Lune Magrini: “In questi 20 anni, MArtelive è diventato qualcosa di grande”
Un compleanno da non dimenticare: il festival multi-disciplinare romano MArtelive compie vent’anni e, per celebrare la prestigiosa ricorrenza, oggi e domani (dalle ore 21) si regala una due giorni di festa al Planet (via del Commercio 36), alla quale parteciperanno ben 300 artisti, tra i quali Pierpaolo Capovilla (impegnato nella lettura delle poesie di Majakovskij a novata anni dalla sua scomparsa), lo scrittore-poeta Guido Catalano, il collettivo sonoro C’mon Tigre e il frontman dei Nobraino Lorenzo Kruger. Ne abbiamo parlato con la co-direttrice artistica Lune Magrini.
Partiamo da questa speciale ricorrenza: quando ti sei imbarcata in questa avventura del MArtelive come ti sei posta di fronte alla longevità della manifestazione? E, pur essendo arrivata da poco tempo, qual è il tuo bilancio di questi quattro lustri di attività?
È vero, a livello lavorativo io sono arrivata a MArtelive da non molto, però per me ha sempre rappresentato un’“istituzione”, perché ne ho potuto constatare la crescita costante anche da semplice spettatrice. Ciò che mi ha colpito, sia nelle mie attuali vesti che in precedenza, è stata soprattutto la sua capacità di trasformarsi da semplice contest locale in un evento di portata internazionale. Io penso che il merito più grande di Giuseppe (Casa, l’ideatore di MArtelive, ndr), sia stata quello di incanalare lo spirito creativo e la forza della gioventù in un flusso di energia duraturo e dalla diffusione estremamente ramificata. Grazie al suo humus multiculturale e sempre in evoluzione, MArtelive è diventato qualcosa di grande, rivelandosi anche un’occasione importante a livello lavorativo per chi collabora con noi o partecipa ai nostri contest.
In che cosa pensi la vostra “creatura” abbia inciso maggiormente nel mondo dell’arte capitolina? Quali abitudini ha cambiato e quali novità ha sostanziato?
Penso che nell’arco di questi venti anni siamo stati d’esempio per molti. Tante persone, soprattutto tanti giovani si sono ispirati a MArtelive per organizzare i loro eventi e le loro manifestazioni. Noi siamo la dimostrazione che partendo dal basso e da una base di cultura sostenibile, si possa andare lontano. Credo che il segreto di tutto ciò risieda nella nostra multidisciplinarità applicata e nella capace di saper lavorare bene sul concetto di simultaneità espressiva.
Dalla prima edizione in poi, il vostro format è cambiato, evolvendosi e ramificandosi in tutta Italia. Quando questo periodo di emergenza sanitaria e sociale legato al Covid lo permetterà, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro prossimo della manifestazione?
La novità più rilevante sarà senza dubbio legata ad una maggiore presenza in Europa, dove siamo già attivi da anni. Grazie anche ad alcuni progetti sostenuti dalla Commissione Ue, saremo molto più attivi, appena ci sarà possibile (anche se, per dirti, in Lituania siamo già alle semifinali nazionali del contest). Ad ottobre 2022, poi, sono previste tutte le finali continentali di MArtelive che dovrebbero tenersi a Roma. In linea generale, ci stiamo espandendo sempre di più nel vecchio continente, anche a livello di partnership con altre realtà e istituzioni. Adesso siamo già a quota dodici e speriamo si possa fare sempre di più e meglio per poterci affermare in modo sempre più significativo ovunque.
La peculiarità fondamentale di MArtelive è, come già hai accennato, la simultaneità di più eventi artistici, che serve a regalare a chi performa e a chi assiste un’esperienza totale che supera il concetto di fruizione semplice per trasformarsi in un altro tipo di esperienza. Spiegaci, se puoi, che cosa è questa esperienza, questo di più, e come è cambiato nel corso del tempo.
