Edoardo Leo al Castello Piccolomini: “Siamo una generazione straordinaria di bugiardi millantanti”
“Una cornice straordinaria: fare teatri nei posti belli è più bello, non c’è niente da fare.“
Il Castello Piccolomini di Celano ha accolto Edoardo Leo con il suo Ti racconto una storia – Letture semiserie e tragicomiche.
Un reading-spettacolo targato Stefano Francioni Produzioni per la regia di Edoardo Leo, accompagnato sul palco dall’orchestra più piccola del mondo: Jonis Bascir.
Nel cortile del Castello Piccolomini, mentre il sole scende trai monti marsicani, appare una scenografia molto ricca che sembra ricreare una sorta di biblioteca privata: ci sono libri su scaffali, libri su mensole, libri ovunque. Tra questi campeggiano tre lavagne riempite di scritte in gesso con quello che sembra un brainstorming per la realizzazione dello spettacolo. E ancora una vecchia poltrona rossa e una chitarra per un totale di due sedute, con un leggio al centro.
Sotto il palco, sulla sinistra, una traduttrice in Lis per far godere lo spettacolo anche ai non udenti.
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In questa cornice, il direttore artistico Davide Cavuti dà il via a questo “Momento di cultura per questa città che ha sempre respirato cultura“: lo spettacolo è il primo appuntamento del Festival AdArte che porta a Celano musica, teatro, cinema, letteratura, cabaret, arte e solidarietà.
Il Castello Piccolomini ha stregato il duo che approfitta della speciale location per un’entrata in scena particolare: mentre Jonis Bascir fa il suo ingresso dalle ultime file intonando alla chitarra Ma che bel castello marcondirondirondello come un cantastorie, Edoardo Leo corre sul cornicione e scende le scale dall’alto. “Non ho resistito.. ma quando me ricapita? Che meraviglia” – ammette emozionato e divertito.
L’attore romano fa gli onori di casa e spiega di portare questo spettacolo in tournée in giro per l’Italia da ormai diverso tempo, ma anche come ogni volta lo spettacolo cambi insieme al pubblico, riuscendo a non smettere mai di stupirsi.
Il terzo protagonista viene portato sul palco proprio da Leo: un raccoglitore rosso da lui chiamato librone dell’attore. “Di solito si parla di valigia dell’attore con parrucche e costumi. Io di parrucche e costumi non ne ho: racconto solo storie.“
Ti racconto una storia è un reading-spettacolo che raccoglie appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista romano ha raccolto dall’inizio della sua carriera ad oggi. Venti anni di appunti, ritagli, ricordi e risate, trasformati in uno spettacolo coinvolgente, che cambia forma e contenuto ogni volta, in base allo spazio e all’occasione.
È uno spettacolo che fa sorridere e riflettere, che racconta spaccati di vita umana unendo parole e musica. Una riflessione su comicità e poesia per spiegare che, in fondo, non sono così lontane. Per giungere a scoprire il vero nucleo della sua attività di attore: riuscire a raccontare fatti tragici in maniera divertente.
A fare da fil rouge due citazioni degli scrittori più importanti nella storia di Leo:
“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” – Gabriel García Márquez
e
“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla” – Alessandro Baricco.
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Edoardo Leo è talmente autentico che non può strappare non un sorriso al suo pubblico che coinvolge continuamente. E nel frattempo ride spontaneamente pensando a quello che sta per dire e ripensando alle gag appena avvenute con gli spettatori.
Sopra e sotto al palco, Leo è l’amico che racconta storie, che ti apre gli occhi sulla realtà che può sembrare scontata, che ti strappa una risata e ti fa riflettere su quel tuo gesto spontaneo.
“Faremo un viaggio insieme perché teatro si fa insieme“: il suo spettacolo è una confidenza tra amici di una vita, uno scambio di riflessioni… un viaggio nella più antica tradizione umana: il bisogno di raccontare storie.
La fascinazione nel saper raccontare, che in realtà è intrinseca in ogni essere umano, e le modifiche che una storia subisce nel passaggio di bocca in bocca.
Tra una risata e una riflessione, Edoardo Leo analizza un racconto breve di Márquez, prima di soffermarsi sulla genialità della tipologia narrativa dell’aneddoto.
Aneddoti veri, aneddoti verosimili e alcuni completamente inventati: una divertente riflessione sulla veridicità dei cavalli di battaglia tipici di alcune città italiane, le nuove stravaganti trovate dei fan per poi finire a declamare il decalogo per il cambio del pannolino di Baricco.
“Io sono a favore dell’ingigantire, del millantare, dell’inventare. Io voglio l’epica.” afferma l’attore.
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L’ultimo genere analizzato è quello della barzelletta. Ovviamente in modalità Edoardo Leo: facendo fatica a trattenere la risata e poi emozionandosi sulla profonda ragione dietro quel gesto così spontaneo ed autentico.
Riflettendo su come, nonostante l’esistenza di innumerevoli lingue, tutti ridiamo allo stesso modo o sul fatto che ridere non è una cosa che viene insegnata come il parlare.
E ancora il potere della risata in compagnia: “un effetto involontario del nostro corpo: ridere significa comunicare agli altri di non sentirsi in pericolo ma di star bene. Per questo si ride e si sta insieme in un teatro” – spiega prima di paragonare la comicità alla poesia sulla scia delle parole di Mark Twain.
Edoardo Leo conclude sull’importanza della memoria, collettiva o personale. In particolare la memoria legata alla musica: con il suo racconto intimo di un giorno del luglio 1983, invoglia a viaggiare a ritroso fra i proprio ricordi alla ricerca di “quella canzone che ti si è impressa come una lama di coltello conficcata in un fianco. Quella che vorresti al tuo funerale.“
Per lasciarvi sorprendere dalla canzone-lama di Edoardo Leo, tra una risata e un “è proprio vero“, tra autenticità e spensieratezza, non perdete l’occasione di vedere, anzi partecipare ad uno dei prossimi appuntamenti con “Ti racconto una storia – Letture semiserie e tragicomiche“.