Sgarbi dà della “vecchia befana” a Chiara Ferragni e insulta Fedez: “un mezzo marito”
Insulti, offese e improperi vari sono parte di una ricetta a cui Vittorio Sgarbi ci ha ormai abituati da tempo. Probabilmente, in assenza di tali elementi, faticheremmo anche a riconoscerne lo stile. L’elenco degli episodi di cui si è reso attore protagonista il critico d’arte sono pressoché infiniti. Solo pochi giorni fa aveva litigato con il giornalista Giampiero Mughini che, al culmine del nervosismo, lo ha avvicinato spingendolo. Sgarbi, a seguito di tale spintonamento, è poi caduto. Rinvenuto, ha sciolto la lingua lanciandosi in una serie di aggettivi culminati con “fascista”.
Ma è tornato alla carica, stavolta contro Chiara Ferragni, imprenditrice di successo e moglie del rapper Fedez. Una coppia della quale tutti sanno quasi tutto, non fosse altro per la loro abitudine a rendere pubblico qualsiasi avvenimento li riguardi, non solo in ambito professionale ma anche, e soprattutto, in quello privato. Sgarbi non li ha mai visti di buon occhio e di certo non ha mai elemosinato complimenti o attestati di stima. Stavolta, però, è andato oltre, insultandoli pesantemente.
Leggi anche: “The Mistery of Marilyn Monroe: the unheard tapes”: una delusione
Come riportato dal quotidiano TPI, il critico d’arte, anche parlamentare della Repubblica Italiana, nel corso di un’intervista con Mowmag, ha dichiarato: “Quella che si chiama Ferragni o Merdagni, ha degli zatteroni talmente schifosi che avrebbe bisogno di un influencer che le dica cosa prendere perché lei non sa quel cazzo che fa. Ha preso un fidanzato che non si può guardare, un mezzo marito. E poi, non contenta, si è tirata su degli zatteroni che fanno più schifo del marito”.
Inutile specificare che le reazioni dei fans dei Ferragnez siano numerose e tutte mirate a sottolineare la maleducazioni di Sgarbi, troppo spesso sopra le righe con i suoi giudizi assolutistici e volgari. Egli, dal canto suo, ha costruito molto del suo clamore mediatico su sceneggiate e risse (non sempre verbali), frutto di provocazioni estreme nei confronti dei suoi interlocutori e compagni di dibattito. A volte, per citare qualcuno ben più noto, “un bel tacer non fu mai scritto“.
Leggi anche: Teatri e cinema: le mascherine restano, lo stigma pure