A noi interessa offrire uno “spettacolo totale”, che è concepito in forma organica già prima di portare avanti tutte le varie specificità delle sedici discipline che trattiamo nel nostro format. Non deve esserci mai una pausa, durante i nostri eventi. Tutto deve sempre essere una scoperta continua. La nostra cifra essenziale è stata e deve sempre continuare ad essere lo stupore generato, il senso di “stordimento”. Per questo siamo sempre pronti a cambiare pelle ed abbiamo sempre gli occhi ben puntati su tutto ciò che evolve a livello di nuove tendenze artistiche e di entertaining artistico in Italia e nel mondo.
Lo so che è una domanda scomoda, ma, pur essendo tu arrivata nell’organizzazione in un secondo momento, qual è l’artista che MArtelive ha lanciato che vi rende più orgogliosi e quale, tra i tanti che nel corso delle varie edizioni hanno partecipato come ospiti speciali, ad avervi regalato le emozioni più grandi?
Purtroppo, il fatto di essere arrivata da non troppo tempo non mi consente di rispondere alla domanda in modo credibile. Lasciamola in sospeso per una chiacchierata futura, anche se, basta guardare i nostri artisti e i nostri ospiti, abbiamo veramente coinvolto e lanciato tanti bei nomi.
Alla luce dei problemi di accesso nei luoghi chiusi determinati dalla pandemia in atto, ci sarà un allestimento particolare delle varie sale e delle particolari procedure d’ingresso per regolare il flusso degli spettatori al Planet?
No, niente di troppo complicato. C’è già una capienza massima consentita che dobbiamo rispettare e che rispetteremo, ma, al di là di tutto ciò che è attualmente previsto dalla normativa (controllo del green pass, evitare gli assembramenti, ecc), non ci saranno altre misure particolari. Pensiamo che la due giorni possa aver luogo nella massima sicurezza senza dover ricorrere ad ulteriori accorgimenti.
Ultima domanda: dal punto di vista di una persona come te, che lavora per un contenitore-manifestazione artistica di questo tipo, quale sarà lo strumento chiave per rilanciare l’intrattenimento artistico nel nostro Paese e, più specificatamente, in una realtà particolare come Roma?
Durante questa pandemia, noi ci siamo “armati” improvvisamente ma fino ai denti di resilienza. Il fatto di dover combattere contro un ordine di difficoltà completamente nuovo e diverso rispetto a quelli con i quali eravamo abituati a combattere in passato, ci ha posto di fronte alla necessità di cercare nuove strade e di trovare nuove soluzioni per salvarci. Tra queste, abbiamo per esempio scoperto lo streaming che ha consentito di portare avanti tante nostre iniziative, pur essendo coscienti che nell’immaginario collettivo, nonché nel nostro, non avrebbe mai sostituito il live. Ebbene, questo ci ha permesso di scoprire una forma di espressione diversa, un “ibrido” al quale non avevamo pensato molto prima e che ora invece ci consente di approcciare a nuove forme, a nuovi linguaggi. Questo per dirti che siamo diventati ancora più versatili e multifunzionali rispetto al passato e questo spero ci darà una spinta importante per sopravvivere e per continuare a fornire il nostro servizio alla gente. Ecco, questo lungo esempio per dirti che io credo che per il futuro sarà necessario che tutti gli operatori e tutte le manifestazioni siano in grado di sapersi “ibridare” e di saper cambiare da un momento all’altro. Inoltre, sono convinta che la valanga di soldi che potrebbero arrivare dai vari fondi europei o nazionali nel nostro settore possano offrire delle opportunità incredibili, delle prospettive di sviluppo forse mai neanche immaginate. Questo vuol dire che ci aspetta un futuro potenzialmente roseo e che tutto dipenderà, in Italia come a Roma, dalla fantasia e dalla capacità di innovare di chi vorrà occuparsi di certe cose. Io sono molto, molto fiduciosa.