Heath Ledger e il Joker: come spingere all’estremo sé stessi e un ruolo da interpretare
“Heath Ledger era un talento raro e un’anima gentile. La sua capacità di immergersi completamente nei ruoli che interpretava era straordinaria. La sua interpretazione del Joker rimarrà indimenticabile e sarà sempre ricordata come una delle migliori performance della storia del cinema”: parole di Christian Bale, co-star di Ledger ne “Il cavaliere oscuro”, secondo capitolo della trilogia di Christopher Nolan sull’eroe di Gotham City.
Tra i due intercorreva una salda e sincera amicizia, interrotta solo dalla prematura morte di Ledger, avvenuta a New York nel primo pomeriggio del 22 gennaio 2008. A ritrovarlo, nel suo appartamento a Soho, furono la domestica e la massaggiatrice con la quale aveva appuntamento. Quest’ultima, scioccata dal trovarsi davanti al corpo esanime dell’attore, prima ancora di chiamare il 911 per chiedere i soccorsi, effettuò diverse telefonate a Mary Kate Olsen, grande amica di Ledger. I paramedici, una volta sul posto, pur tentando di rianimarlo con l’utilizzo del defibrillatore, non poterono fare altro che attestarne il decesso. Quel giorno morì uno tra gli attori più talentuosi e promettenti della sua generazione.
Il 23 gennaio il primo ministro australiano, Kevin Rudd, diramò un comunicato a nome di tutto il governo: “È tragico che l’Australia abbia perso uno dei suoi migliori attori in così giovane età. I ruoli interpretati da Ledger, così diversi e impegnativi, saranno ricordati tra le migliori performance del cinema australiano”.
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Della sua scomparsa si è detto e scritto tanto, congetture e illazioni comprese, come spesso accade nella perversa logica del sensazionalismo che si abbatte sui personaggi famosi. Anche l’attore australiano non è stato risparmiato da teorie e complotti, accuse e scandali. L’autopsia, però, mise a tacere malelingue e giornalisti in cerca di gloria con scoop inventati e infamanti, e così il 6 febbraio vennero rese note le cause del decesso: “Mr. Heath Ledger è morto per una intossicazione acuta provocata dagli effetti combinati di ssicodone, idrocodone, diazepam, temazepam, alprazolam e doxilamina“, rivelò il medico legale. Fatale, quindi, un mix di barbiturici per combattere ansia, depressione e insonnia. Tutti regolarmente prescritti. Nessun omicidio, nessuna istigazione al suicidio. Un sovraddosaggio che non l’attore non avrebbe dovuto assumere.
Nella sua brillante ma breve carriera, Heath Ledger ha dimostrato una straordinaria gamma di talenti, passando da ruoli romantici e commedie a interpretazioni complesse e drammatiche, fino ad arrivare a vestire i panni di personaggi iconici. La sua eredità nel cinema continua a vivere attraverso i suoi ruoli che restano impressi nella memoria degli spettatori di tutto il mondo. Su tutti, inutile negarlo, quello del Joker, il villain per eccellenza, di cui parleremo più avanti, e che gli è valso l’Oscar postumo come Miglior attore non protagonista, oltre a un Golden Globe come Miglior attore non protagonista.
L’attore australiano ha raggiunto il successo mondiale con la commedia romantica “10 cose che odio di te” (1999), ma ha dimostrato la sua versatilità in film di vario genere come “Il Patriota” (2000), “Il destino di un cavaliere” (2001), “Monster’s Ball” (2001) e “Casanova” (2005). Tuttavia, i suoi ruoli più memorabili includono Ennis Del Mar in “Brokeback Mountain” (2005), il cowboy tormentato che lo ha portato a una candidatura all’Oscar come Miglior attore; Skip Engblom in “Lords of Dogtown” (2005), ha interpretato il ruolo del proprietario di un negozio di articoli da surf con una performance quasi impeccabile; Robbie Clark in “I’m Not There” (2007) – un film sperimentale dove ha vestito i panni di uno dei sei alter ego di Bob Dylan .
Una carriera spezzata dalla morte improvvisa e per nulla annunciata che, oltre a lasciare di tutti milioni di fan in tutto il mondo, ha spezzato il cuore di molti dei suoi colleghi. “Heath era come un fratello per me e la sua scomparsa è una perdita enorme non solo per chi lo conosceva personalmente, ma per il mondo intero. La sua capacità di portare verità e autenticità a ogni ruolo che interpretava era unica”, affermò Anne Hathaway, mentre Gary Oldman scrisse: “Heath ha ridefinito ciò che significa essere un attore. La sua dedizione alla recitazione era incrollabile e il suo talento era innegabile. La sua assenza lascia un vuoto che difficilmente sarà colmato”. Entrambi hanno lavorato con Ledger ed entrambi hanno preso parte alla trilogia di Batman, sebbene la Hathaway solo nel terzo capitolo. E, come anticipato, è proprio nel ruolo del Joker che Heath Ledger ha – a detto di moltissimi – raggiunto il suo apice espressivo. Il successo è derivato da una combinazione di fattori che hanno contribuito a creare un’interpretazione unica e memorabile del famoso villain.
Al nemico giurato di Batman, Ledger ha portato un’intensità e una profondità senza precedenti . La sua dedizione alla parte, che ha incluso un periodo di isolamento per entrare nel personaggio, ha permesso di creare un antagonista all’eroe di Gotham City credibile e complesso. Un’interpretazione che tutto è stata fuorché di “attore non protagonista”. Infatti, il trono di Bale come protagonista ha profondamente vacillato. Ledger ha evitato di emulare o rivedere le rappresentazioni precedenti del Joker: la sua versione mescola anarchia, sadismo e un pungente senso dell’umorismo. Non solo, ha caratterizzato il personaggio con tic nervosi, una risata agghiacciante e un’inquietante calma, anche coadiuvato dalla sceneggiatura di Christopher e Jonathan Nolan che ha consentito di esplorare a fondo il lato psicologico del personaggio, fornendogli un’ampia gamma di attività e spunti per mostrarne follia. Il Joker di Ledger abbraccia completamente il caos e l’anarchia. Non è motivato da soldi o potere, ma dalla sua filosofia disturbata che il caos è l’unica verità. Il suo obiettivo è distruggere l’ordine sociale e dimostrare che chiunque può diventare corrotto e folle quando viene spinto abbastanza lontano.
Inutile, poi, sottolineare l’impatto che ha avuto sulla cultura popolare, entrato di diritto nell’iconografia pop e mainstream. Frasi come “Why so serious?” (“Perché sei così serio?”) e la sua iconica risata sono diventate parte del linguaggio comune. L’umorismo del Joker è cupo e macabro, utilizzato per sottolineare la sua follia. La sua risata distintiva, quasi dolorosa, trasmette un senso di piacere nel dolore e nella distruzione che semina attorno a lui. Per lui, il mondo è una barzelletta crudele e la sua risata è una risposta a quella verità. Una prestazione, come dicevamo, celebrata a livello mondiale, anche a distanza di tutti questi anni dalla sua morte. Ledger ha spinto all’estremo sé stesso come il suo personaggio. Un’interpretazione che gli è valsa l’eterna gloria cinematografica ma che, purtroppo, è costata un prezzo altissimo. Infatti, tanti tra colleghi, amici e medici a lui vicini, hanno attribuito gran parte del malessere dell’attore a questa prova. Difficile sentenziare su quanta verità ci sia in questo giudizio, ma l’unico che potrebbe raccontarcela non è più tra noi.