato e amo molto il personaggio di Caterina. Caterina è un tipo di donna non molto simile a me, almeno per alcuni aspetti anche perché lei fa delle scelte che io non avrei mai fatto. Mi sono commossa quando l’ho scritto poiché un parte delle sue fragilità rispecchia un pò le mie. Poi, in questo libro descrivo lo scenario romano degli anni 70-80.
Roma rappresenta un’influenza molto importante per te?
Assolutamente sì. Tralasciando la bellezza della mia città e, nonostante le enormi criticità, Roma non mi ha mai fatto sentire sola. La grande città offre stimoli sempre nuovi e poi devo dire che c’è modo di fare sane amicizie nei giusti ambienti. Roma offre molto con poca spesa; bisogna dar valore, ad esempio, alle biblioteche comunali che offrono tantissima cultura a costo zero. Così come alle associazioni culturali. Adoro tutto della Capitale, amo passeggiare sul lungo Tevere, fare foto, girare i quartieri popolari, osservare i murales. Insomma, viva Roma, viva le grandi città e viva la cultura.
Parliamo ora di un’altra tua opera dal titolo molto simpatico e che ha catturato la mia attenzione: “Racconti bislacchi e stralci di vita quotidiana”, ti va di illustrarne il contenuto?
Questo libro contiene racconti veri di gente vera. Alcuni episodi sono anche ambientati a Roma. Parlo molto al maschile, ci sono uomini di diverse età che vivono con le loro debolezze e le loro vulnerabilità. Parto dalla terza età perché delle volte le persone più âgées vengono in qualche modo non considerate. Nunzio, uno di protagonisti, all’età di 70 anni viene lasciato dalla moglie e viene mandato dal figlio in una struttura molto piacevole. La storia inizia in un paesino d’Abruzzo con questo gruppo di amici residenti in questa casa accogliente. Si formano delle situazioni grottesche, simpatiche, grazie anche all’amicizia tra Nunzio e il novantenne Amilcare. Il nipote di Nunzio lo trasporta in un mondo tutto nuovo, quello dei social e soprattutto di Facebook. Un universo che lo appassiona sempre di più fino a trovare l’amore.
Con questo libro cerco di esporre e far riflettere sul concetto della terza età. Gli anziani di oggi sono persone attivissime e molto curate. Però vorrei che ricordassimo che gli altri siamo noi. È un privilegio vivere l’anzianità in buona salute e in serenità.
Ora una domanda di chiusura dal sapore curioso: hai qualche sogno nel cassetto? Chissà, un nuovo libro in arrivo?
Senza dubbio ho un altro libro nel cassetto, al femminile. Parto da Roma ma mi espando in quello che è il paradigma della multiculturalità, un argomento che mi sta molto a cuore e che ho inserito anche all’interno di “Racconti bislacchi e stralci di vita quotidiana”. Con me collaborano anche ragazze di origini sudamericane, ho amiche moldave, russe… insomma, tengo molto a trattare il tema dell’inclusione. Inoltre, mi piacerebbe lavorare ad un nuovo cortometraggio ma, ciò che amerei realizzare più di tutto, è portare sul palco un musical. Una meravigliosa condivisione di arte con amici artisti di più nazionalità in un bel teatro. Un sogno che spero di vedere concretizzato. La bellezza del teatro non ha eguali, si respira empatia e condivisione. Sono sicura che a piccoli passi si raggiungano grandi traguardi.
E io te lo auguro di vero cuore…