In Europa è allarme contagi nei festival musicali. Dall’Olanda: siamo scioccati
Il Verknipt Festival di Utrecht rischia di essere teatro del più grande focolaio attivo in Olanda e, forse, in Europa. L’evento musicale, svoltosi nella due giorni del 3 e 4 luglio alla presenza di circa 20mila spettatori, era considerato un importante banco di prova per ridare impulso ai grandi eventi, specialmente a quelli culturali che da mesi chiedono di poter riaprire in sicurezza. Nonostante l’adozione delle misure di sicurezza previste per il caso specifico e l’ulteriore e rigido controllo sui protocolli anticontagio, qualcosa è andato storto. Come riportato dall’agenzia di stampa “Anp”, sono quasi 1000 i contagi fuoriusciti dal festival. Di questi, 448 positività sarebbero emerse il primo giorno e 516 il secondo.
“Siamo scioccati“, hanno scritto gli organizzatori del festival. Verso di loro è subito piovuta una pioggia d’accuse e lamentele. Il cluster, che vede aumentare i numeri giorno dopo giorno, si è ovviamente allargato alla collettività che non ha preso parte all’evento, essendo che coloro che invece hanno partecipato, hanno avuto rapporti e contatti anche con terzi, non per forza spettatori del Verknipt Festival. Per partecipare alla due giorni era obbligatorio presentarsi con il certificato di avvenuta vaccinazione o con un test – rapido o molecolare – negativo. Oltre a ciò, per evitare assembramenti, erano previsti ingressi contingentati a determinate fasce orarie.
Barcellona era andato in scena un concerto senza divieto di assembramenti e senza mascherina obbligatoria tra gli spettatori (circa 5mila). L’ “esperimento” si è concluso senza contagi tra il pubblico. O, almeno, questo è ciò che è stato comunicato dodici giorni dopo l’evento. Episodi analoghi si sono poi succeduti. Ma non si era diffusa la variante Delta, quella che ha messo in ginocchio l’India per settimane e che ora minaccia l’Europa.
Nel Regno Unito la curva epidemiologica sale giorno dopo giorno, in Austria è boom di contagi, in Olanda c’è stato un aumento del 500% in pochi giorni e in Italia le positività sono raddoppiate nel giro di una settimana. Un quadro che desta preoccupazione. La campagna di vaccinazione prosegue, pur se a rilento in alcune regioni, e l’incidenza sulle terapie intensive per ora non sembra allarmare. Anche le ospedalizzazioni sono sotto controllo e neanche lontanamente paragonabili a quelle dei periodi più difficili. Ma il problema c’è e non va sottovalutato. Lo scenario nazionale viene monitorato costantemente e sono quattro le regioni a rischio zona gialla: Abruzzo, Marche, Sicilia, Campania. Per quanto riguarda gli eventi dal vivo, invece, si va avanti fino a nuove disposizioni.
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