Roma a Teatro: guida agli spettacoli dal 2 al 7 aprile
È un’autentica valanga di novità quella che si “abbatterà” questa settimana sugli appassionati di teatro che passeranno per la Capitale questa settimana. E mai come in questo caso possono mancare i nostri consigli per non perdersi. Pronti?
Da stasera al 14 aprile, all’Argentina, sesta regia pirandelliana per Luca De Fusco che firma “Così è se vi pare”, forse uno dei testi più compiuti del genio agrigentino in cui ad assurgere a vero protagonista dello spettacolo è la necessità di doversi raccontare, di doversi in qualche modo mettere a nudo di fronte gli altri per sentirsi davvero vivi. Sul palco, tra gli altri, un mostro sacro del teatro italiano come Eros Pagni.
Stesse date all’Ambra Jovinelli per una commedia divertente e metafisica in cui un uomo è costretto a ripercorrere alcuni momenti della sua vita come in un sogno, interrogandosi costantemente su quale sia la sua vera identità: “Chi è io?”, scritto e diretto da Angelo Longoni, e interpretato da Francesco Pannofino con Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino.
Ultima alzata di sipario sempre il 14 aprile anche per “I maneggi per maritare una figlia” di Nicolò Bagicalupo al Quirino, in cui la più volte Premio Ubu Elisabetta Pozzi si cimenta in un ruolo comico per lei abbastanza inedito affiancata da Tullio Solenghi (anche regista), riprendendo i ruoli che furono di Gilberto Govi e di sua moglie Rina Gaioni e resi celebri sul piccolo schermo dalla fortunata registrazione diretta da Vittorio Brignole nel 1959.
C’è tempo fino al 7 aprile al Vittoria per quello che è ormai a tutti gli effetti un classico del teatro italiano, “Non è vero ma ci credo”, in cui Enzo Decaro, diretto da Leo Muscato, veste i panni dell’avarissimo Savastano, l’indimenticabile personaggio creato dalla penna di Peppino De Filippo sempre preda dell’incubo di essere vittima della iattura e le cui divertenti e tragiche disavventure vengono traslate in una Napoli degli anni Ottanta del secolo scorso, perfetta cornice contemporanea per questa commedia dal sapore molto molieriano.
Dopo il grande successo dello scorso anno, da stasera fino al 7 aprile torna al Parioli “Il figlio” di Florian Zeller, con Cesare Bocci e Galatea Ranzi (tra gli altri) impegnati in una eccellente pièce contemporanea dotata di una potente capacità di introspezione e di disvelamento di certe dinamiche familiari (rapporto figli/genitori) non facile da eguagliare, nonché di una ricercatezza verbale di raro gusto.
Di nuovo dal 4 al 14 aprile, la Sala Umberto ha in cartellone un capolavoro (dalla forte connotazione autobiografica) del repertorio goldoniano, “Il Giuocatore”, nella versione diretta e adattata da Roberto Valerio, di cui ancora oggi riesce a stupire la profonda modernità e la maestria con la quale restituisce al pubblico (e al lettore) la malsana fascinazione con la quale il vizio del gioco riesce a soggiogare da sempre le persone.
Dal 4 al 7 aprile, all’India, “Entangled, ogni cosa è collegata” un particolare e poetico omaggio ad uno dei più grandi fisici quantistici del XX secolo, nonché erede riconosciuto Albert Eisenstein, Wolfgang Pauli, vincitore del Premio Nobel nel 1945. A firmarlo e interpretarlo Gabriella Greison, che guiderà in un viaggio emozionante alla ricerca dell’amore e della consapevolezza di chi veramente siamo su questo pianeta.
Dal 3 al 7 aprile, al Basilica, “Funerale all’italiana” di e con Benedetta Parisi (drammaturgia cofirmata da Alice Sinigaglia, anche regista), un monologo che esplora la cerimonia sociale più chiacchierata, passando da Eduardo alle memorie famigliari, dall’antropologia alla religione.
Dal 4 al 7 aprile, al Vascello, fa tappa “Lucinda Childs-MP3 Dance Project”, in cui la grande coreografa statunitense, una delle massime interpreti della corrente minimalista statunitense, sarà in scena con uno spettacolo diviso in due parti, di cui la prima (un’esclusiva italiana), tratto da un inquietante testo della sua ex compagna Susan Sontag.
Ultima alzata di sipario il 7 aprile al Belli per “L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi” di Francesco Niccolini e con Claudio Casadio, un’originale riflessione sull’abbandono (il protagonista è un uomo singolare e sempre allegro che, pur rinchiuso da 30 anni in un manicomio, non smette mai di parlare, cantare e disegnare) nella quale un attore in carne ed ossa “interagisce” con quattro personaggi animati in un interessante progetto che fa convivere il teatro con la graphic novel.
Stessa dead line al De’ Servi, largo a “Uomini stregati dalla luna”, scritto (con Pino Ammendola) e diretto da Nicola Pistoia, una brillante commedia ambientata in un’osteria la notte di Capodanno.
Una riflessione intima e nello stesso tempo universale sul concetto di identità declinata attraverso un costante, trasversale dialogo tra due linguaggi differenti, quello del corpo e quello della musica: dal 5 al 7 aprile, all’OFF/OFF, “Gender Games”, con Margò Paciotti e la musicista H.E.R. (Erma Castriota).
Dal 4 al 7 aprile all’Argot, Federica Bognetti è impegnata in “Diario di un’attrice alla ricerca di momenti di spettacolo”, liberamente tratto dal “Diario di una scrittrice” di Virginia Woolf, in cui l’autrice si interroga sul processo creativo e sulla forma.
Dal 4 al 21 aprile, al Teatro 7, c’è “Il prestanome”, tratto dall’omonimo film di Walter Bernstein con Woody Allen. Adattamento e regia di Antonello Avallone (anche sul palco).
Debutto a Lo Spazio per “ISAAC”, di Daniele Trombetti, che dal 4 al 14 aprile porterà sul palcoscenico di via Locri una storia fatta di tante ombre, nella quale non è mai facile capire cosa sia giusto o sbagliato in ciò che viene raccontato, ma in cui ci si abbandona a un viaggio nel profondo dell’animo umano al quale sarà difficile resistere.
Fino al 6 aprile, al Tor Bella Monaca, “Closer”, la storia di due donne e di due uomini coinvolti in una sorta di ménage a quattro, tra incontri, sotterfugi e inganni che li porteranno (forse) a scoprire la loro vera natura, le loro vere affinità. Con Stefano Cisano, Duné Medros, Nila Prisco e Lorenzo Terenzi.
Fino al 7 aprile, debutta al Cometa Off “Signorine nel tempo- L’epopea delle signorine Buonasera” di e con Veronica Liberale, un delicato omaggio alle grandi annunciatrici televisive italiane attraverso la storia di tre donne le cui personali vicende diventano lo specchio del nostro Paese che fu e che, in parte, ancora è. In scena anche Camilla Bianchini, Giada Fradeani e Luigi Pisani.
Dal 5 al 7 aprile, a Le Maschere, “Circe-Le origini”, di e con Alessandra Fallucchi (codrammaturgia di Marcella Favilla, anche regista), dedicato, come il titolo lascia intendere ad una delle figure più affascinanti, passionali e ambigue della mitologia greca.
Ultima segnalazione per “Fino all’ultimo sguardo – Ritratto messicano di Tina Modotti”, tratto dal romanzo di Pino Cacucci e dedicato all’ormai iconica figura della fotografa e attivista friulana, protagonista di un’esistenza irripetibile sempre al servizio della passione per la vita. Con Beatrice Visibelli e Chiara Riondino, dirette da Nicola Zavagli. Repliche il 6 e il 7 aprile all’Altrove.