Dante, il viaggio all’Inferno alle Scuderie del Quirinale
In occasione del 700esimo anniversario dalla nascita di Dante Alighieri, Roma ha deciso di celebrarlo con una mostra a cura di Jean Clair e Laura Bossi alle Scuderie del Quirinale.
Un viaggio nel poema dantesco attraverso le immagini di circa ottanta artisti di cui sono stati esposte 235 opere arrivate in prestito da musei di tutta Europa.
Un percorso, tra allegoria e teologia, che porta verso la salvezza. Quella che Dante nell’ultimo verso dell’Inferno sublimò con “e quindi uscimmo a riveder le stelle” (XXXIV, 139).
Da “La voragine infernale” (concessa in prestito da Biblioteca Apostolica Vaticana solo per le prime due settimane della mostra iniziata a metà ottobre 2021), che Sandro Botticelli realizzò su pergamena, si passa a opere di Beato Angelico (il Giudizio Finale), Delacroix, Cezanne, Balla (protagonista della sezione dedicata all’inferno che a volte può essere la mente umana), Von Stuck. L’apertura è però di Auguste Rodin con la “Porta dell’Inferno” nella versione in gesso.
Leggi anche “Sette aprile 1300, Dante si smarrisce nella selva oscura”
I manufatti artistici, provenienti da musei come Gallerie degli Uffizi, il Musée d’Orsay ma anche la Royal Academy di Londra, la Bibliothèque Nationale de France, il Museo Nacional de Escultura di Valladolid, il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, conducono attraverso l’immaginario dantesco.
Un mondo di penitenze, contrappasso, dolore, storia, leggende, miti, credenze popolari. Tutte magistralmente riproposte in immagini che ben rappresentano lo stile di epoche diverse.
La mostra è stata accompagnata anche da un catalogo contenente tutte le opere esposte, contributi dei curatori e le parole di pezzi da 90 della letteratura quali Giacomo Leopardi, Charles Baudelaire, Italo Calvino, James Joyce e Victor Hugo.
Un cammino attraverso pezzi di storia dell’arte che ancora oggi riescono a impressionare per la loro capacità di esplicitare in immagini le parole di Dante.
“Per celebrare degnamente con una mostra d’arte il settimo centenario della morte di Dante Alighieri – hanno spiegato i curatori Jean Clair e Laura Bossi– il tema dell’Inferno si è imposto come un’evidenza. Non solo perché rispetto alle altre cantiche è senza dubbio la straordinaria iconografia infernale ad aver maggiormente ispirato gli artisti, con un duraturo impatto sulla cultura visiva europea; ma anche per la sua attualità, in un mondo in cui la distruzione della natura, la crisi sociale e culturale ci inducono a riflettere sul destino dell’umanità e sulle cose ultime”.
L’Inferno di Dante da sempre ispira artisti di ogni corrente. Dai rinascimentali come Botticelli al più moderno, nonché pioniere della scultura moderna, Rodin. Passando per il simbolista espressionista Franz von Stuck e il suo “Lucifero”. Senza dimenticare i romantici ottocenteschi come Thomas Lawrence. In questi quadri, come il suo Satana nella seconda sala, unisce malvagi ed eroi. I corpi statuari come quelli degli antichi greci, uniti alle espressioni volte a un altro universo, sono qualcosa di completamente nuovo nell’arte di rappresentare personaggi dannati.
Oltre 200 opere per scendere attraverso i 9 cerchi verso il centro della Terra. In quella cavità formata sotto Gerusalemme in cui Dante sognò di viaggiare insieme alla sua guida Virgilio. Un’esposizione su tutti i capitoli della prima cantica. Dalla dannazione alla porta della salvezza. Si arriva così all’ultima sala delle Scuderie del Quirinale in cui la mostra è dedicata agli astri. Qui spicca l’opera di Anselm Kiefer, “Sternenfall“. Le stelle cadenti attenuano la sensazione di inquietudine di Dante e lo preparano, in un certo senso, all’ascesa e ad allontanarsi dal peccato.