Recensione. The Last of Us (2×1): le ferite non si rimarginano

L’attesa, per il ritorno sul grande schermo di The Last of Us, era tanta. Come tante erano, e sono, le aspettative su uno dei prodotti televisivi seriali più convincenti degli ultimi anni, capace di generare un seguito di attenzione e interesse globale come pochi altri nel suo genere. Questo lunedì, 14 aprile, il countdown si è finalmente concluso. La seconda stagione della serie tv ha debuttato in Italia in contemporanea con gli Stati Uniti, in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming su NOW. I nuovi episodi, in continuità con gli eventi narrati nella prima stagione, traggono spunto alla seconda parte del videogioco creato da Neil Druckmann per Naughty Dog e sono stati nuovamente adattati per la tv con Craig Mazin, già autore della pluripremiata e pluricelebrata Chernobyl.
Si riparte dal Wyoming, dalla neve, dal freddo e dalla sopravvivenza dietro le barricate in legno della cittadina di Jackson. La scelta di Joel (Pedro Pascal), nel finale della scorsa stagione, di uccidere il gruppo delle Luci pur di salvare Ellie (Bella Ramsey) da una sperimentazione genetica in un ospedale di Salt Lake City ha prodotto i suoi effetti controversi anche a distanza di cinque anni da quell’evento. Joel vive nella bugia e nell’impossibilità di raccontare alla ragazza la verità, lei che, dal canto suo, manifesta risentimento e freddezza nei confronti di colui che è diventato una sorta di figura paterna.
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Entrambi si sono rifugiati nella cittadina, al cui interno vi è un’ampia comunità autosufficiente governata da Tommy (Gabriel Luna), fratello di Joel, e da sua moglie Maria (Rutina Wesley). Le regole per la sopravvivenza sono ferree e la città tenta di ricostruire un ordine in un mondo ormai allo sbando, anche accogliendo i sopravvissuti che incontrano al di fuori del loro territorio. Ma Ellie, ora diciannovenne, fatica ad adattarsi. Conosciamo nuovi personaggi: Abby (Kaitlyn Dever), che spalleggia Ellie anche in azioni pericolose e rischiose, Jesse (Young Mazino), aspirante leader della comunità, Dina (Isabela Merced), amica e possibile interesse amoroso di Ellie, e Gail (Catherine O’Hara), l’unica terapista rimasta a Jackson, tanto saggia quanto sopra le righe. È proprio con lei che Joel affronta le sue insicurezze, nel tentativo di recuperare il rapporto incrinato con Ellie.
Al tempo stesso, non mancano le insidie nella nuova cittadina e, proprio durante questo primo episodio, accadono fatti che non lasciano presagire niente di nuovo. E qui, per evitare spoiler, ci fermiamo. Un primo episodio dalle atmosfere cupe e introspettive, dove il rumore degli zoccoli dei cavalli riempie i tanti silenzi che si alternano a scene più dinamiche. Vi sono le ombre, le macchie di sangue sulla neve, il montaggio e lo smontaggio di armi da fuoco e fasi della vita quotidiana che richiamano a un’apparente normalità. C’è più coralità ma anche maggiore tensione, ed è un equilibrio che scorre via in maniera perfetta, esemplare nel suo bilanciamento. La regia di Craig Mazin, che firma anche la sceneggiatura del primo episodio, lavora sui dettagli, sul non detto, sugli sguardi. Le parole contano, ma sono i silenzi a scavare più a fondo. E, con essi, cresce e si percepisce l’inquietudine, il senso d’instabilità e l’incertezza che affondano le radici in una vita che di normale non ha più granché.
Se la prima stagione aveva seguito abbastanza fedelmente la trama del videogioco originale, convincendo anche gran parte dei fan più accaniti, questa seconda prende alcune libertà, per lo primo dopo aver preso visione del primo episodio. A partire dalla cronologia degli eventi raccontati: l’episodio si svolge il giorno prima degli eventi narrati in The Last of Us – Part II, rivelando informazioni che nel gioco emergevano solo più avanti. Scopriamo di Abby e della sua sua missione personale, ma anche di Joel e dei suoi tormenti interiori, che lo portano addirittura a iniziare una terapia. Dina e Ellie, intanto, pattugliano insieme le aree esterne, in una sequenza che richiama direttamente il gameplay. L’episodio si chiude con la scena del ballo di capodanno, già nota ai videogiocatori, ma qui mostrata per la prima volta: un bacio, una lite, e la frattura definitiva tra Ellie e Joel.
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Il debutto della nuova stagione ha, fino ad ora, riscosso pareri tutto sommato unanimi. Introduce volti nuovi, approfondisce dinamiche psicologiche e non rinuncia all’estetica post-apocalittica che ha fatto la fortuna della serie. La tensione è costruita con misura, la fotografia rimane uno degli elementi più forti e le interpretazioni sono solide. Pedro Pascal e Bella Ramsey riconfermano la loro intesa sullo schermo, mentre Dever regala ad Abby una forza e una complessità che promettono scintille. Non sarà una stagione facile: la struttura narrativa è meno lineare rispetto al passato, e le emozioni in gioco sono più tormentate. Ma le basi per un nuovo successo ci sono tutte.