Pantera: non è reunion, è una presa in giro immorale
Phil Anselmo, dopo tanto perdurare, avrebbe infine ottenuto il suo scopo: “riformare” i Pantera. Negli ultimi giorni, infatti, si sono moltiplicate a dismisura le voci di una possibile reunion dei Cowboys from Hell per un tour celebrativo nel 2023, confermate da gran parte della stampa statunitense ma non ancora dai protagonisti. E, come largamente previsto, non mancano le polemiche.
Ad affiancare i restanti membri della band texana (Phil Anselmo, appunto, alla voce, e Rex Brown al basso) dovrebbero essere il chitarrista Zakk Wylde (Black Label Society, Ozzy Osbourne) e il batterista Charlie Benante (Anthrax), entrambi amici di lungo corso dei Pantera e, soprattutto, dei fratelli Abbott: Darrell Lance Abbott, più semplicemente “Dimebag Darrell“, e Vincent “Vinnie” Paul Abbott.
Gli Abbott brothers, come sanno anche le pietre, non sono più tra noi. Dimebag è morto assassinato sul palco di Columbus in Ohio mentre suonava con i Damageplan, band fondata assieme al fratello dopo lo scioglimento dei Pantera, e Vinnie è stato stroncato da un infarto nel 2018. Entrambi, al momento di concludere la storia con i Pantera, misero il punto definitivo sulla band, dichiarando esplicitamente e in più circostanze che non sarebbero mai più saliti su un palco con altri, se non con la formazione originale, per usare quel moniker.
Lo split tra i componenti del gruppo, avvenuto principalmente per l’ego esplosivo di Anselmo e per l’usura di tour affilati senza sosta negli anni, non avvenne in maniera pacifica. Nel mentre, anche due morti presunte di Phil, andato in overdose e poi letteralmente tornato in vita. Da una di queste nacque il brano “5 Minutes Alone“. Mentre gli Abbott prendevano le loro strade, Anselmo fondava i Superjoint Ritual, cantava nei Down e dava vita a diversi progetti paralleli, senza mai replicare i fasti del tempo che fu. Buone band, grande groove, ma il successo non fu mai neanche avvicinabile a quello dei Pantera.
Dimebag e Vinnie presero più volte le distanze dalle dichiarazioni incandescenti del cantante che, in diverse interviste, non mancò di sottolineare come anche senza loro due e Rex lui avrebbe comunque avuto successo. Al culmine della sua mitomania, Anselmo, dopo l’ennesimo litigio e in preda ai fumi dell’alcool e delle droghe, affermò anche “vorrei che qualcuno li uccidesse“.
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Frase, questa, che non è mai stata dimenticata dai fan dei Pantera, soprattutto dopo l’omicidio di Dimebag avvenuto per mano di Nathan Gale, ex marine in congedo per problemi psichiatrici, fan sfegatato dei Pantera e del loro cantante. In tantissimi trovarono un nesso tra le dichiarazioni e il terribile fatto avvenuto a Columbus, ma il nesso di casualità è ben altro. L’escalation di tensioni e odio sfociò in una sorta di battaglia tra le due fazioni. Dopo l’omicidio, Anselmo registrò un video dove piangendo ricordava l’ex amico. Disperato, tentò di scusarsi, ma quelle lacrime, e quelle frasi furono l’ennesima scintilla per accendere l’astio.
Al funerale di Dimebag non venne invitato e gli venne fatto capire che non era bene accetto. Doveva girare alla larga. Cosa che fece. Il tempo di attutire il colpo, e parallelamente alla fase discendente della propria carriera, tornò però alla carica, riproponendo l’idea di una reunion per omaggiare il chitarrista. Vinnie non prese mai in considerazione l’idea, la respinse con forza e determinazione, affermando che sarebbe morto piuttosto che “suonare con un parassita come Phil”. Ciò detto, rimase coerente fino all’ultimo giorno della sua vita.
Per anni ha respinto ogni tentativo di Anselmo, anche di fronte alla proposta di affiancarsi a Zakk Wylde alla chitarra, storico amico di Darrell che omaggiò anche con il brano “In this River“.
Dopo la morte del batterista, gli argini sono stati rotti e buoi sono scappati dalla stalla. Niente ha potuto più stoppare i tentativi di Anselmo di rimettere in piedi i Pantera. Cosa che ora sta realmente accadendo. Come riportato da alcune testate, Rex Brown e Phil Anselmo avrebbero firmato un contratto con l’Artist Group International per un tour nordamericano.
Come riportato dal magazine online Loud & Proud, durante un’intervista a un’emittente radiofonica brasiliana, Anselmo ha dichiarato: “Se io e Rex avessimo uno spettacolo da suonare, o se dovessimo salire di nuovo sul palco insieme, lo accoglierei a braccia aperte. Amo Rex. E per lui sarebbe la stessa cosa. Siamo fratelli per sempre. Quindi suonare sul palco insieme, o fare qualche concerto insieme, non è fuori questione. Potrebbe accadere”.
Già. Si amano. E sono “fratelli”. Ma i due fratelli, quelli veri, cioè il cuore pulsante dei Pantera, non ci sono più. Sono sempre stati contrari a una reunion della band dopo lo scioglimento avvenuto all’inizio degli anni Duemila, si sono opposti fermamente, hanno messo in cantiere i cowboys sputati fuori dall’inferno e hanno riniziato da capo, con nuove band e nuove prospettive, rimettendosi in gioco e facendo leva esclusivamente sulla voglia di suonare.
Rex Brown si è defilato, lo ha fatto in maniera silenziosa a tratti e polemica in altri momenti, ha comunque dato vita a dei progetti che non gli hanno portato granché e Anselmo…beh, lo abbiamo detto. Polemiche e offese, progetti vincenti e altri mai decollati, tentativi subdoli e ingannevoli di ridare vita alla band che lui stesso aveva fatto scoppiare. Gli Abott sono morti e, come detto, gli argini sono collassati.
Ciò che Dimebag Darrell e Vinnie Paul non avrebbero voluto si sta per realizzare. Difficile entrare in alcuni meccanismi e dinamiche, essendo noi spettatori esterni, ma è indubbio che i profitti da tali tour saranno enormi, così come le vendite del merch e una nuova ventata di entusiasmo che vi si genererà attorno. Tutto ciò si realizzerà senza i due fratelli fondatori della band, coloro che non avrebbero mai voluto che ciò accadesse.