La Russia rivuole le sue opere esposte in Italia
Ciò che è dato, è reso. Niente di più vero. Se l’Europa e il mondo intero chiudono porte e finestre alla Russia, la Russia prova, nei limiti del possibile, a rifarsi. Come sta accadendo in queste ore con il ministero della Cultura russa che ha invitato il nostro ministero a restituire alcune opere date in prestito per delle esposizioni nel nostro paese. L’arte, dunque, non fa eccezione ed entra in ballo anche nei rapporti ormai sempre più tesi tra Russia e Italia.
La Russia, come si legge nella circolare nella quale è fatta esplicita richiesta, ha invitato le sue istituzioni a ritirare le opere prestate all’estero, e, con riferimento specifico all’Italia, ha chiuso, con effetto immediato, tutte le attività relative all’iniziativa ‘Anno incrociato dei musei Italia-Russia’”, che include anche la fine di tutte “le attività di promozione culturale istituzionale” con la Federazione Russa, “con il conseguente ritiro di ogni atto amministrativo relativo a qualunque forma di partnership e collaborazione in corso e ad eventuali istruttorie prodromiche al rilascio di patrocini”. Una decisione netta e intransigente.
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Tra le opere da restituire vi sono la “Giovane donna con cappello piumato” di Tiziano, esposta alla mostra di Palazzo Reale, e 25 opere relative alla rassegna dedicata al Grand Tour alle Galleria d’Italia. Entrambe a Milano, realizzate grazie alla collaborazione con il museo di San Pietroburgo. Inoltre vi è anche la “Giovane donna” di Picasso la cui esposizione era programmata a Roma fino al 15 maggio.
“A me pare evidente che quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere, queste debbano essere restituite”, ha affermato il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
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Foto: IlGiorno