“Swimmer”: al carcere minorile Beccaria di Milano, il valore educativo della musica
Sin dall’alba dei tempi la musica è un fenomeno a tratti inspiegabile che accompagna la vita degli esseri umani. Che sia a casa, in macchina, ai concerti: la musica è ovunque e allo stesso tempo in nessun luogo. Proprio per questo l’uomo ha imparato a farla “sua” ascoltandola o suonandola a seconda dei suoi bisogni.
Sì, perché la musica è anche un bisogno, quasi un istinto, che spesso ha anche il potere di essere terapeutico. Un esempio più che esplicativo in tal senso è l’iniziativa che prenderà il via a marzo del 2021 presso il carcere minorile Beccaria di Milano.
Grazie alla collaborazione di CPM Music Institute e Suoni Sonori, e con il sostegno di Fondazione Cariplo e del Ministero di Giustizia, è nato infatti “SWIMMER – nuotare nel mondo delle emozioni”, un progetto che mira ad educare, consolare e custodire il valore emotivo della persona proprio attraverso la musica intesa come linguaggio non verbale.
Un linguaggio in grado di far percepire ai ragazzi quanto sia importante governare il valore di una delle forze fondamentali per la loro stessa esistenza: la forza emotiva. Una forza che la musica strumentale, in quanto linguaggio fatto di pure intenzioni emotive, è in grado di dare come spiega l’ideatore del progetto Franco Mussida:
“Swimmer è frutto di un lavoro di una decina di anni durante i quali si è osservato il rapporto tra la sensibilità degli ascoltatori e ciò che di emotivo veniva trasmesso dalla comunicazione non verbale, ovvero i contenuti e le intenzioni emotive della musica strumentale di ogni genere e stile. I primi laboratori a sperimentare i poteri emotivi dell’intervallo musicale risalgono al 1988, anno in cui per la prima volta in Italia nel Carcere di San Vittore si videro formazioni corali e chitarre nelle celle.
Swimmer è un’evoluzione delle Audioteche del progetto CO2, attivo da oltre 7 anni. A prescindere da me, e dal CPM Music Institute, uno dei massimi facilitatori dei progetti è stato Luigi Pagano, che ringrazio di cuore. Come ringrazio il Ministero della Giustizia, il Provveditore della Lombardia, il Direttore i Direttori del Beccaria e delle carceri con le quali lavoriamo. Il carcere è un luogo in cui ragione ed emotività convivono in modalità incoerente, unitamente ai dolori e alle speranze che lì si vivono e coltivano. Ma è anche un luogo in cui si cercano e si trovano le più improbabili armonie.
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Mi piace immaginarlo come un laboratorio di Formula 1, dove tutto ciò che è emotivo si esaspera ed ha bisogno di essere compreso, gestito, governato. La speranza mia, e di chi a questi progetti sperimentali lavora, è che il prodotto educativo che esce da questi luoghi possa essere fruito dal pubblico tutto. A questa opera di presa in carico, e divulgazione delle esperienze maturate, penso debbano contribuire anche le migliori forze della vita civile e pubblica”.
Ma come funzionerà in maniera operativa l’iniziativa? Innanzitutto dal punto di vista logistico il progetto prevede l’organizzazione dei ragazzi in gruppi di lavoro e la creazione di laboratori di ascolto in appositi spazi dotati di computer, router e impianti audio.
Gli incontri di formazione, suddivisi in tappe, saranno tenuti da diversi educatori e dallo stesso Maestro Franco Mussida con l’assistenza degli operatori della Polizia Penitenziaria.
La prima tappa consisterà nella visione di quattro brevi filmati riconducibili a degli stili di nuoto (rana, farfalla, dorso, libero) che saranno associati ad alcuni batteristi alle prese con ritmi legati a generi, cadenze e velocità diverse. Nella seguente il software creato per il progetto chiederà al giovane di selezionare uno fra questi stili in base al proprio piacere momentaneo.
Nella terza tappa verrà richiesta una preferenza di colore e nella quarta invece verrà proposto l’ascolto di brevi brani di sola armonia. Nell’ultima tappa poi si potrà scegliere il genere preferito, per arrivare infine alla sesta e ultima tappa che condurrà all’apertura e alla consultazione dell’audioteca. Un percorso graduale e di crescita dunque, così come quello che si spera possano compiere i ragazzi all’interno della struttura.
In un mondo in cui l’immagine è tutto d’altronde Swimmer intende dare ai giovani proprio l’opportunità di scoprire e sperimentare il valore positivo del suono come codice per la comunicazione emotiva. Solo in questo modo infatti le parole e le azioni, che quei giovani spesso usano per manifestare disagio e rabbia, diventano un nutrimento intimo e positivo che contribuisce a tirare fuori il meglio di sé nel delicato processo di recupero.
Di Giuseppe Albi