Parole & Suoni: Germini canta e racconta Vecchioni
“La canzone”, scrive Stefano Carnicelli, “non si è mai fermata. Ha superato le barriere del tempo e dello spazio. Nel corso degli anni, nei luoghi più disparati, è diventata inno (quale simbolo aggregante), manifestazione dell’Io, generatrice di emozioni, libera interpretazione. E così approdiamo ai nostri tempi e alla canzone d’autore. In qualche modo si supera quel ricorrente tema che era l’amore, per approdare in nuovi e sconosciuti spazi. La canzone incrocia la letteratura. Si nobilita e diventa sublime; viene costruita attraverso un complesso impianto narrativo. Accade con Guccini, De André, De Gregori e altri ancora. Accade, ovviamente, con Roberto Vecchioni. Sono un po’ tutti figli del Novecento. Negli anni in cui nasce e si sviluppa, la canzone d’autore ribalta gli schemi e diventa un qualcosa di rivoluzionario”.
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“Una canzone non sopporta l’insulto del tempo: il tempo lo ferma”, scrive lo stesso Vecchioni in coda alla prefazione del libro che porta il suo nome, insieme al commento di alcuni tra i brani più significativi della sua discografia. E poi, poco più avanti: “Perché una canzone è il riflesso dell’anima e l’anima se ne frega del tempo. Non sa nemmeno cosa sia”. Vecchioni parte da qui, da questo “pezzo chiuso” che fin dai tempi antichi si chiama canzone e ha raccolto in sé le emozioni intime e i racconti corali. Un “pezzo chiuso” che, a volte si apre, all’infinito. “Non è un’opera”, spiega, “non è un film, non è un romanzo; somiglia più propriamente a un quadro o a un racconto breve. È un’annotazione, la fotografia di uno stato d’animo, un’urgenza descrittiva che ti pulsa dentro e non puoi fare a meno di liberare”.
Tutto questo è Canzoni (Bompiani, Overlook) un libro che ripropone alcune lezioni accademiche all’Università di Pavia, in un percorso portato avanti proprio dal cantautore nell’anno accademico 2016-2017 all’Università di Pavia. Vecchioni racconta i suoi brani e poi allarga lo sguardo, percorre la lunga strada che la canzone ha compiuto nei secoli, fino ad arrivare al Novecento, al cabaret, al Club Tenco, alle “canzoni d’urgenza” scritte per altri, allo “sgattaiolare tra i sentimenti comuni” che tante canzonette portano dentro di sé ma anche al fuoco dell’ispirazione che è fatica, ossessione, amorosa dedizione.
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Ad accompagnare la voce del cantautore ci sono Massimo Germini e Paolo Jachia, docente di Semiotica proprio a Pavia. Entrambi hanno affiancato Vecchioni nel ciclo di lezioni e collaborato alla stesura finale del volume, con un commento originale che si sovrappone alle “sbobinature” delle lezioni. Un viaggio dentro i miti, gli inganni, gli amori di canzoni che abbiamo ascoltato con emozione impariamo a scorgere la poetica musicale e letteraria, il lavoro nell’ombra del poeta che anche quando il buio si fa fitto non rinuncia a trovare parole per cantare.
Proprio Germini, storico chitarrista di Vecchioni, presenterà il libro all’Aquila, sabato alle 18 nella “Galleria 99” (L’Aquila est – complesso Trony-Carrefour) in un appuntamento promosso da Maccarrone Libri e dall’associazione Il Cielo capovolto. Modera l’incontro proprio lo scrittore Stefano Carnicelli con interventi a cura di Fabio Iuliano. Germini, che sabato suonerà anche alcuni brani dal vivo, nasce a Milano nel 1962. È chitarrista, compositore, cultore della musica italiana d’autore e suonatore di strumenti etnici a corda. Ha lavorato (e lavora) con artisti come Grazia Di Michele, Rossana Casale, Giorgio Faletti, Kaballà, oltre naturalmente allo stesso Vecchioni.