“Idroscalo 93”, la morte di Pasolini arriva a Ortona
Il cinema auditorium Zambra di Ortona gestito dall’impresa di produzione Unaltroteatro, si prepara ad accogliere il secondo appuntamento della stagione teatrale avviata con lo spettacolo prodotto da Murìcena Teatro con Adriano Falivene e regia di Antonio Perna: “No, grazie!”.
Il 25 ottobre alle ore 21 è la volta di “Idroscalo 93”, nato nel 2003 per il progetto Petrolio, diretto da Mario Martone, è il frutto della collaborazione tra l’autore e Carla Benedetti, docente dell’Università di Pisa, i quali hanno avuto la possibilità di lavorare sui materiali di tutta l’inchiesta sulla morte di Enrico Mattei, condotta dal Giudice di Pavia, Vincenzo Calia che nel 2002 allega agli atti della sua lunga istruttoria alcune pagine di “Petrolio”, il libro di Pasolini pubblicato postumo.
Idroscalo 93 è una toccante riscrittura della morte di Pier Paolo Pasolini e sul caso, non solo giudiziario: la regia è di Ivan Castiglione, che è anche il protagonista, proprio lui che è noto ideatore e protagonista, nel ruolo di Roberto Saviano, anche della versione Teatrale di “Gomorra” di Saviano stesso.
Castiglione entra in scena portando sulle spalle una figura umana, come un sacco di rifiuti: Giuseppe Pelosi, il 17enne accusato dell’omicidio Pasolini.
Un vortice di veleni e morti ammazzati da cui l’Italia non riesce a uscire da decenni: casi irrisolti, verità che non hanno prove pur essendo sotto gli occhi di tutti, delitti che non si possono confessare, ma non possono essere archiviati, ed infatti il regista e protagonista Castiglione (partendo dal testo di Mario Gelardi), dà insieme all’altro personaggio sul palco interpretato da Riccardo Ciccarelli. volto noto della serie “Gomorra”, una magistrale prova fisica dell’attualità di quanto accaduto.
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Il poeta, drammaturgo, scrittore, regista e giornalista, viene ammazzato nella notte del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia. La presenza di Pelosi sul luogo del delitto, unitamente al fatto che stesse trascorrendo la serata insieme a Pasolini, è ad oggi l’unico fatto certo.
Perché è stato ucciso Pier Paolo Pasolini? La domanda viene ripetuta continuamente durante lo spettacolo. Enrico Mattei, presidente dell’ENI, scomparso in un attentato nei cieli di Bascapé nel 1962 è al centro di un libro/inchiesta di Pasolini, Petrolio appunto, rimasto incompiuto. E sempre su Mattei faceva ricerche Mauro De Mauro, giornalista e consulente del regista Gianfranco Rosi (che avrebbe realizzato un film): anche queste indagini rimasero incompiute, dopo la misteriosa sparizione del cronista De Mauro.
Che rapporto c’è tra il delitto Mattei e quello di Pier Paolo Pasolini? Che cosa sapeva Pasolini sulla morte di Mattei? Che cosa rivelano gli appunti di Petrolio che il giudice Calia allega agli atti processuali dell’inchiesta sulla scomparsa del presidente dell’ENI? Tante sono le domande, come tanti sono i riferimenti alla storia d’Italia che vede protagonisti nomi illustri, i soliti, sempre gli stessi, nomi importanti di uomini scomparsi, ma anche nomi di uomini coraggiosi.
“La messa in scena dello spettacolo segue due diverse linee – spiega Castiglione – che si fondono tra di loro: quella dell’asciuttezza e chiarezza del teatro di narrazione e quella fantasiosa e grottesca della spettacolarizzazione. Ho voluto raccontare, in maniera chiara e diretta, le importanti vicende che ruotano attorno alla morte del poeta e alcune sorprendenti novità giudiziarie, senza mezzi termini. Contemporaneamente, ho voluto rappresentare il mondo artistico di Pasolini attraverso frammenti delle sue opere, della sua poesia, dei suoi film. Ho voluto raccontare la sua sensibilità come intellettuale, come artista, come uomo, tramite la musica, il gioco, la fantasia e tutto quello che il “teatro “ mi suggeriva. Ecco che accanto al raggelante racconto delle ambigue sentenze giudiziarie, che archiviavano la ”pratica Pasolini”, c’è un attore che interpreta Pino Pelosi e, ancora, un attore che canta, il brano “che cosa sono le nuvole”, performance di danza e situazioni comiche. Un continuo alternarsi in un ritmo serrato, per ripercorrere tutte le assurdità di quella dannata notte del 2 novembre del 1975, per interrogarsi e, forse, darsi delle risposte, sulla nuova possibile interpretazione della morte di uno dei più grandi poeti del secolo scorso”.