Madame Tussauds in fiamme: il rogo che affascinò Londra

Esattamente cento anni fa un evento sconvolgeva il cuore dell’Europa rivelando una morbosa curiosità per un’attrazione a dir poco particolare: l’incendio che distrusse il Museo delle Cere di Madame Tussauds.
Negli archivi digitali del The Guardian è possibile leggere il report del giorno successivo – il 19 marzo 1925 – in cui si descrive il drastico incendio che, nel giro di poche ore, trasformò una delle più grandi attrazioni dell’epoca in una fornace in fiamme.
Oltre alla descrizione del pronto intervento dei soccorritori – alcuni dei quali in completo elegante perché accorsi direttamente da una serata a teatro -, colpisce il racconto della reazione del pubblico. Secondo The Guardian, infatti, circa 10.000 persone si sono radunate nella zona antistante il Museo, attratte da quella che alcuni hanno definito “uno spettacolo”. La scena, infatti, non ha tardato a rivelare il suo lato macabro: un testimone oculare racconta di forti fiamme rosse e dorate che balzavano fino a 15 metri di altezza dal tetto, mentre le statue di cera, simbolo di morte e celebrità, sfrigolavano e si scioglievano in un abbraccio con la fiamma, emettendo
suoni inquietanti simili a quelli di corpi che si decompongono
La vista dell’incendio ha suscitato una sorta di morbosa curiosità nelle persone accorse sul posto, che, in un’atmosfera di horror surreale, osservavano con un misto di fascino e disgusto l’imponente distruzione.
Ma, nonostante la grave perdita di patrimonio artistico di epoca napoleonica, a suscitare una sorta di ilarità è il fatto che molti pompieri subirono ferite gravi nel tentativo di salvare le statue, rischiando la vita per recuperare quei corpi di cera che sembravano esseri vivi e intrappolati nelle fiamme. Trasportati dalle mani dei vigili del fuoco come se fossero esseri umani, questi calchi in cera quasi sciolta raffiguravano figure famose o criminali, accomunate da un ironico destino: essere consumati dal fuoco, come se stessero pagando il prezzo della loro “immortalità” congelata nel tempo.
Secondo le testimonianze di questo inquietante spettacolo, mentre l’odore del fumo misto alla cera bruciata si diffondeva nell’aria ricordando un rituale di distruzione, i passanti chiedevano a gran voce ai soccorritori notizie sui “salvataggi” più inusuali: Charlie Peace, Crippen e gli altri criminali della “Camera degli Orrori“. Le statue che avevano attratto folle di curiosi, raccontando storie di gloria e miseria superando i limiti di spazio e tempo, erano ora anch’esse (di nuovo) parte di una storia di morte e distruzione.
Madame Tussaud: una leggenda di cera e Orrori
La storia di Madame Tussaud (il nome del Museo omonimo ha assimilato la s del genitivo sassone, ndr), una delle figure più iconiche nel mondo della scultura, affonda le radici in un passato macabro e inquietante. Gran parte delle informazioni che abbiamo su di lei provengono dalle sue memorie, scritte quando aveva quasi novant’anni, ma diverse fonti attestano che in questo racconto, ricco di dettagli tanto affascinanti quanto spaventosi, molte verità si intrecciano con leggende difficili da verificare. Secondo il suo amico Francis Hervé – curatore della pubblicazione delle memorie – Madame Tussaud, che curava meticolosamente la sua immagine pubblica, potrebbe aver abbellito la sua storia, forse a causa dell’età avanzata che avrebbe offuscato i suoi ricordi, forse per pura vanità.
Ma cosa sappiamo su questa figura misteriosa, nota in tutto il mondo?
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Marie Grosholtz (questo il nome da nubile di Madame Tussaud) nasce nel 1761 a Strasburgo, subito dopo la morte del padre, caduto sul campo di battaglia della Guerra dei Sette Anni. Cresce a Berna, in Svizzera, dove sua madre lavora come governante per Philippe Curtius, un anatomista e scultore specializzato in figure di cera (che utilizzava per spiegare il corpo umano ai suoi studenti). Nel 1765, Curtius lascia la medicina per dedicarsi interamente alla scultura in cera e si trasferisce a Parigi, dove viene raggiunto da Marie e sua madre. Mentre le opere dell’uomo suscitano un enorme interesse al punto che la sua collezione viene trasferita al Palais Royal, Marie cresce considerandolo una figura paterna.
Appena adolescente, Marie scolpisce il suo primo busto, quello di Voltaire, seguito da altri ritratti di celebrità dell’epoca come Benjamin Franklin e Jean-Jacques Rousseau – personaggi che hanno segnato la storia della Rivoluzione Francese. Nel frattempo Philippe Curtius presenta una nuova mostra che include una vera e propria “Caverna dei Grandi Ladri”, dove si espongono busti di criminali ghigliottinati, i cui corpi vengono portati a Curtius poco dopo l’esecuzione, affinché possa realizzare il loro ritratto. Un’idea che Marie riprenderà e trasformerà nella sua famosa “Camera degli Orrori“.
La Rivoluzione: una seconda (drastica) possibilità
Quando la Rivoluzione esplode nel 1789, Marie vive alla corte di Versailles, dove apprende la scultura da Madame Élisabeth, la sorella del re. Ma quando la monarchia crolla, la sua posizione si fa pericolosa: lei e il suo mentore sono accusati di sostenere il regime monarchico e la loro situazione diventa insostenibile. Curtius capisce che deve adattare le sue sculture alla nuova realtà: i protagonisti della Rivoluzione e le figure ghigliottinate diventano le nuove “celebrità” della sua galleria di cera. Nelle memorie di Madame Tussaud si legge che venne arrestata insieme a Joséphine de Beauharnais (futura moglie di Napoleone) e che a un passo dalla ghigliottina, Marie fu liberata proprio mentre stava per essere giustiziata, quando le erano già stati rasati i capelli per l’esecuzione.
Ma, in cambio della sua vita, le viene dato un incarico macabro: scolpire le maschere funerarie delle vittime della ghigliottina. Sebbene non ci siano prove certe, la leggenda racconta che Marie scolpì le maschere del re e di Jean-Paul Marat, uno dei leader più sanguinosi della Rivoluzione. La frase del poeta Hilaire Belloc rimarrà nella memoria:
«La mano che ha scolpito Marat era una mano dell’epoca di Marat. Ha toccato la carne dell’uomo morto.»
Una nuova vita in Inghilterra
Nel settembre del 1794 Curtius muore lasciando tutto a Marie, che per un periodo collabora con Paul Philidor, un mago tedesco esperto in illusioni ottiche, che utilizzava la “lanterna magica” per proiettare immagini spettrali di fantasmi e vampiri. Philidor le propone di creare uno spettacolo insieme al Lyceum Theatre di Londra, per mescolare le loro arti in uno spettacolo accattivante: così Marie Tussaud (ora moglie dell’ingegnere François Tussaud), si trasferisce in Inghilterra nel 1802.
Dopo iniziali delusioni, Marie decide di prendere la sua strada: le sue esposizioni attirano folle affascinate dall’idea di poter ammirare da vicino i ritratti realistici di figure storiche e personaggi macabri, in un’epoca in cui le esecuzioni pubbliche sono ormai scomparse. Le sue mostre sono veri e propri eventi, ricchi di un’aria di mistero e terrore che avvolge il pubblico.
Una leggenda che supera la morte
Nel 1835 la “Camera degli Orrori” diventa un’attrazione macabra per i londinesi in cerca di emozioni forti, mentre le esecuzioni pubbliche sono ormai un ricordo del passato. Il museo delle cere ottiene una fama ancora maggiore quando la giovane Regina Vittoria accetta di essere scolpita, vestita con l’abito del suo coronamento, un ritratto straordinariamente realistico diventa la nuova star del museo.
