“Ritorna ogni anno”: Gianni Rodari e i suoi dolci versi natalizi
Tra i dodici mesi dell’anno dicembre è senz’altro il più magico. Piazze e case di tutto il mondo si riempiono di lucine che irradiano calore e brio creando così un’atmosfera capace di scaldare anche i cuori più glaciali. Tutto ha inizio dall’8, giorno dell’Immacolata Concezione in cui, come da tradizione, si addobba l’albero natalizio.
I bambini, veri protagonisti di questa festa, con le loro manine paffutelle appendono palline ed oggetti di ogni genere attendendo con ansia l’arrivo della notte compresa tra il 24 ed il 25 nella quale Babbo Natale porta loro i doni richiesti nelle dolci letterine. Arrivato poi il giorno di Natale, è la volta delle poesie e delle filastrocche. Si sale su una sedia e con molta enfasi, dopo le grandi abbuffate a tavola, le loro candide vocine danno inizio allo spettacolo che raccoglierà grandi applausi e risate da parte di tutti i commensali.
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Uno dei più grandi autori italiani che ha saputo parlare ai bambini con estrema delicatezza, fantasia ed originalità è senz’altro Gianni Rodari che con racconti, filastrocche e poesie è stato uno degli esponenti più apprezzati della letteratura d’infanzia.
Di seguito avremo il piacere di leggere la poesia “Ritorna ogni anno” in cui l’autore attraverso rime che creano una surreale musicalità ci fa intendere, con un linguaggio semplice ed intenso allo stesso modo, quanto il progresso stia cambiando il mondo e quanto quest’ultimo porti con sé anche l’inevitabile mutamento dei desideri dei bambini.
Rodari termina la poesia con un’affermazione che apre le nostre menti al suo punto di vista e cioè quello di non lamentarsi del progresso ma anzi di esserne contento!
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E tu,
sei dalla parte del lamento
o del progresso sei contento?
Di seguito la poesia “Ritorna ogni anno”:
Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale:
nel vecchio sacco ogni anno trovi
tesori vecchi e tesori nuovi.
C’e’ l’orsacchiotto giallo di stoffa,
che ballonzola con aria goffa;
c’e’ il cavalluccio di cartapesta
che galoppa e scrolla la testa;
e in fondo al sacco, tra noci e confetti,
la bambolina che strizza gli occhietti.
Ma Babbo Natale sa che adesso
anche ai giocattoli piace il progresso:
al giorno d’oggi le bambole han fretta,
vanno in auto o in bicicletta.
Nel vecchio sacco pieno di doni
ci sono ogni anno nuove invenzioni.
Io del progresso non mi lamento
anzi, vi dico, ne son contento.
Articolo di Erica Ciaccia