Una statua sul molo di Viareggio dedicata ad Ettore, il gatto amico dei pescatori: la storia
Viareggio. Se dovesse capitarvi di fare una passeggiata sul molo della città toscana non potrete non notare una statua dedicata ad un amico a quattro zampe molto particolare. Il suo nome era Ettore e la sua storia, lunga quasi 20 anni, ha emozionato migliaia di persone, tanto da dedicargli un monumento.
Era il 2015 e il gattino tigrato fu abbandonato insieme ai suoi cinque fratellini sulla spiaggia di Viareggio. Presto una signora se ne prese cura, ma poco dopo il trovatello rimase solo sul molo. Il gatto divenne così la mascotte di tutti i pescatori che ogni giorno lo riempivano, non solo di cibo, ma anche di affetto e carezze. Il suo nome, Ettore, arrivò grazie ad un signore, Alfredo Serni che quotidianamente si prendeva cura del gattino, portandogli del cibo anche quando i pescatori non uscivano in mare: che fosse estate o inverno, il signore andava lì sul molo e lo cercava per farlo mangiare.
Leggi anche: Félicette, la gatta astronauta che tornò sana e salva dallo Spazio
Fu inevitabile: divennero grandi amici.
Passò il tempo ed Ettore si faceva sempre più adulto, tra le voci e gli odori del mare e l’amore della gente. Dopo 19 anni, però, fu proprio il suo amico Alfredo a trovarlo in fin di vita, standogli accanto fino al suo ultimo respiro.
Il dolore fu tanto, non solo per il signore Alfredo, ma per tutta la cittadinanza che rivedeva nel gatto Ettore una mascotte della città, cui voler bene e dedicare del tempo. Proprio per questo, su impulso della figlia di Alfredo, Paola, si realizzò una piccola raccolta fondi che permise la costruzione di una statua in bronzo proprio sul molo di Viareggio, per rendere omaggio a quell’amico a quattro zampe che aveva tenuto compagnia a pescatori, bambini e passanti. Arrivò persino uno sponsor attraverso il quale si riuscì anche a finanziare una fornitura permanente di cibo per il Gattile della città.
Da qui nacque l’associazione “Amici di Ettore” con la finalità di aiutare i gatti meno fortunati, attraverso eventi e raccolte fondi.
Ettore divenne così un simbolo della città, il cui ricordo, grazie alla statua e all’azione di brave persone, resterà per sempre nella memoria non solo di chi l’ha conosciuto, ma anche di coloro che si troveranno a passare per il molo e sorrideranno di fronte a due occhioni felini curiosi e gentili.
Leggi anche: L’intervista: Eugenio Finardi, una carriera senza compromessi. “Gli anni ’80 il mio periodo buio”