Harry Potter, il cast non convince la Rowling
La serie di Harry Potter è ormai entrata in una fase decisiva. Il progetto che sta nascendo dal connubio tra JK Rowling e la Warner Bros, però, comincia già a scricchiolare. Dopo le prime date ufficializzate nelle settimane scorse, i nuovi rumors parlano di discrepanze nel team di produzione.
Alcune pagine social dedicate al Wizarding World la scrittrice brittanica avrebbe posto il proprio veto sulla scelta degli attori. La casa cinematografica americana, infatti, avrebbe espresso la volontà di un cast inclusivo, rappresentante delle varie etnie che compongono la società inglese (e non).
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La Rowling avrebbe, stando a quanto circola senza conferme ufficiali degli uffici stampa preposti, intrapreso una battaglia personale. Vuole, e questo non è una novità, una piena aderenza ai suoi libri, dove tra l’altro ha rappresentato tutto il tessuto sociale britannico.
L’autrice della saga potteriana continua dunque la sua personale marcia contro il politicamente corretto. Nonostante le critiche ricevute per le sue posizioni sulla questione di genere, in particolare verso i transgender, La scrittrice non si scompone. Non vuole che quanto avvenuto con la serie de “Il Signore degli Anelli”, dove la scelta di utilizzare attori neri per elfi e nani aveva acceso le polemiche per la mancanza di adesione all’opera di Tolkien, possa accadere con Harry Potter.
I 7 romanzi del mago più famoso di Hogwarts hanno una ben precisa caratterizzazione, sono descritti tutti i personaggi per filo e per segno e cambiare radicalmente il loro essere potrebbe risultare controproducente. Come nel caso de “La sirenetta” dove l’apprezzamento per la recitazione di Halle Bailey è stato secondario a causa delle polemiche alzate per un cambiamento dettato più dal politically correct che da un reale bisogno di inclusività.
Del resto quanto sta avvenendo nella Disney è esplicativo di questo processo. La cultura woke forzatamente inserita in ogni dove (si veda “Lilli e il vagabondo”, “Dumnbo”, “Gli Aristogatti”, “Peter Pan”) crea più malumori e perdite che una effettiva apertura e inclusione. I temi inclusivi rischiano di sortire dunque un effetto contrario. La famosa azienda cinematografica americana nel 2023 ha avuto un bilancio negativo con perdite di centinaia di milioni di dollari. Sia in sala che nei parchi.
La Rowling, dunque, a quanto si apprende da alcuni post in trend sui social, starebbe attendendo una possibile acquisizione della Warner Bros da parte della Universal che punterebbe a proteggere il brand rispettando le scelte dell’autrice e soprattutto del pubblico. Quest’ultimo, difatti, sta esprimendo in queste ore notevole supporto alla scrittrice brittanica e alla sua scelta di rimanere fedele in tutto e per tutto ai romanzi che l’hanno resa famosa.