A Roma la mostra di Robert Doisneau: 130 fotografie distribuite in 11 sezioni
Considerato insieme a Henri Cartier-Bresson il padre della fotografia umanista francese e, più in generale, del fotogiornalismo da strada, Robert Doisneau è universalmente noto per il suo scatto alla giovane coppia che si bacia incurante della folla di passanti e del traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi, un’immagine che simboleggia come nessun altro il senso di purezza, eternità e di eterna giovinezza che vorremmo sempre attribuito al vero amore.
Fino al 4 settembre all’Ara Pacis di Roma, Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Silvana Editoriale, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, promuovono e producono una splendida retrospettiva a lui dedicata e curata da Gabriel Bauret.
In mostra saranno esposte oltre 130 stampe ai Sali d’argento in bianco e nero, provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge -il luogo in cui il maestro transalpino stampò e archiviò per oltre mezzo secolo le sue opere (si stima che, dalla sua morte avvenuta nel 1994, siano stati catalogati circa 450.000 negativi)-, organizzate in 11 sezioni tematiche in grado di ben esemplificare la poetica di Doisneau, spesso caratterizzata da un profondo senso di empatia nei confronti delle persone ritratte, siano esse dei giovani innamorati, dei bambini o qualsivoglia altro tipo di soggetto.
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“Il fotografo deve essere come carta assorbente, deve lasciarsi penetrare dal momento poetico. La sua tecnica dovrebbe essere come una funzione animale, deve agire automaticamente”.
Ecco, proprio questa sua definizione del mestiere di fotografo potrebbe dare piena contezza del suo modus operandi, fondato, dagli inizi della sua carriera fino agli ultimi giorni, su una disposizione d’animo, prima ancora che artistica, sempre benevola nei confronti del prossimo, sempre tesa a sviscerare e a sottolineare, anche solo attraverso un singolo particolare, la poesia e la magia, l’inquietudine e la malinconia insite in ognuno di noi.
Da sottolineare infine l’attenzione particolare che questa mostra dedica all’accessibilità: in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero, è stato infatti progettato un percorso dedicato per le persone con disabilità visiva dotato di disegni a rilievo e relative autodescrizioni, come pure saranno disponibili visite guidate gratuite per il pubblico sordo grazie agli interpreti della Lingua dei Segni Italiana – LIS, servizio messo a disposizione dal Dipartimento Politiche Sociali e Salute – Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale e realizzato dalla Cooperativa Segni d’Integrazione – Lazio.
Insomma, un appuntamento da non perdere per nessuna ragione al mondo!
Info per orari e prenotazioni su: www.arapacis.it
Orari: tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30
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