12 luglio 1992, la polizia arresta Axl Rose. L’accusa: incitazione alla rivolta
Quando si discute di Axl Rose, leader, mente, cuore, anima e guai dei Guns N’Roses, possiamo scrivere tutto e il contrario di tutto. Croce e delizia della band, carismatico come pochi altri frontman nella storia del rock ma anche spietato dittatore musicale, artistico e manageriale capace di spaccare l’alchimia della band per alimentare il proprio ego. Se così non fosse, non sarebbe Axl Rose. E a noi va benissimo così. Di episodi che lo hanno visto coinvolto ne potremmo elencare a centinaia, ma il caso vuole che proprio oggi ricorra l’anniversario di uno tra i più controversi.
Il 12 luglio del 1992 Rose veniva arrestato al JFK Airport di New York. Rientrava da Parigi dopo l’ultimo concerto suonato in occasione del tour con i Guns N’Roses. Al suo fianco vi era l’allora fidanzata Stefanie Seymour con il figlio e una governante. All’atto di accusa di legge: “Incitazione alla rivolta“. Di seguito lo storico articolo de La Repubblica:
“Il motivo dell’ arresto è legato agli incidenti avvenuti il 2 luglio 1991 durante un concerto dei Guns a St. Louis, al Riverport Amphitheatre, quando il cantante saltò in mezzo al pubblico per prendere a pugni un fotografo, scatenando una violenta rissa nella quale quaranta fans e venti poliziotti rimasero contusi e feriti. Non contenti i componenti della formazione interruppero il concerto e distrussero buona parte della strumentazione del palco. Il gruppo, dopo questi incidenti, a causa del mandato di cattura emesso dallo stato del Missouri, aveva dovuto cancellare diversi concerti. Rose, che aveva previsto di consegnarsi martedì alla polizia di St. Louis, è stato rimesso in libertà, dopo una breve udienza, pagando una cauzione di 100mila dollari, oltre cento milioni di lire. L’ udienza del processo è stata fissata per il 17 luglio. La questione, secondo i legali di Rose si dovrebbe risolvere rapidamente, anche se i danni sono stati stimati tra i 200 e i 300mila dollari”.
Axl si difese affermando che la sua volontà era quella di strappare la videocamera dalla mano del fotografo. Si disse infastidito dall’essere costantemente ripreso, tanto che in più occasioni sollecitò la sicurezza dell’anfiteatro Riverport (anche se, da parte di questi, interventi non ve ne furono). Il concerto finì nel momento il cui in cantante si gettò tra la folla dando il via al parapiglia. Lo stato del Missouri, come detto, emise subito il mandato d’arresto per Rose. Cosa che avvenne. Ma con un anno di ritardo. Prima di gettarsi sul malcapitato, i Guns N’Roses stavano eseguendo “Rocket Queen”. Dopo la colluttazione, una volta risalito sul palco, riprese il microfono e urlò: “Grazie alla sicurezza sfigata me ne vado a casa” e lo sbatté a terra.