Luca Marinelli è Mussolini nella nuova serie Sky. L’attore: “Il fascismo è ancora tra noi”
Così Luca Marinelli, nell’intervista di copertina Famiglia Cristiana in edicola da oggi, presenta M-Il figlio del secolo, la serie tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, in onda su Sky Atlantic e in streaming su Now dal 10 gennaio, in cui interpreta Benito Mussolini.
“Pensavo di conoscere bene quegli anni. La lettura del libro di Antonio Scurati mi ha invece messo davanti alla mia ignoranza e mi ha fatto capire come noi italiani ancora non abbiamo davvero fatto i conti con quel periodo. E questo non riguarda solo noi perché il successo dei populismi avviene un po’ ovunque e dimostra che la memoria degli orrori del passato non è stata assimilata a dovere”.
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Il racconto dell’ascesa del Duce, anche alla luce di quanto è avvenuto a Roma con i saluti romani per ricordare la strage di Acca Larentia, va molto al di là della pura ricostruzione storica. In particolare, la scelta stilistica della serie di far rivolgere Mussolini direttamente al pubblico ha, secondo Marinelli, uno stretto legame con l’attualità: “Trovo nella nostra rottura della ‘quarta parete’ che separa attori e spettatori un forte parallelismo con quello che fanno molti politici di oggi che, al posto delle sedi istituzionali, preferiscono rivolgersi direttamente alla gente entrando nelle loro case con i social”.
Anche la scelta di un regista non italiano, l’inglese Joe Wright va in questa direzione: “Penso abbia dato la distanza giusta per affrontare la vicenda. Joe, per esempio, ha capito benissimo che in un Paese come l’Italia era fondamentale che i personaggi si esprimessero nei loro dialetti. Allo stesso tempo, attraverso questa serie non ha voluto raccontare solo una storia italiana, ma parlare di sentimenti, pulsioni e azioni che si ritrovano in tutte le latitudini del mondo. Joe ha detto una cosa molto bella: che le nazioni sono un’invenzione degli uomini, soprattutto di quelli che aspirano al potere, di quelli come Mussolini che ragionano sempre in questi termini: ‘Noi siamo più forti degli altri’. Quindi Joe preferisce parlare non di nazioni, ma di persone e io condivido in pieno”
Foto: Agenzia Dire