LiveReport: Editors, Roma – Palatlantico 20/02/2020
Li avevo lasciati qualche anno fa all’Arena O2 di Brixton, dopo un live assolutamente gradevole. Forse proprio per quello, avevo voluto vederli anche stasera al PalaAtlantico, nonostante i timori legati alla pessima acustica. Per fortuna (anche perché, comunque, nella penuria disgustosa di questo periodo, era acqua nel deserto questo concerto)! Mai avevo sentito così bene in questa “scatola” di posto! E proprio per questo motivo, non ci mettevo piede da anni. Pensavo che solo gli Slayer avessero potuto domarlo (vabbè, gli Slayer non sono umani… ).
Un miracolo o finalmente un fonico all’altezza? Tenderei per la prima ipotesi, perché solo in questa città la musica dal vivo è relegata a venue così scadenti, superate le 2000 unità (l’Auditorium non fa testo, ma è, appunto, un auditorium). Fatta la doverosa premessa (la stessa che mi spinge domani a non andare a vedere i Dream Theater al Palaeur – io lo chiamo ancora così – seppur con qualche tremore. Me li voglio ricordare come me li ricordo!), bellissimo lo spettacolo degli Editors! Mi è piaciuto come quello di Londra, nonostante la grandissima quantità di gente che stipava il locale e creava un caldo ancora più fastidioso del solito.
Di Tom Smith e soci credo si possa dire poco di male, anche da parte degli eventuali detrattori. Ci si può mettere forse lì a sezionare la loro musica e a puntare il dito su questa o quella matrice, ma credo sia difficile non volergli riconoscere una loro stilosità molto accattivante. Poi, che dire, ci sono pezzi tipo “A ton of love” o “Violence” che ascolterei ogni giorno, a prescindere dal l’umore.
Quindi, niente, ha funzionato proprio, me ne vado a letto contento.
“Black Gold” è il titolo dell’album uscito quest’anno, un’antologia – pubblicata in occasione dei quindici anni di carriera del gruppo – che comprende tutti i loro brani più amati e conosciuti, oltre tre inediti: “Frankenstein”, pubblicato a giugno, “Upside Down” e il brano gothic-rock “Black Gold”, che ha dato il titolo alla raccolta.
Speriamo solo che il calendario dei prossimi mesi si infittisce o che, procedendo a cazzo, riesca ad incappare in qualcosa di meritevole nelle prossime settimane. La vedo dura, ma, almeno stanotte, non ci vediamo. Editors? Si può rifare pure un’altra volta, perché no?
Setlist:
An End Has a Start
Bullets
Bones
Escape the Nest
Magazine
Sugar
Upside Down
Violence
Frankenstein
Papillon
Ocean of Night
The Weight of the World
Spiders
A Ton of Love
Formaldehyde
Eat Raw Meat = Blood Drool
Blood
Fingers in the Factories
Walk the Fleet Road
You Are Fading
Distance
The Racing Rats
Munich
Smokers Outside the Hospital Doors