Le scuse di Will Smith: il mio comportamento è imperdonabile
“La violenza in tutte le sue forme è velenosa e distruttiva. Il mio comportamento agli Academy Awards di ieri sera è stato inaccettabile e imperdonabile. Le battute a mie spese fanno parte del lavoro, ma una battuta sulle condizioni mediche di Jada era troppo per me da sopportare e ho reagito emotivamente.Vorrei scusarmi pubblicamente con te, Chris. Ho esagerato e ho sbagliato”.
“Sono imbarazzato e le mie azioni non erano indicative dell’uomo che voglio essere. Non c’è posto per la violenza in un mondo di amore e gentilezza. Vorrei anche chiedere scusa all’Accademia, ai produttori dello spettacolo, a tutti i presenti e a tutti quelli che guardano in giro per il mondo. Vorrei chiedere scusa alla famiglia Williams e alla mia famiglia King Richard. Mi dispiace profondamente che il mio comportamento abbia macchiato quello che è stato un viaggio altrimenti meraviglioso per tutti noi”.
Lo schiaffo di WIll Smith fa breccia nella notte degli Oscar
Sono queste le parole che Will Smith ha scelto per scusarsi pubblicamente con Chris Rock, l’Academy Awards e il pubblico internazionale dopo il suo gesto alla notte degli Oscar. Un episodio che ha scatenato feroci polemiche e che ha diviso l’opinione pubblica sulla giustificabilità o meno della reazione dell’attore statunitense. Si parla anche di possibile ritiro del premio.
Ma la satira non è l’ironia, così come la commedia non è l’irriverenza. Sono modi sostanzialmente e concettualmente differenti fra loro di intendere il dialogo in ognuna delle sue sfumature o, come in questo caso, l’intrattenimento televisivo.
Chris Rock non è Ricky Gervais (fra i due vi è un abisso in termini di preparazione sulle tematiche socioculturali e politiche contemporanee) né uno stand up comedian, ma un attore di cinema che spesso e volentieri si è cimentato in ruoli divertenti o dissacranti. Ha fatto, e continua a fare, anche televisione.
Ieri ha provato a fare ciò che non è nelle sue corde e ne è uscita una battuta non tanto offensiva quanto, soprattutto, fuori luogo e, a dirla tutta, piuttosto scadente. Una fetecchia, insomma, che non ha prodotto alcuna risata sincera e che altro non ha solamente assottigliato quello spazio che separa la battuta dall’offesa, risultando essere un ibrido piuttosto grottesco e mal riuscito.
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Tra i due vi sono dei precedenti anche piuttosto seri, quindi non è da escludersi che fosse una sorta di regolamento dei conti dove ognuno ha provato a mettere il punto provando a sfidare pubblicamente l’altro. Si potrà obiettare che Rock ha fatto il passo e che Smith abbia di conseguenza reagito, e ciò sarebbe incontestabile. La violenza e il giustizialismo fai da te, però, non sono giustificabili, anche perché questo è il classico esempio di come ferisca più la lingua che la spada.
Le domande che sorgono spontanee sono due, però:
Tutti siano pronti a difendere Charlie Hebdo, ma in quanti siamo disposti a subirlo?
Come si chiama quella società che fa sensibilizzazione contro il bodyshaming salvo poi mandare un attore a farlo in diretta mondiale?
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