Pippo Franco, la candidatura a Roma tra ricordi e progetti
Il 3 e 4 ottobre Roma si prepara ad eleggere il nuovo sindaco e una miriade di consiglieri comunali e municipali. Centinaia di candidati, da destra e sinistra passando per il Movimento 5 Stelle, stanno battagliando in lungo e largo tra centro e periferia della Capitale per raccimolare più voti possibili.
Volti più o meno noti, vecchi lupi di mare e giovani promesse della politica nostrana. Matricole, meteore e chi più ne ha più ne metta.
Tra questi spiccano sicuramente alcune figure della televisione. Come Pippo Franco. Attore, cantante, comico, cabarettista, conduttore televisivo, sceneggiatore, commediografo, regista teatrale e umorista italiano.
Nato e cresciuto in Centro oggi risiede a Roma Nord. Fine conoscitore della realtà romana si candida nella lista civica legata al candidato di centro-destra Enrico Michetti. Obiettivo l’Assessorato alla Cultura.
Da una parte chi vede in lui l’esperienza e le capacità per rilanciare un settore quanto mai importante nella quotidianità cittadina. Dall’altra chi, come il sempre pronto alla critica in base al colore politico Andrea Scanzi, lo vede come “fumoso, inutile e contenutisticamente caricaturale”.
Pippo Franco, pseudonimo di Franco Pippo, ha sollevato numerose critiche per le sue affermazioni riguardo i vaccini. Li ha definiti sperimentali predicando la libertà di scelta di ognuno. Sempre riguardo l’argomento, nell’ospitata a L’aria che tira su La7 ha sottolineato come questa sua posizione sia giustificata dal non avere basi mediche sufficienti. “Mi sono vaccinato, ma non sono un tecnico, non posso occuparmi di un farmaco di cui non conosco la composizione: non posso invitare qualcuno a farlo”.
Eppure per alcuni basta per etichettarlo come No-Vax, complottista e quant’altro.
Lungi da voler fare un’apologia dell’attore romano né di azionare una macchina del fango, è sicuramente più interessante approfondire le idee del candidato su Roma e soprattutto sul futuro dell’Urbe.
In una lunga intervista rilasciata a Roberta Marchetti per RomaToday ha spiegato la sua discesa in campo.
“Conosco Enrico Michetti da tempo, mi ha chiesto se volevo presentarmi per spalleggiarlo come sindaco e mi sono offerto di essere utile per l’Assessorato alla Cultura. Ho attraversato diversi mondi e mi appartiene questa realtà. Nel momento in cui Michetti mi ha offerto questa possibilità ho accettato. Ripeto, limitatamente per la cultura, perchè ritengo che Roma sia abbastanza abbandonata sotto questo profilo”.
Pippo Franco, dall’alto dei suoi 81 anni, conosce molto bene Roma. La sua storia, le sue vicissitudini. “Se dovessi vincere ho una infinità di idee che se si possono realizzare, ribadisco relativamente alla cultura e all’arte. Tutti conoscono Roma come caput mundi, perché la storia dice questo, e penso che si possa fare tutto quello che non è stato fatto finora”.
E ancora “Era una Roma particolarmente poetica. Quella che cercava di descrivere Califano. Era la Roma della Dolce Vita di Fellini, dei bar che stavano ovunque. Una Roma piena di gallerie d’arte, di fermento”. La Roma che uno dei volti più noti del Bagaglino ricorda con passione. Quella città piena di poesia che oggi quasi si è persa.
Insomma quella che viene definita “la Roma de ‘na vorta”. Di cui Pippo Franco, che piaccia o meno, è ancora oggi testimone. La sua candidatura ha sbalordito in molti. Ma la sua non è la prima esperienza elettorale. Nel 2006 alle politiche fu capolista Lazio per il Senato nella lista della Democrazia Cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi, mentre nel 2013 partecipò alle primare per la candidatura a sindaco di Roma.
La sua figura non sarà di certo molto politica (quella degli accordi, dei numeri, dei dibattiti) qualora dovesse vincere Michetti. Anche se tutto è politica. Tutto riguarda l’interesse della città e della comunità che la compone. Anche l’arte, la cultura e lo spettacolo. Quelle realtà di cui il rappresentante della commedia all’italiana vorrebbe farsi portavoce mettendosi a disposizione di personaggi come Vittorio Sgarbi.