Onore Clandestino torna in scena, in una versione rivisitata e attualizzata in “modalità Covid”
Torna all’Aquila, in una versione in parte rivisitata,”Onore Clandestino”, spettacolo di e con Massimo Sconci, sul palco insieme a José de la Paz. Appuntamento giovedì 3 settembre al Parco della Luna di Casematte (ore 19.30), nell’area che una volta ospitava l’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio.
Lo spettacolo è stato ufficialmente selezionato per le edizioni 2019 del Festival Indivenire e del Roma Fringe Festival, ed è finalista presso il concorso Mal di Palco 2020 a Torino. A causa delle restrizioni e degli accadimenti dovuti all’emergenza Covid-19, l’intero testo e tutta la messa in scena sono stati modificati e attualizzati con il sottotitolo “Fase Covid”, per evidenziare meglio lo spartiacque che separa il prima e il dopo dall’inizio dell’ormai ben nota pandemia.
Il protagonista di tutta la vicenda è Ulisse, un venditore di rose clandestino che si ritrova in un Paese dal profumo di fiori, ma che ha perduto il buon odore della serenità.Per tutti gli Italiani è “Nessuno”, e nel suo continuo viaggio per il ritorno a casa si confronta con Gino, venditore di pesce marcio, Ahmir, barbone di origine araba ghiotto di hummus, e una donna che non appare mai, segregata in una casa popolare, che i personaggi dello spettacolo chiamano “babba”.
Onore Clandestino vuole essere uno spunto di riflessione sulla condizione di disagio sociale in cui oggi si trova la nostra epoca. La messa in scena è ridotta all’essenziale, con personaggi che ci raccontano le storie di cittadini e persone ancora capaci di osservare e di guardarsi attorno.
Una vicenda che è quella di tanti altri individui invisibili, personaggi ironici e amari, in una condizione umana che non cede e continua a resistere.
“L’intero spettacolo”, si legge nelle note di regia, “è un percorso indipendente che ci auguriamo vada a confluire nella finalità di un nuovo modo di vivere e raccontare l’immigrazione, con l’intento di ricostruire una memoria collettiva attorno alla quale recuperare il concetto e la forza di una comunità, in un Paese che – senza falsa retorica – sembra stia perdendo ogni giorno di più la propria umanità. Riusciremo, prima o poi, a portar via Ulisse da questa micidiale guerra. E non saranno la paura né l’orrore a riportarlo a Itaca. Sarà una qualche, diversa, bellezza, più accecante della sua, e infinitamente più mite”.
“…Come briganti ai bordi della strada, che balzano fuori armati e strappano l’assenso all’ozioso viandante…” (Walter Benjamin)