Firenze Rocks: Metallica devastanti – live report 19/06/2022
Devastanti. Non c’è altro modo per definire i Metallica dal vivo. Sono poche le band capaci di dare vita ogni sera a concerti memorabili, ma sono pochissimi, invece, i frontman in grado di fare ciò che fa James Hetfield quando imbraccia la chitarra e sale sul palco. Per il nativo di Downey, California, l’età anagrafica registra cinquantotto primavere ma, a giudicare dall’entusiasmo che ci mette, e da come riesce a trasmetterlo a chi gli è di fronte, non gliene daremmo più di diciotto.
Chi, prima di ieri sera al Firenze Rocks, ha preso parte a un concerto dei Four Horsemen, sa perfettamente a cosa ci riferiamo: i Metallica dal vivo sono una macchina da guerra perfetta e senza rivali, oliata da decenni di show in giro per il mondo e dalla consapevolezza di essere i numeri uno del genere, ma Hetfield merita ugualmente un discorso a parte. Magnetico, carismatico, straripante, impossibile definirlo altrimenti nella sua muta “all black” con la canotta smanicata a richiamare i look di fine anni ’80 quando sfoggiava baffi verticali e capelli lunghi sulle spalle.
Abbandonato lo smanicato di jeans con le toppe delle band preferite cucite su di esso, tipico dei tour con i Big 4 della passata decade, sembrerebbe essersi lasciato alle spalle anche gli atavici problemi collegati alla sua dipendenze dall’alcool che l’hanno costretto a entrare in rehab per l’ennesima volta. Conoscerne la fragilità lo ha reso tanto vulnerabile agli occhi dell’opinione pubblica quanto, se vogliamo, ancora più vicino a essa. In quarant’anni di attività la sua fan base non lo ha mai abbandonato e questo, Hetflied, lo sa bene. E dunque, come ripagare tanto affetto se non dando vita a concerti sensazionali?
Ieri, in occasione della quarta e ultima giornata del Firenze Rocks, ne abbiamo avuto l’ennesima riprova. L’unica data italiana è coincisa con un festival che quest’anno ha compiuto il definitivo salto di qualità dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia. La rassegna, dopo aver svelato headliner del calibro di Green Day, Muse, Red Hot Chili Peppers e Metallica è entrata di diritto nell’olimpo dei grandi festival europei, potendo contare anche sull’appeal e sul fascino di una città unica al mondo. Come in ogni aspetto della vita, tutto è migliorabile e tutto è perfettibile, organizzazione dell’evento compresa.
A leggere i tantissimi commenti che sui social network si alternano, e avendolo potuto riscontrare in prima persona, possiamo anche soprassedere sulle lunghe file per entrare (d’altronde fare affluire una media di sessantamila persone non è mai facile), ma non si può non esprimere quel minimo e giustificato dissenso per il costo delle birre (otto euro) o dell’acqua (tre euro), quando ci sono trentacinque gradi all’ombra fissi e la stanchezza di una giornata sotto al solo per assistere al concerto della band preferita. Insomma, siamo così sicuri che alzare vertiginosamente il prezzo dei prodotti equivalga a un maggiore incasso rispetto, invece, a renderli più popolari (anche un paio di euro in meno, si fa per dire) per favorirne l’acquisto da parte di tutti?
Meno male che c’è la musica, insomma. Il lungo pomeriggio alla Visarno Arena è stato inaugurato da Jerry Cantrell, storico chitarrista e cofondatore dei mai troppo amati Alice In Chains, in tour per presentare il suo disco solista “Brighten”, pubblicato lo scorso ottobre. Anche per lui il tempo sembra essersi fermato, non avendo perduto un minimo di quella classe che lo ha contraddistinto negli anni d’oro della sua carriera. E’ stata poi la volta dei Greta Van Fleet che, con soli tre album all’attivo, viene considerata tra le band di maggior prospettiva della scena hard rock internazionale. Il loro sound dalle tinte seventies da anni fa proseliti e non stupisce che siano arrivati a questo livello. Mantenendo questi standard e sfornando ancora un paio di dischi di rilievo, possono davvero ambire a prendersi il futuro.
Ma l’attesa è tutto per loro, i quattro cavalieri dell’Apocalisse, i Metallica. Come da tradizione, l’intro del concerto è affidata alle note di Ennio Morricone e della sua famigerata “The ecstasy of gold“, ma una volta che gli altoparlanti passano l’ultima nota è il riff di “Whiplash” a scatenare il pubblico sotto al palco, sia dentro allo Snake Pit che fuori di esso. Seguono “Creeping Death” e “Enter Sandman“, per un trittico micidiale, impattante come solo un pugno in pieno viso può esserlo. No, non c’è spazio per rifiatare e calmarsi, non questa sera, non questa adrenalina nel corpo.
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“Harvest of Sorrow“, “Trapped under ice” e “No leaf clover” vanno dritte come un treno e svelano una band in forma smagliante. Lars Ulrich dietro le pelli è in stato di grazia, mentre Rob Trujillo e Kirk Hammet non ne sbagliano una. Hetfeild, come detto, è un direttore d’orchesra che detta i tempi dello show ma gli altri tre non sono di certo comprimari o comparse da relegare in secondo piano. Sono i Metallica, signori, e quando parte l’attacco di “Sad but true” trema l’intera Toscana. E’ uno spettacolo.
“Nothing else matters” l’avremo anche sentita un miliardo di volte, ma ci emoziona sempre con al primo ascolto. Per “Fade to black” vale lo stesso, anzi, per il sottoscritto forse anche di più, essendo che considera questo pezzo come uno tra i migliori tre dell’intera discografica dei quattro di ‘Frisco. “Seek & Destroy” ci riporta al 1983 quando eravamo giovani e incazzati come mai e, dopo una breve pausa, i bis svelano ancora qualche asso: “Damage, Inc.“, “One” (pelle d’oca, ogni volta, come sempre) e “Master of Puppets” a chiudere. Cosa possiamo dire dei Metallica che non sia stato già detto? Probabilmente niente, ma una cosa vale la pena ribadirla: dal vivo, probabilmente, non hanno rivali.
Foto copertina presa dal profilo Facebook del Firenze Rocks
Setlist
1. Whiplash
2. Creeping Death
3. Enter Sandman
4. Harvester of Sorrow
5. Trapped Under Ice
6. No Leaf Clover
7. Sad but True
8. Dirty Window
9. Nothing Else Matters
10. For Whom the Bell Tolls
11. Moth Into Flame
12. Fade to Black
13. Seek & Destroy
14. Damage, Inc.
15. One
16. Master of Puppets