Un Re Lear magistrale incanta il teatro Eliseo di Roma. Glauco Mauri è superbo
Mani spellate, mezzo teatro Eliseo in piedi, qualche viso commosso. Il Maestro Glauco Mauri, protagonista di un “Re Lear” da urlo, ha fatto incetta di entusiasmo e consensi. Che dire, ho letteralmente esaurito le parole per parlare di questo attore ma adesso, dopo aver visto questa piéce sensazionale, ne ho meno che mai. Dico solo che portare in scena un ruolo simile è già di per sé un traguardo, ché provarsi in questo prodigio nato dal genio impastatore del Bardo è un’ attribuzione di grande fede e di immensa responsabilità .
Ma lui, lui… La follia del povero Re, quella follia che nel corso dei secoli è stata celebrata da scrittori e “strappini”, intellettuali e facchini, in mano a lui si fa viva di una dolcezza sanguinante, un’epifania di platino e magia d’ogni singolo gesto che non si può fare a meno di applaudire anche durante lo spettacolo, quando attacca con certi indimenticabili, tramortenti monologhi.
Non ci si dovrebbe mai privare di un piacere di questo tipo, ma non per ricevere attestazioni “culturali”, ovviamente no, ma per vedere apparecchiata davanti a noi una irripetibile sublimazione dello strazio che noi poveri cristiani tutti, re come miserrimi, ci portiamo dentro. Così poi, anche solo guardando, può capitare di uscire fuori da un semplice teatro e sentirsi migliori. Anzi, forse forse, esserlo.
O Glauco adorato, mio fucking eroe! lauco Mauri Premier, no questi che vanno in giro in questi giorni di tregenda, che farebbero sembrare Macbeth una commedia di Mariano Laurenti! Amore Assoluto.
Foto: Filippo Manzini