La flying V di Randy Rhoads continua a infiammare i cuori di milioni di fans
“Non ho rimpianti, tranne quello di non essere stato lì, quel giorno, per impedire a Randy di salire su quel dannato aereo”
Ozzy Osbourne, cantante dei Black Sabbath e icona dell’heavy metal, non si è mai dato pace per la morte del chitarrista con il quale ha condiviso la prima parte della propria carriera solista, quella che ha portato alla creazione di due perle dell’hard rock a stelle e strisce: “Blizzard of Ozz” (1980) e “Diary Of A Madmand” (1981). Un musicista, un compagno di squadra ma, soprattutto, un amico. Ecco cosa era Randy Rhoads per il Madman.
Randall “Randy” Rhoads nacque il 6 dicembre del 1956 a Santa Monica, Comune tra i più affascinanti e prestigiosi della contea di Los Angeles, dove le cristalline spiagge incantate fanno da sfondo ai sogni dei giovani californiani, e non solo. Un luogo paradisiaco, culla di ambizioni e speranze più o meno prestigiose o folli. Surfisti e beach music negli anni ’40/’60, rock psichedelico negli anni ’70 e hard rock selvaggio e sfrenato negli ’80, con Guns n’Roses e Motley Crue a dettare legge sul Sunset Boulevard.
In questo clima, un giovane Randy, musicista in erba fin dall’età di sei anni, si appassionò ben presto alla vita on the road, quella fatta di ore piccole la notte e di interminabili party in compagnia di amici, donne e vizi. Le strade di Los Angeles come fonte d’ispirazione e culla di ambizioni personali proiettate oltre la Città degli Angeli, con uno sguardo sul manico della sei corde e uno rivolto al resto del mondo, da conquistare, da far cadere ai propri piedi, da infuocare con show elettrizzanti e dinamici oltre modo. Randy, aveva le idee chiare fin da subito, per questo decise di studiare lo strumento in maniera sistematica e meticolosa.
Iniziò così a entrare nel circuito delle band locali. Aveva appena 12 anni quando fondò il suo primo gruppo, i The Whore che però durarono dal giorno alla notte. Successivamente girovagò in cerca di alternative fino all’incontro con Kelly Garni, amico e bassista, con il quale diede vita ai Little Woman. La formazione si arricchì di un giovanissimo Kevin DuBrow, cantante, e Drew Forsyth, batterista. Qualche mese dopo aver completato la line up, i ragazzi cambiarono nome in Quiet Riot. Con loro incise Quiet Riot” (1978) e “Quiet Riot II” (1979) e da quel momento la carriera di Rhoads spicca il volo.
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La band ebbe un discreto successo, aprendo anche i concerti di band come Van Halen e altre del circuito locale, più o meno apprezzate, soprattutto all’epoca. Con il passare delle settimane la perizia tecnica e la conoscenza dello strumento aumentano a dismisura. La volontà di ritagliarsi un sound personale e riconoscibile spinse Randy a studiare anche altri generi musicali (come il jazz) che contribuirono a sviluppargli uno stile inconfondibile. A 18 anni era già considerato un talento mondiale, capace, a sua volta, di influenzare anche altri musicisti. E’ destinato a farsi strada, scrivere canzoni memorabili. Lo sa, lo vuole e lavora per raggiungere questo obiettivo.
Il salto di qualità avvenne quando agli inizi degli ’80 Ozzy Osbourne, uscito dai Black Sabbath, lo ingaggiò nella sua band dopo avergli fatto un provino. Secondo la leggenda, il provino neanche terminò che il Madman, stupito dalla bravura del giovane chitarrista e determinato ad avere in line up quel talento, lo arruolò senza colpo ferire. Il sodalizio era ufficialmente nato. A settembre del 1980 esce uno tra gli album più celebrati di Ozzy, “Blizzard Of Ozz“, registrato ai Ridge Fam Surrey Studios, da cui vengono estratti due singoli di successo: “Mr Crowley” e, soprattutto, “Crazy Train“. Non passa giorno che qualcuno, in giro per il globo, qualche metalkids non l’ascolti con entusiasmo contagioso. Due hit, in special modo l’ultima, che consacrano Rhoads come un talento straordinario, ben oltre le capacità che egli stesso aveva espresso fino a quel momento.
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Se Randy era concentratissimo in studio, ben diretto ad affermarsi per diventare il migliore in assoluto, lo stesso non poteva dirsi di Ozzy, perennemente attaccato a una bottiglia di scotch, anche durante le sessioni di registrazioni. “Ricordo quanto ci divertimmo a scrivere e registrare Crazy Train. Riascoltarlo è come tornare a un bel momento della mia carriera, ma nello stesso tempo a un momento davvero orribile della mia vita“, disse Ozzy qualche anno fa.
” Randy è stato il più grande chitarrista hard rock di tutti i tempi ” – Tom Morello
A distanza di un anno il successo venne replicato da “Diary Of A Madman“. Ormai non servivano conferme sulla qualità del chitarrista californiano ma tutti si aspettavano sempre di più da lui. Era acclamato, bello, talentuoso, influente. Aveva 25 anni e il mondo ai suoi piedi. Fan e colleghi lo adoravano, umanamente e musicalmente, era una dinamite sempre pronta ad accendersi e a creare riff straordinari. Nessuno, però, immaginava che tutto ciò stava per concludersi definitivamente.
Era il 18 marzo del 1982, durante il tour di “Diary…” la band fece tappa al Civic Coliseum di Knoxville in Tennesse. Ozzy e soci si diressero a Orlando, in Florida, per il Saturday’s Rock Super Bowl, festival che nella bill prevedeva artisti come Bryan Adams e Ufo. Sulla strada, però, si scelse di transitare per Leesburg (in Florida), dove abitava Andrew C. Aycock, autista del tourbus, al fine di prendere delle parti di ricambio per il mezzo e, con l’occasione, dare un passaggio all’ex moglie di Andrew.
In loco c’era un hangar con un piccolo aereo. Il pilota del tourbus, che aveva anche una licenza per guidare i mezzi volanti, decise, intorno le nove di mattina, di fare un giro con Rachel Youngblood e Randy Rhoads. Qualcosa però andò storto. Giocando, stupidamente, a far spaventare chi dormiva nelle case e nel tourbus, Ozzy compreso, l’aereo volò radente terra fino a che l’ala sinistra colpì proprio il bus, perse il controllo e si schiantò contro una casa colonica lì presente. Il velivolo esplose, i passeggeri morirono sul colpo. Una recente inchiesta ha rivelato che il pilota dell’aereo avesse assunto cocaina e che la licenza di volo in suo possesso era scaduta. Non poteva volare.
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