Dalle macchine da scrivere agli smartphone, il sistema Qwerty nella rivoluzione della scrittura
Possono sei lettere cambiare il corso della storia? La risposta è sì, se composte danno il nome Qwerty. Nel marzo del 1873, Christopher Latham Sholes, di professione inventore, firmò un contratto con l’azienda Remington con la quale s’impegnò a produrre e distribuire circa 1000 macchine da scrivere. Pochi mesi più tardi, precisamente a settembre, la commercializzazione delle stesse si avvalse di un elemento chiave che cambiò l’approccio alla scrittura e, quindi, alla comunicazione. Quel dettaglio, chiave per il corso della storia, nato dentro al suo laboratorio di Milwaukee, era il sistema Qwerty.
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Sholes, pratico e al tempo stesso visionario, ebbe a malapena il tempo di rendersi conto della straordinaria innovazione. Morì pochi anni più tardi, giusto il tempo per vedere gli effetti rivoluzionari della sua idea sorgere sull’alba di un nuovo modo d’intendere la scrittura. Il primo modello a essere immesso sul mercato fu la Remington No.1, la cui caratteristica principale era quella di poter scrivere esclusivamente in maiuscolo. La scrittura era cieca, i caratteri impressi sulla carta erano nascosti dalla macchina stessa durante la loro digitazione
Ma perché le lettere presenti sulla tastiera sono distribuite come se fossero uscite dallo shaker di un barman? Una logica, ovviamente, c’è. La prima produzione vedeva le stesse posizionate in ordine alfabetico ma, nonostante la ratio ab origine del loro posizionamento, ciò presentava dei limiti. Nello scrivere le parole più comuni, infatti, i martelletti che si azionavano pigiando le lettere subivano dei rallentamenti nella scrittura, risultando quindi poco fluidi nel loro utilizzo. Era, di fatto, un impedimento che doveva essere risolto.
Da qui, l’utilità del sistema Qwerty. Venne studiato per evitare che i martelletti delle macchine si incastrassero e si sovrapponessero, portando chi scriveva a doverli sbloccare manualmente. In questo schema le coppie di lettere maggiormente utilizzate furono volutamente separate. L’idea, datata quasi 150 anni, ha resistito all’inesorabile decorso del tempo. Prendete il vostro smartphone e rendetevene conto voi stessi. Ma c’è di più, e proviamo a parlarne in questo video.
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