80’s Dark Rome: l’Urbe ombrosa e sotterranea degli anni Ottanta del secolo scorso negli scatti di Dino Ignani
Da oggi al 10 novembre, al Museo di Roma in Trastevere, vietato lasciarsi sfuggire 80’s Dark Rome, una mostra in cui Dino Ignani, attraverso duecento fotografie provenienti dal suo archivio personale, ha immortalato l’Urbe ombrosa e sotterranea degli anni Ottanta del secolo scorso.
Il nucleo centrale del progetto espositivo è costituito dal ciclo di ritratti, denominato Dark Portraits, che l’autore ha dedicato ai giovani che animavano la vita notturna dell’epoca e, in particolare, i luoghi e gli eventi legati alla scena dark, una cultura di strada non riconducibile a un’unica tendenza musicale ma identificata soprattutto dal proprio look, in cui il colore nero assumeva un’inedita valenza simbolica.
È proprio agli inizi del decennio che il termine look entra nel nostro linguaggio per indicare qualcosa che va ben al di là del modo di vestire: l’attitudine a vivere l’aspetto esteriore come un progetto vero e proprio, in cui, oltre all’abbigliamento, entrano in gioco gli accessori, l’acconciatura (taglio e colore), il make-up. Ignani segue e documenta questo fenomeno puntando sul classico ritratto in posa. Nei videobar, nelle storiche e nuove discoteche della capitale ma anche in locali di altro genere, invita i presenti a farsi ritrarre approntando un set ad hoc, come fosse in studio.
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Nella mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura e a cura di Matteo Di Castro, sono esposti anche altri lavori realizzati negli anni ’80 dal fotografo, in vario modo riconducibili al suo sguardo su una Roma notturna, in ombra, periferica e camaleontica. Dopo le prime visioni sul paesaggio urbano contemporaneo, egli individua proprio nel ritratto il linguaggio con cui registrare le frequenze più profonde della città.
Nell’estate del 1979, sulla spiaggia di Castelporziano si tiene il Festival internazionale dei poeti. Ignani lo segue solo da spettatore, ma poco dopo inizia a fotografare poetesse e poeti che vivono a Roma, come Dario Bellezza, Patrizia Cavalli, Amelia Rosselli, Valentino Zeichen.
Volti e corpi di donne e uomini di poesia, si affiancano dunque a quelli di ragazze e ragazzi che cercano a loro volta forme di espressione non convenzionali. Tra loro c’è anche Porpora Marcasciano, riconosciuta oggi come figura storica del movimento LGBTQ, attivista, scrittrice. Porpora è ancora una studentessa universitaria, giovane pittrice, quando Ignani sceglie lei come prima modella di un progetto, poi interrotto, sulla comunità trans romana. Tra i protagonisti della mostra anche la musicista e cantante statunitense di origine greca Diamanda Galás, ritratta nel gennaio 1985 in occasione di un suo concerto romano al Teatro Spazio Zero.
Nel gennaio del 1985 i Dark Portraits sono esposti per la prima volta in uno spazio pubblico, a Palazzo Braschi, e tre mesi dopo compaiono sul mensile Rockstar, ad accompagnare un articolo di Roberto D’Agostino intitolato “Gente di notte”. Lo stesso D’Agostino scriverà poi un testo critico sul lavoro del fotografo.
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In occasione della mostra sarà pubblicato il libro Dark Rome 1982-1985, edito da Viaindustriae, a cura di Matteo Di Castro, con testi di Daniela Amenta, Diego Mormorio, Emanuele De Donno e un’intervista a Dino Ignani.