“Amor che nelle mente mi ragiona”: i versi di Dante riecheggiano nel teatro Fenaroli
Quest’anno ricorreranno i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Tra le numerose celebrazioni che tutto il mondo ha riservato e riserverà al Sommo Poeta troviamo anche quella andata in scena all’interno del teatro Fenaroli di Lanciano, in Abruzzo. Vuoto, silenzioso, privato del pubblico delle grandi occasioni e quindi della possibilità di condividere emozioni e suggestioni recitati su un palco vuoto, sì, di una scenografia, ma quanto mai arricchito dell’evocazione dei versi eterni di Dante.
La voce della soprano Bianca D’Amore, accompagnata da Sabrina Cardone al pianoforte, anche docente di lettere e latino al liceo classico di Sulmona, hanno fatto da sfondo alla voce recitante di Donato Angelosante. L’evento è stato organizzato da Picsat Abruzzo e gli spezzoni di cui sotto sono presi in prestito dal festival “ReLive”. In occasione del Dantedì, vi mostriamo due estratti dallo spettacolo “Amor che nella mente mi ragiona”.
I famosi versi di Francesca da Rimini del canto V dell’Inferno esprimono l’indissolubile passione d’amore, in cui si mescolano dolcezza reciprocità travolgimento e dolore. Una passione, descritta magistralmente da Dante Alighieri, che può elevare e allo stesso tempo distruggere fino alle estreme conseguenze, che sfida perfino la morte. Ma è anche sentimento universale e sostanziale nella vita umana. Stretti in un forte abbraccio vanno Paolo e Francesca, Amore e Morte, dipinti con profonda sensibilità dal sommo poeta. Lo stesso abbraccio ricreato nell’intreccio tra versi e canto, avvolti dalle note struggenti del pianoforte.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte .