Aspettando Sanremo. Gli scandali più memorabili della storia del Festival
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Ci siamo: è iniziata quella che sui social i più giovani (che sembrano aver riscoperto il Festival grazie all’operato di Amadeus nelle scorse edizioni) definiscono la “Settimana Santa di Sanremo“.
Una settimana di musica da vivere insieme e commentare sui social e sul post di lavoro, a scuola o al supermercato. Ma c’è una cosa che gli italiani di ogni generazione amano più delle canzoni in gara: gli scandali che ogni edizione riesce a regalarci.
In ben 75 edizioni, il Festival di Sanremo ha attraversato decenni di mode, innovazioni e momenti di gloria, ma anche una lunga serie di polemiche e imprevisti che hanno contribuito a renderlo iconico. Alcuni episodi sono stati così eclatanti da lasciare un segno indelebile nella storia della kermesse, trasformandosi in racconti che, anno dopo anno, rimbalzano tra nostalgici e nuovi spettatori.
Perché, diciamocelo, Sanremo non sarebbe Sanremo senza un po’ di caos. Abbiamo provato a redigere un resoconto dei principali episodi più clamorosi, in ordine cronologico.
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Quando le polemiche diventano leggenda
La lite tra Johnny Dorelli e Domenico Modugno (1958)
Il Festival del 1958 è ricordato per un episodio tutt’altro che elegante: Johnny Dorelli e Domenico Modugno, in gara con “Nel blu dipinto di blu”, arrivano alle mani dietro le quinte. Sembra che il “Mimmo” nazionale abbia preso a pugni il collega Johnny Dorelli per convincerlo a salire sul palco e non lasciarlo da solo all’ultimo momento. Effettivamente la coppia vinse quel Sanremo con un brano che sarebbe diventato un inno dell’italianità.
Celentano canta di spalle (1961)
Nel 1961, Adriano Celentano partecipa al Festival durante il servizio militare, con una dispensa speciale dal ministro della difesa, Giulio Andreotti. Porta sul palco “24.000 baci” e sconvolge tutti pubblico e critica con una semplice azione: per buona parte dell’esibizione canta voltando le spalle al pubblico. Il gesto viene interpretato come una sfida alle convenzioni del Festival, suscitando critiche e polemiche. E dire che, nonostante tutto, la canzone arriva seconda!
Bobby Solo tra trucco e playback (1964)
Nel 1964, Bobby Solo, idolo delle ragazze degli anni Sessanta, stupisce il pubblico presentandosi con il mascara nero. Il brano si chiama “Una lacrima sul viso” ma per l’epoca un uomo che canta (per di più all’Ariston) con gli occhi truccati crea fin troppo scalpore. Ma a peggiorare la situazione sarà un altro tipo di “trucco”: a causa di una forte afonia, Bobby Solo si esibisce in playback, con un microfono spento. La sua performance solleva un polverone, ma la canzone diventa un successo mondiale.
Svenimento in diretta (1966)
Sull’episodio della 15esima edizione di Sanremo la stampa è divisa in due. Il fatto: la valletta Carla Maria Puccini si accascia durante la finale di Sanremo e Mike Bongiorno ignora la situazione e contrariato fa addirittura spostare l’inquadratura delle telecamere.
Un espediente televisivo usato per catturare qualche minuto di fama su cui l’amato gentiluomo Mike non era d’accordo o una mancanza di sensibilità da parte del conduttore che fece del “The Show Must Go On” una sua caratteristica?
Il dramma di Luigi Tenco (1967)
Mike Bongiorno diede prova della sua freddezza proprio in occasione dell’episodio più tragico della storia di Sanremo e della musica italiana. Era il 1967, quando Luigi Tenco cantava “Ciao amore ciao” in coppia con Dalida, ma venendo eliminato dalla competizione. Nella notte tra il 26 e il 27 gennaio il grande cantautore venne trovato morto nella sua camera d’albergo, con un biglietto che accusava un sistema corrotto. Dal 1974 il festival lo celebra ogni anno con il Premio Tenco, autorevole riconoscimento musicale per la musica d’autore, ma a distanza di decenni troppi misteri restano ancora svelati.
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Rino Gaetano sdogana il “sesso” (1978)
Nel 1978, Rino Gaetano scandalizza il pubblico con “Gianna“, che per la prima volta nella storia del Festival pronuncia la parola “sesso“. Un tabù infranto con ironia, mentre il pubblico e la critica si dividono tra sconcerto e divertimento.
Benigni deride il Papa (1980)
Durante il Festival di Sanremo 1980, di cui era presentatore, Benigni chiamò Giovanni Paolo II con l’appellativo «Wojtilaccio» attirando critiche da ogni parte. Successivamente raccontò di essere stato processato in Vaticano “per vilipendio di un capo di stato straniero” e venne condannato a pagare “una multa da un milione“.
Vasco Rossi e il microfono (1983)
Lo sanno tutti: all’Ariston Vasco Rossi è arrivato ultimo o penultimo prima di conquistare la vetta delle classifiche. Ma qui parliamo di un altro tipo di scandalo: quando nel 1983 Vasco si esibisce con “Vita spericolata“, ma al termine della performance compie un gesto di sfida: lascia il microfono e se ne va, senza salutare. Abbandona il palco prima della fine della canzone, rivelando l’uso del playback. Una dichiarazione di ribellione contro le regole sanremesi che diventerà iconica.
Freddie Mercury e il playback (1984)
Il gesto di Vasco Rossi è passato in secondo piano rispetto al gesto plateale di un ospite di altissimo livello (senza nulla togliere al nostro Blasco). A Sanremo 1984, i Queen arrivo all’Ariston per presentare “Radio Ga Ga“, ma quando Freddie Mercury scopre di dover esibirsi in playback, indispettito, apre comunque il microfono e canta dal vivo, in barba alle regole. Un gesto che diventa leggenda.
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Il pancione finto di Loredana Bertè (1986)
I look di Loredana Bertè sono sempre stati eccentrici e sinonimo della sua libertà. Ma quando si presentò a Sanremo con un pancione finto in un miniabito in pelle nera con tanto di zip lungo la schiena, trasformò la sua esibizione di “Re” in una provocazione artistica. Molti anni dopo la Bertè (all’epoca accompagnata da due ballerine con lo stesso pancione finto) spiegherà sui social: “Volevo dimostrare che una donna quando è incinta non è malata ma è ancora più forte“. Ma il pubblico rimase spiazzato e la critica parlerà di dissacrazione del concetto di maternità, di oscena incompatibilità fra il pancione e la minigonna.
La spallina di Patsy Kensit (1987)
Nel 1987 un’appena adolescente Patsy Kensit presenta “Will You Remember” con il suo gruppo Eighth Wonder. Indossa un abito monospalla ma evidentemente qualcosa durante l’esibizione sembra non funzionare: l’abito si apre su un lato rendendo la scollatura troppo larga e scomoda. Mentre la giovane cantante tenta di tenere il braccio fermo per bloccare la parte che potrebbe allargarsi troppo e scendere, la spallina dall’altra parte cede continuamente, mentre Patsy tenta di recuperarla ogni volta. Certo, se Pippo Baudo le avesse portato una giacca piuttosto che sottolineare l’inefficacia della spallina e ipotizzare una trovata per la popolarità, forse l’imbarazzo sarebbe stato minore.
Il tentato suicidio (forse finto) di Pino Pagano (1995)
Quasi trent’anni dopo la grave tragedia di Tenco, a Sanremo avviene un fatto che, secondo i più scettici, mancava proprio di buon gusto. Pino Pagano, con il maglioncino più noto degli ultimi 50 anni, tenta un clamoroso gesto di protesta: minaccia di lanciarsi dalla balaustra, prima che Pippo Baudo vada personalmente ad abbracciarlo e aiutarlo a ripensarci, promettendo di aiutarlo. Il Festival si trasforma in un caso mediatico, tra chi crede nella sua disperazione e chi sospetta un’astuta trovata pubblicitaria, alimentata dalla promessa dei venti milioni di lire di cui racconterà lo stesso Pagano.
Il tanga di Anna Oxa (1999)
Dieci anni dopo lo “shock” della spallina, sarà invece Anna Oxa a rompere dichiaratamente un tabù, presentandosi con pantaloni di piume e cristalli a vita tanto bassa da lasciar ben vedere la parte alta del suo tanga. Il pubblico e la stampa impazzirono, eppure siamo così lontani dagli scandali attuali, ben più irriverenti e discussi.
Placebo vs. Sanremo (2001)
Nel 2001 i Placebo sconvolsero un pubblico non pronto alla strafottente e androgina irriverenza della band. Alla fine di un’esibizione priva di entusiasmo, il frontman Brian Molko risveglia il pubblico in eurovisione distruggendo la sua chitarra contro un amplificatore, reagendo con rabbia a chi lo insultava dalla sala, prima di salutare il pubblico ligure, italiano ed europeo con un sfottente inchino da toreador.
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La comunità Lgbt contro Povia (2009)
Al Festival 2009 Povia presenta la canzone “Luca era gay“, che parla di un omosessuale che diventa eterosessuale, e di un’evidente terapia di conversione. La comunità Lgbt insorge considerando il brano offensivo e discriminatorio e Povia si difende esibendo cartelloni vari durante la sua esibizione sul palco. Interviene persino la politica: viene presentata un’interrogazione parlamentare per una presunta violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Alla fine Povia arriva secondo e conquista pure il premio Mogol come miglior testo dell’anno.
L’orchestra si ribella (2010)
Un atto di protesta mai visto prima sul palco dell’Ariston: protagonista di questo scandalo è stata per la prima volta l’orchestra sanremese. La vittoria di Emanuele Filiberto, Pupo e Luca Canonici con “Italia amore mio” scatena l’ira dell’orchestra, che inizia ad appallottolare e lanciare gli spartiti in segno di protesta addosso ad una imbarazzata Antonella Clerici (conduttrice di quell’edizione).
La farfallina di Belen (2012)
Sono passati oltre dieci anni da quando la famosa farfallina di Belen Rodriguez mando in visibilio il pubblico italiano: mentre cammina sul palco lo spacco vertiginoso del suo celeberrimo abito rosa e azzurro si apre e fa intravedere il tatuaggio sopra l’inguine. L’incidente scatena un’infinità di commenti sui social e sui giornali, non tanto per la posizione del tatuaggio ma per l’assenza dell’intimo che avrebbe lasciato poco spazio all’immaginazione. Belen indossava delle strapless panties, ma lo scandalo è ormai storia.
“Dov’è Bugo?” (2020)
Iniziamo con gli scandali ben freschi nella nostra memoria. Sono passati già cinque anni da quando Morgan e Bugo si presentavano in gara con “Sincero“, ma la loro esibizione si è trasformata in un caso mediatico. Morgan, infuriato, cambia il testo della canzone per insultare Bugo al punto che la nuova versione diventa più memorabile del testo originale (lo sappiamo che state canticchiando “le brutte intenzioni, la maleducazione..“). Bugo reagisce lasciando il palco e soprattutto lasciando Amadeus in evidente stato di confusione. La scena diventa virale e la coppia viene squalificata.
Il battesimo di Achille Lauro (2022)
Ah, sulla simbologia nelle provocazioni di Achille Lauro potremmo scrivere un intero saggio. Tra spogliazione di San Francesco e lacrime di sangue, tra aspettative, performance (perché oggettivamente di questo si tratta) e strategie di comunicazione messe in atto da Lauro, di certo il gesto che ha fatto gridare più allo scandalo è stato l’auto-battesimo sul palco dell’Ariston: nel 2022, circondato da un coro gospel e ricoperto solo dai suoi tatuaggi e pantaloni in pelle nera, Achille Lauro si inginocchia davanti a milioni di spettatori e si battezza per celebrare la sua rinascita e “omaggiare sua madre” nel giorno del suo compleanno.
Blanco distrugge il palco (2023)
Di gesti insensati l’Ariston ne ha visti molti, eppure l’atteggiamento di Blanco nel 2023 ha sconvolto non poco: il giovane cantante, frustrato da problemi tecnici durante la sua esibizione, perde le staffe e improvvisamente inizia a distruggere la scenografia, calpestando e calciando le rose sul palco. Il pubblico si chiede se faccia parte di una gag preparata, ma poi lo fischia mentre Gianni Morandi pulisce con una scopa: la scena diventa immediatamente virale, accendendo nuove polemiche sui social.
Angelo Duro si spoglia (2023)
La sua irriverente performance a fine serata nel Sanremo 2023 è stato un trampolino di lancio: oggi la fastidiosa e schietta comicità di Angelo Duro è in vetta alle classifiche del botteghino italiano. Prima delle sue dissacranti trovate pubblicitarie, il comico aveva scandagliato il pubblico perbene abbassandosi i pantaloni e sollevando la maglietta, per mostrare a Sanremo un nuovo modo di trasgredire: non avere tatuaggi.
Il Ballo del Qua Qua (2024)
“Abbiamo fatto una delle gag più terrificanti della storia della televisione italiana“: le parole di Fiorello basterebbero da sole a commentare uno dei più grandi flop del Festival, che seppur troppo fresco nella memoria, merita di buon diritto di essere annoverato in questa carrellata di scandali. Un cachet a dir poco scandaloso per una gag segretamente preparata: Amadeus e Fiorello accolgono John Travolta circondati da un corpo di ballo con costumi da papera, per insegnare alla star di Grease, Saturday Night Fever e Pulp Fiction il Ballo del Qua Qua. Ma il divo ha rifiutato di indossare il cappello arancione, lanciandolo a terra, e i social si sono scatenati.
Aspettando il prossimo scandalo
Tra liti, fughe, scioperi e fiori calpestati, Sanremo continua a dimostrare che il vero spettacolo non è solo nella gara, ma anche nelle sue polemiche. E con una nuova edizione alle porte, tra ritiri per indagini giudiziari, gossip, tradimenti, dissing, rivelazioni di “falsissimo“, piedi rotti e brand sotto indagine, una domanda sorge spontanea: quale sarà il prossimo colpo di scena?