Moni Ovadia lascia il Teatro di Ferrara dopo le critiche al Governo israeliano
Moni Ovadia ha annunciato le dimissioni dalla direzione del Teatro comunale di Ferrara, e lo ha fatto in un’intervista al Corriere della Sera dopo gli attacchi subiti dall’attore per le sue critiche alla politica del Governo israeliano (a cui Ovadia aveva attribuito la responsabilità dell’attacco di Hamas).
“Grazie per la solidarietà espressami nei confronti delle mie ‘volontarie’ dimissioni”, dice Ovadia, dopo l’annuncio del suo passo indietro dalla direzione del Teatro comunale di Ferrara. “Mi sono dimesso perché sono un uomo libero e nessuno deve dirmi cosa devo pensare e cosa posso dire“, afferma in un post su Facebook.
Le dimissioni di Ovadia “sono il segno della degenerazione più intollerabile del dibattito politico italiano“: a scriverlo, su Facebook, è la deputata dell’Alleanza Verdi Sinistra Elisabetta Piccolotti, secondo cui “non è possibile che il direttore di un teatro debba sentirsi costretto alle dimissioni per le sue opinioni, che non farebbero scandalo in nessun Paese europeo e che sono fondate sul rispetto del diritto internazionale e della vita umana”.
Ovadia, ricorda Piccolotti, “non ha dimostrato alcun disprezzo per la vita degli israeliani uccisi negli attacchi di Hamas”, anzi “ha espresso angoscia per gli ostaggi israeliani, ma ha evidentemente la colpa di non aver dimostrato indifferenza e disprezzo per le vite dei civili palestinesi e il destino di quel popolo”.
L’artista, pur premettendo che “la morte anche di una sola persona, sia essa israeliana o palestinese, è sempre una tragedia e va condannata con tutte le forze”, aveva infatti accusato Israele di “lasciar marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esista”.
Parole che gli sono costate attacchi e richieste di dimissioni, in primis da parte del senatore ferrarese di Fratelli d’Italia Alberto Balboni. L’annuncio delle dimissioni è arrivato oggi, facendo dire a Piccolotti che “questa volta la destra ha passato il segno. Il ministro della Cultura– conclude- intervenga per ripristinare un clima di rispetto verso gli uomini e le donne di cultura che vogliono continuare a sentirsi parte di un Paese democratico“.