“Popoli Sound”, l’energia di un classico dell’estate abruzzese
Vibrano ancora le casse dal palco della 42esima edizione di “Popoli Sound”, ormai un classico dell’estate abruzzese. Quello che più di quarant’anni fa fu ideato e portato avanti con caparbietà da alcuni “scriteriati” ragazzi di Popoli (oggi Popoli Terme – in provincia di Pescara) come un momento di sfogo per i loro impulsi creativi, si è trasformato nel tempo in un appuntamento irrinunciabile, in una delle “colonne portanti” dell’offerta artistica che il centro termale posto nel cuore dell’Abruzzo offre nel corso dell’estate ai propri cittadini, oltre che ai turisti e visitatori che ogni anno affollano sempre più il corso e le piazze della città.
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Organizzata dall’associazione “Popolandia” con il contributo dell’amministrazione comunale, l’edizione 2023 del “Popoli Sound” ha avuto luogo anche quest’anno nella suggestiva cornice della maestosa gradinata posta davanti la chiesa della Santissima Trinità.
Quasi una tribuna naturale, con il pubblico comodamente seduto sui suoi gradoni e il palcoscenico posto alla base con il suggestivo Palazzo Ducale a fare da sfondo.
La conduzione è stata affidata alla coppia costituita da Tino Setta e Vincenzo De Sanctis (quest’ultimo impegnato anche nei complessi ruoli di direttore di produzione e direttore di palco), i quali hanno introdotto il più che numeroso pubblico presente (praticamente la gradinata era “sold out”) attraverso una proposta musicale estremamente variegata che gli spettatori hanno dimostrato di apprezzare vivamente.
Si è passati, infatti, dalla spigliatezza di Alexia Aloisantonio, che ha dimostrato di saper “tenere il palco” da vera professionista a dispetto della sua giovane età (non dimostra più di nove anni), ad una proposta più tradizionale da parte di Dario Fistola, il quale ha cantato alcuni classici della musica degli anni 70, fino all’interessante esibizione dei Radix, che “armati” solamente di una chitarra acustica e un pianoforte, hanno voluto reinventare classici della musica “new wave” elettronica anni 80 come “Sweet dreams” degli Euritmics, ottenendo risultati sicuramente lusinghieri.
Ma forse la vera sorpresa della serata sono stati i Sonderfall, un trio “power rock” composto da giovanissimi (età compresa fra i 16 e 18 anni), i quali, guidati dalla voce femminile della bassista Sara Panepucci, hanno proposto un rock adrenalinico e a tratti anche complesso, con una presenza scenica e una compattezza di suono che ha stupito non poco i presenti.
Non sono mancati i guizzi estemporanei, ma comunque pregevoli, di band come i Ranaz Reloaded, che hanno voluto accostare nel loro set brani diversissimi fra loro come il classico punk “God save the Queen” dei Sex Pistols alla recentissima e delicata “The Narcissist” dei Blur, fino al funk di “King Kong Five” dei Mano Negra. Operazione rischiosa, ma senza dubbio riuscitissima. Enrico Ruggeri, Ivano Fossati e perfino gli Emerson, Lake & Palmer hanno fatto capolino nel set presentato dai Fifty Old Band, vera spina dorsale del “Popoli Sound” fin dagli albori, che non hanno mancato di aggiungere un vero tocco di classe alla serata.
Serata che iniziava ad avviarsi verso la conclusione fra le scintille con i Km. 78, dotati di un suono estremamente compatto, che hanno proposto versioni personali e molto “rockeggianti” di classici della musica italiana come “Ma che freddo fa” o “Up patriots to arms” e che hanno suscitato più di un applauso a scena aperta.
Chiusura “col botto” con i Scrubs: la loro proposta in chiave hard rock di classici dance anni 80 come “Maniac” (ricordate “Flashdance”?) o l’irresistibile e trascinante versione di “Johnny B. Goode” ha costretto il pubblico ad alzarsi in piedi e a tributare il giusto riconoscimento ad un set davvero infuocato.
Nei giorni successivi non si è fatto altro che parlare di quanto fosse riuscita la serata, sia per vie e le piazze della città, che attraverso i social networks (controllare per credere), tanto da indurre gli organizzatori a ragionare sulla possibilità di un’edizione invernale del “Popoli Sound”, magari durante le vacanze natalizie.
Ma questa è un’altra storia.
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