“I cento passi” dei Modena City Ramblers: l’inno antimafia in omaggio Peppino Impastato
Il 9 maggio 1978 è stato un giorno che ha segnato profondamente la storia del nostro Paese: mentre la cronaca nazionale seguiva l’omicidio di Aldo Moro, la mafia uccideva Peppino Impastato.
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Giuseppe (Peppino) Impastato, giovane giornalista e attivista impegnato nella lotta antimafia, organizzò il Circolo “Musica e Cultura” e fondò “Radio Aut”, una radio libera autofinanziata. Nella trasmissione Onda Pazza, denunciava senza peli sulla lingua mafiosi e corrotti del suo paese, senza farsi problemi nel fare nomi e cognomi: denunciò i delitti dei mafiosi locali – tra cui il suo stesso padre – e li sbeffeggiò con la sua satira, andando contro anche al capomafia Gaetano Badalamenti (chiamato “Tano Seduto” da Peppino), figura importante del traffico internazionale di droga.
“Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!”
Nel 1978 si candidò alle elezioni comunali con Democrazia Proletaria e organizzò un’esposizione fotografica ben documentata sulle devastazioni del territorio causate dalla mafia. Fu assassinato la notte tra l’8 e il 9 maggio, pochi giorni prima delle elezioni, alle quali risultò simbolicamente vincitore.
Il corpo dell’appena trentenne Peppino venne ritrovato a Cinisi, nel palermitano, dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della ferrovia Palermo-Trapani. Le piste che seguono le indagini, enfatizzate dalla stampa – mentre l’Italia è scossa per l’omicidio di Aldo Moro e i giornali nazionali sono pieni dell’incubo terrorismo – sono due: l’ipotesi di un attentato terroristico organizzato dallo stesso Impastato o un suicidio appariscente.
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Ci sono voluti oltre venti anni per arrivare alla verità giudiziaria: solo il 5 marzo 2001, con la condanna a 30 anni di reclusione di Vito Palazzolo, vice del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Un anno dopo toccherà anche al boss, condannato all’ergastolo, mentre i due esecutori materiali dell’assassinio erano già morti.
I cento passi
La memoria di Peppino Impastato venne omaggiata dai Modena City Ramblers con la canzone “I cento passi“, ispirata dall’omonimo film di successo diretto da Marco Tullio Giordana, di cui divenne colonna sonora.
La canzone di lotta e di protesta rientra perfettamente nell’album dei Modena City Ramblers, “Viva La Vida, Muera La Muerte!”. Con il suo ritmo trascinante che scandisce appunto i passi come una marcia, il brano è un potente inno antimafia.
Il titolo e il testo della canzone richiamano un dialogo del film in cui Peppino (interpretato da Luigi Lo Cascio) esorta suo fratello Giovanni a contare i pochi passi che separano la loro casa da quella di ‘Zu Tano’, Gaetano Badalamenti.
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Il testo
“Sei andato a scuola? Sai contare?”
“Come contare?”
“Come contare? Uno, due, tre, quattro, sai contare?”
“Sì, so contare”
“E sai camminare?”
“So camminare”
“E contare e camminare insieme lo sai fare?”
“Sì, penso di sì”
“Allora forza, conta e cammina, dai
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto”
“Ma dove stiamo andando?”
“Forza, conta e cammina
Ottantanove, novanta, novantuno, novantadue, novantatré
Novantaquattro, novantacinque, novantasei, novantasette
Novantotto, novantanove e cento, lo sai chi ci abita qui?
‘U zu’ Tano ci abita qui
Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi”
Nato nella terra dei vespri e degli aranci
Tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare
La voglia di giustizia che lo portò a lottare
Aveva un cognome ingombrante e rispettato
Di certo in quell’ambiente da lui poco onorato
Si sa dove si nasce ma non come si muore
E non se un’ideale ti porterà dolore
Ma la tua vita adesso puoi cambiare
Solo se sei disposto a camminare
Gridando forte senza aver paura
Contando cento passi lungo la tua strada”
Allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
“Noi ci dobbiamo ribellare”
Poteva come tanti scegliere e partire
Invece lui decise di restare
Gli amici, la politica, la lotta del partito
Alle elezioni si era candidato
Diceva da vicino li avrebbe controllati
Ma poi non ebbe tempo perché venne ammazzato
Il nome di suo padre nella notte non è servito
Gli amici disperati non l’hanno più trovato
Allora dimmi se tu sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare, camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani
Allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Era la notte buia dello Stato Italiano
Quella del 9 maggio ’78
La notte di Via Caetani, del corpo di Aldo Moro
L’alba dei funerali di uno stato
Allora dimmi se tu sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare, camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani
Allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi