“Stop al genocidio”, l’ambasciatore d’Israele attacca Sanremo per l’appello di Ghali, che replica: “Continua la politica del terrore”
Sebbene si sia concluso da quasi 24 ore, Sanremo 2024 continua a far parlare di sè. E non solo per la vittoria di Angelina Mango, dei dubbi sul televoto o degli outfit degli artisti. Quello che sta creando rumore in queste ore è quanto accaduto sul palco dell’Ariston dopo l’esibizione di Ghali, che ha gridato “Stop al genocidio”, prima di andare via.
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All’ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, pare la cosa non sia andata a genio, tanto da pubblicare sui social questa mattina un attacco nei confronti del Festival di Sanremo. Il rappresentante diplomatico non cita direttamente Ghali, ma non sembra lasciare dubbi il riferimento all’appello del cantante milanese, di origini tunisine, già oggetto del biasimo della comunità ebraica per il testo della sua canzone “Casa mia”.
A supportare le dichiarazioni di Bar anche il senatore, Maurizio Gasparri, componente della commissione di Vigilanza Rai, che ha chiesto – addirittura – ai vertici dell’azienda di scusarsi.
Non ha tardato ad arrivare la risposta di Ghali, ospite nel pomeriggio di Domenica In e interpellato da un giornalista sulle dichiarazioni dell’ambasciatore.
“Mi dispiace che abbia risposto in questo modo, c’erano tante cose da dire. Ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su questo palco: ho sempre parlato di questo fin da quando sono bambino – replica Ghali – È da quando ho 13-14 anni che parlo di quello che sta succedendo nelle mie canzoni. Sono nato grazie ad internet e non è dal 7 ottobre che ne parlo, questa cosa va avanti già da un po’“.
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L’artista ha poi commentato: “Il fatto che l’ambasciatore parli così non va bene, continua la politica del terrore, la gente ha paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio, stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono viva la pace. Ci sono dei bambini di mezzo: quei bambini che stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, insegnanti, quanto geni, ci sono lì in mezzo“.