Cinema, crollano gli spettatori nel weekend. Non si placa la polemica sull’obbligo di mascherine in sala
Cinema, più che di una flessione si tratta di un vero crollo. Non potrebbe essere definito altrimenti, per i cinema italiani, il weekend che ci lasciamo alle spalle. L’affluenza in sala è stata ai minimi, con una stima di presenze vicina al 50% in meno rispetto alla settimana precedente quando la situazione, pure se non particolarmente rosea, non lasciava presagire una tale caduta libera.
Si potrà però obiettare, non senza giusta ragione. che i primi fine settimana di sole coincidono con un parziale svuotamento dei luoghi al chiuso, teatri e cinema in primis. Al tempo stesso c’è stato il 1 maggio che in Italia coincide con la festa dei lavoratori e, storicamente, con un ridimensionamento di tutte le attività su libera piazza, compresa quella di andare in sale cinematografiche a favore di gite fuoriporta o altro che consenta di stare all’aria aperta.
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Ma nel weekend che ci lasciamo alle spalle, gli unici due film a incassare il colpo senza cadere al tappeto sono stati “Animali Fantastici: I segreti di Silente” e il secondo capitolo di “Downton Abbey“. Il primo è un film uscito già da diversi giorni, quindi è verosimile pensare che i più lo abbiano già visto, il secondo è al debutto per cui avrà tempo di rifarsi. Tra due giorni, invece, uscirà “Doctor Strange nel Multiverso della Follia“, blockbuster destinato a fare incassi importanti.
Le mascherine Ffp2 restano obbligatoria fino al 15 giugno e andranno indossate per gli spettacoli e gli eventi sportivi al chiuso. Resta dunque la Ffp2 anche in cinema, teatri, sale da concerto. Ancora una volta, dopo i mesi di chiusura dello scorso anno, il governo utilizza la linea dura nei confronti di cinema e teatro, due settori profondamente in crisi che non hanno certo bisogno di ulteriori misure per disincentivare il pubblico.
L’aumento delle temperature, infatti, renderà poco piacevole l’utilizzo forzato di Ffp2 nei locali, nella consapevolezza che, peraltro, altrove situazioni di potenziale maggior rischio contagi sono gestite ben diversamente. Già allo stato attuale, una buona percentuale degli spettatori (talvolta anche il 50%) non ha mai fatto ritorno in sala dopo il periodo di emergenza.
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