La storia di Jack O’Lantern raccontata da Francesca Lucidi
“In un tempo lontano, ma vicino per screzi con il Creatore, il Diavolo era un passante e una compagnia nota”
Francesca Lucidi
E’ con queste parole che si apre Jack O’Lantern. La vera storia dei Digrignanti lumi di Halloween, racconto della scrittrice abruzzese Francesca Lucidi.
Lo scritto trae ispirazione da una storia tutta tanto singolare quanto affascinante, quella di Jack o’Lantern, fabbro irlandese con il vizio di alzare un po’ troppo il gomito. Un racconto che si tramanda di generazione in generazione, capace di trascendere i confini dell’isola per affascinare i quattro angoli del globo. Halloween, infatti, festa o ricorrenza che sia – ognuno può apostrofarla come meglio crede – nel corso degli ultimi decenni ha attecchito praticamente ovunque.
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Tra le tante leggende che costellano il 31 ottobre e le ore immediatamente precedenti o successivo a esso, questa è una delle più famose.
Jack, ubriacone, taccagno e scontroso, la notte di Halloween si reca al solito pub. Qui incontra il Diavolo. Ma lui, nonostante nelle vene abbia più alcol che sangue, riesce in qualche modo a imbrogliarlo. Gli fa credere che avrebbe venduto la sua anima in cambio di una birra. L’ultima della serata. Il Diavolo si trasformò in una monetina da sei pence per pagare l’oste e l’irlandese fu abbastanza veloce da riuscire ad intascarla.
Jack, in tasca, aveva con sé anche una croce d’argento. Elemento determinante, perché il Diavolo, vicino a essa, non riuscì più a tornare nella sua forma originaria. Tra i due intercorse un nuovo patto: se il fabbro lo avesse lasciato andare, il Diavolo non avrebbe potuto reclamare la sua anima per almeno dieci anni. Questi, se pur con disprezzo, accettò. Ma non finì qui, perché quando dopo una decade i due si incontrarono, Jack riuscì nuovamente a scappare da esso, facendogli promettere che non lo avrebbe più cercato. Anche in questo caso il Diavolo accettò.
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Quando Jack morì non venne accettato in Paradiso, dovendo così andare a bussare alle porte dell’Inferno. Il Diavolo ebbe la sua vendetta e lo respinse. Da quel momento, in attesa del Giorno del Giudizio, vagò con il tizzone che il Diavolo gli tirò usandolo come lumino, simbolo fatale delle anime dannate e perdute. Quel lumino assunse la forma di rapa, ma con l’immigrazione della comunità irlandese negli States, e con il conseguente trasferirsi di usi, costumi e leggende, queste vennero sostituite delle zucche. Da qui, Jack O’Lantern e il suo legame con Halloween.
“E’ una fiaba horror con evidenti elementi humor in grado di dare quelle suggestioni che ricercavo” – Francesca Lucidi
L’equilibrio tra i due aspetti è ben marcato nelle settanta pagine che compongono il lavoro della scrittrice abruzzese, appassionata di tematiche misteriose e leggende occulte. Ma anche di rock’n’roll, come le piace sottolineare. Bene, piace anche a noi, ci sentiamo di aggiungere.
La leggenda di Jack O’Lantern è raccontata in una veste inedita, con nuovi caratteri e nuove malevole presenze. Jack e il Principe della Menzogna: partite a carte e bevute di whiskey intratterranno i personaggi che si troveranno scaraventati in un susseguirsi di eventi dai risvolti assai inquietanti ma anche ironici, appunti.
“Jack parla alle coscienze, ai desideri, alle bramosie. Il diavolo è il ribaltamento del bene, è male per antonomasia e nascita. Jack è un uomo e, in quanto tale, sceglie consapevolmente di perpetrare azioni poco cristiane attirando a se il principe, il guardiano e il padrone dei peccatori senza redenzione. Jack è una catarsi umoristica e orrorifica che vive nel mondo e conosce l’avarizia e l’arrivismo”, mi spiegò Francesca in una nostra vecchia intervista per il quotidiano Marsicalive.
Quando ci ritrovammo a parlare del libro, di fronte a un thé pomeridiano (neanche fossimo inglesi, vero?) mi definì questo racconto come una “storia di Halloween raccontata attraverso l’occhio della cinepresa“. Il mio consiglio, va da sé, è quello di dare un’opportunità a questo lavoro. Ben scritto, interessante, suggestivo. Si legge tutto d’un fiato ed è davvero ben pensato. L’umiltà con cui Francesca me lo presentò fu la più grande testimonianza di come la passione possa veicolare l’interesse a spingersi oltre e a cimentarsi in opere e progetti. Jack O’Lantern. La vera storia dei Digrignanti lumi di Halloween è un racconto che gli appassionati del genere, ma non solo loro, non possono mancare di avere.
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Ma perché proprio Jack O’Lantern tra le tante storie, miti, leggende, di Halloween? “Ho preso la leggenda di Jack, breve e lacunosa, e ho inserito personaggi nuovi e situazioni inedite. Il tutto è abile a intrattenere, sì, ma tanti simboli sono ben piantati tra le pagine e le nebbie”, spiega Lucidi.
“Cercavo qualcosa da leggere davanti al camino… che mi facesse sentire il mistero e anche i significati che sempre hanno circondato questo periodo dell’anno. La lotta con il male è un tema vecchio come il tempo, ed ecco che ho pensato alla leggenda di Jack. Ho cercato qualcosa da leggere che contenesse tutto ciò che ti ho citato: nulla, non ho trovato nulla. Allora ho scritto qualcosa che lo stessa avrei voluto leggere. Adoro i racconti, le leggende e le riflessioni che possono schizzar fuori dell’umorismo e dal folklore”.