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Marie Tussaud muore nel 1850 all’età di 88 anni, ma la sua eredità vive ancora. I suoi figli e nipoti prendono in mano la sua azienda, trasferendo la collezione in un edificio più grande nel 1884. Nonostante l’incendio del 1925 e i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale che distruggono molte delle opere originali, il museo delle cere rimane una delle attrazioni turistiche più visitate al mondo.
Un’industria del macabro ancora redditizia
Nonostante le controversie, il museo londinese continua a prosperare quasi due secoli dopo la sua fondazione e oggi il brand si è espanso in tutto il mondo, con filiali in città come New York, Amsterdam, Istambul, Hong Kong, Dubai e Sydney.
Se in passato il museo si concentrava su figure storiche e scene di esecuzioni, oggi le statue di cera raffigurano principalmente celebrità, sportivi, musicisti e politici. Tuttavia, l’essenza dell’attrazione rimane invariata: il pubblico è affascinato dall’iperrealismo delle statue e dal desiderio di avvicinarsi alle figure famose, anche solo attraverso una loro replica di cera.
La “Camera degli orrori“, un tempo il fulcro del museo, è stata ridimensionata nel corso degli anni, ma il gusto per il macabro non è mai scomparso. Il pubblico continua a essere attratto da ciò che è inquietante, morboso e straordinario.
Un impero fondato sulla menzogna?
Come abbiamo rivelato inizialmente, la leggenda di Madame Tussaud è fondata su un’autonarrazione, ricca di aneddoti fuori dall’ordinario, spesso difficilmente verificabili.
Un esempio: per anni, la scultrice ha sostenuto di aver modellato le teste di personaggi storici direttamente dai loro cadaveri, una dichiarazione che ha contribuito ad alimentare il mistero che avvolge la sua figura. Tuttavia, molti storici mettono in discussione queste affermazioni. In uno speciale, Le Figaro ha rivelato che, secondo l’antropologo Denis Vidal nel suo libro “Humains, non-humains” (2011), è “molto improbabile” che Marie Tussaud abbia effettivamente creato calchi dalle teste appena mozzate dalla ghigliottina. Vidal suggerisce che la maggior parte delle figure di cera siano state modellate basandosi su ritratti, disegni e sculture preesistenti, e non su calchi diretti di corpi decapitati.
Un caso emblematico riguarda la maschera mortuaria attribuita a Robespierre, oggi conservata al museo Madame Tussaud’s. Nel 2013, una copia in gesso di questa maschera fu utilizzata per tentare una ricostruzione del volto del rivoluzionario. Tuttavia, Philippe Delorme, storico e intervistato dal Figaro, ha affermato che si trattava di un falso, realizzato utilizzando ritratti dell’epoca anziché un calco autentico. Anche gli storici Hervé Leuwers e Guillaume Mazeau hanno messo in dubbio le affermazioni contenute nelle memorie di Madame Tussaud, dove dichiarava di aver realizzato personalmente il calco di Robespierre.
Nonostante ciò, alcune opere di Tussaud sembrano avere una maggiore credibilità: la maschera mortuaria di Jean-Paul Marat, oggi conservata nella Biblioteca municipale di Lione, potrebbe effettivamente essere stata realizzata da Marie su commissione del pittore Jacques-Louis David, amico di Marat.
Dunque, mentre la figura di Madame Tussaud continua a suscitare fascinazione, gli storici sembrano concordare sul fatto che molte delle sue affermazioni siano state amplificate, e che il mistero che circonda i suoi calchi potrebbe essere stato creato ad arte per alimentare il mito che accompagna la sua leggenda.
Eppure, con nuove sculture di celebrità contemporanee e ben 18 sedi in tutto il mondo, la leggenda di Madame Tussaud continua a sedurre, affascinare e, soprattutto, inquietare il pubblico di tutto il mondo.