Il grido di allarme dell’ATIP: “Metteteci in condizione di proseguire l’attività teatrale”
L’ Associazione Teatri Italiani Privati fa sentire la propria voce con una lettera rivolta al Premier Giuseppe Conte, al ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, in vista dell’emanazione nei prossimi giorni di un nuovo DPCM che limiterebbe nuovamente la capienza dei locali di pubblico spettacolo fissandola indistintamente a 200, non consentendo quindi alle Regioni di derogare tale limite in relazione all’andamento della curva epidemiologica e alla reale capienza delle sale.
L’ATIP, l’Associazione Teatri Italiani Privati, nata lo scorso maggio ( che vede come nucleo fondatore 18 grandi Teatri Privati sparsi lungo tutta la Penisola che – da soli – sviluppano 28.632 posti a sedere; 2300 giornate di spettacolo dal vivo in una stagione; 2.5 milioni di biglietti venduti; 55 milioni di euro di incasso; 5,5 milioni di IVA sui biglietti) interviene per esortare le istituzioni ad attuare una valutazione mirata al settore teatrale privato che prendesse in considerazione la assoluta capacità dei gestori di applicare ogni regola esistente affinché sia garantita l’incolumità dello spettatore.
Il testo della lettera:
“E’ notizia di questi giorni che starebbe per essere emanato un nuovo DPCM che limiterebbe nuovamente la capienza dei locali di pubblico spettacolo fissandola indistintamente a 200, non consentendo alle Regioni di derogare tale limite in relazione all’andamento della curva epidemiologica e alla reale capienza delle sale.
Non occorre sottolineare ulteriormente quanto il settore dello Spettacolo dal vivo Privato, composto prevalentemente da Aziende che con grande fatica portano avanti le proprie attività teatrali e culturali assumendosi ogni onere economico, sia ad un bivio epocale: resistere o sparire.
Pur nella piena consapevolezza che oggi la priorità del Paese sia quella sanitaria, e riconoscendo come imprescindibile ogni azione di prudenza e prevenzione volta a tutelare il bene e la salute dei cittadini, gradiremmo che si attuasse una valutazione mirata al settore teatrale privato che prendesse in considerazione la assoluta capacità dei gestori di applicare ogni regola esistente affinché sia garantita l’incolumità dello spettatore”.
“Chi gestisce una sala di spettacolo conosce bene i protocolli – continua Massimo Romeo Piparo, presidente ATIP – e – da sempre- attua ogni azione prevista dalle già rigide norme di sicurezza, a partire dalle distanze, gli spazi, l’igiene, la cura dell’aria e in generale la salvaguardia della salute del pubblico. Certamente non si sottrarrebbe proprio in questa circostanza all’applicazione di ogni regola che faccia evitare contagi o la diffusione incontrollata del virus.
Riteniamo sbagliato non tenere conto della reale capienza delle sale e della loro conseguente possibilità di essere convertite mantenendo alta la guardia della prevenzione, garantendo il dovuto distanziamento anche ad un numero maggiore di persone.
Tornare al taglio orizzontale delle capienze al fatidico numero di 200 per ogni tipo di locale sarebbe il colpo di grazia per chi sta in questo momento faticosamente cercando di rialzare la testa e rimettere in moto questo settore dell’economia.
Il risultato sarebbe dirompente dal punto di vista economico e produttivo e creerebbe un numero smisurato di licenziamenti oltre la chiusura di tante Aziende private.
Il Teatro Privato – come a Voi noto- non gode di copertura finanziaria da parte di Enti e Amministrazioni pubbliche o Istituzioni/mecenate: se non fa quadrare i conti, porta i libri in tribunale. Con 200 spettatori per i Teatri la cui capienza arriva a diverse centinaia o supera abbondantemente il migliaio, non potrebbe esistere copertura dei costi.
I Teatri non hanno nulla da invidiare ad aerei, treni, ristoranti, centri sportivi, in tema di sicurezza e applicazione dei protocolli. E’ giunto il momento di mettere bene a fuoco la disparità di trattamento che si sta creando tra vari settori dell’economia, tutti comunque degni di adeguata attenzione.
Sarebbe auspicabile attuare immediatamente tutta una serie di interventi che l’ATIP ha racchiuso in un manifesto programmatico operativo e propositivo consegnato personalmente al Ministro Franceschini in occasione del proficuo incontro dello scorso 17 Settembre.
L’ATIP tuttavia non si vuole arrendere a questo scenario e rinnova quindi la propria totale disponibilità a collaborare con le Istituzioni e con il Comitato Tecnico Scientifico affinché si possa “insieme” individuare una strada percorribile che riesca ad ottemperare tanto alla prevenzione quanto alla sopravvivenza delle attività di Spettacolo dal Vivo.
Le Aziende che aderiscono ad ATIP sono una risorsa per il Paese e chiedono solo di poter essere messe in condizione di proseguire la propria attività contribuendo, nei modi e nei limiti imposti dall’attuale emergenza sanitaria, allo sviluppo dell’economia culturale e al presidio sociale del territorio.
Restiamo fiduciosi in attesa di un gradito riscontro considerando che i tempi sono davvero strettissimi e che alcune attività di programmazione sono già state avviate (e tante altre sono pronte a partire impostate seguendo gli ultimi decreti emessi) e che un gran numero di spettatori ha già sottoscritto abbonamenti per la nuova stagione riponendo grande fiducia nella capacità dei gestori dei Teatri di garantire la loro sicurezza”.