Félicette, la gatta astronauta che tornò sana e salva dallo Spazio
Non sappiamo perchè si parli sempre molto poco della storia di Félicette, la gattina che andò nello spazio nel 1963 per la missione spaziale francese. Eppure la vicenda finì nel migliore dei modi, a differenza degli altri animali che furono ingaggiati per provare l’assenza di gravità.
E’ nota la vicenda di Laika che fu lanciata nello spazio dai Russi nella capsula Sputnik 2 il 3 novembre del 1957. A questo esperimento risposero gli americani che il 31 gennaio 1961 mandarono in orbita lo scimpanzè Ham.
Nel 1963, invece, a partecipare al programma spaziale francese fu una gattina di Parigi scelta tra 13 felini randagi alla quale fu dato il nome di Félicette. Prima di poter essere issata sul razzo Véronique AG1, la gattina fu sottoposta ad una serie di prove ed allenamenti, simili a quelli imposti agli astronauti umani.
Duro addestramento e centrifughe per questi gatti le cui funzioni neurologiche venivano monitorate tramite speciali elettrodi. Alla fine la scelta ricadde su Fèlicette, alcuni dicono perchè era l’animale che aveva dimostrato maggiore pacatezza e tranquillità, ma probabilmente perchè tutti gli altri gatti si erano ingrassati troppo.
Il 18 ottobre del 1963 avvenne il lancio dall’Algeria. La gattina fu spedita a 157 km di quota e sperimentò l’assenza di gravità per 5 minuti. L’esperimento riuscì alla perfezione, Fèlicette fu scaraventata fuori dalla navicella e dopo un quarto d’ora tornò viva sulla Terra grazie all’ausilio di un paracadute. Nonostante la riuscita della missione e qualche giorno di gloria per la nostra gattina, alla fine Fèlicette fu presto dimenticata.
Nel 2017 Matthew Serge Guy (Kickstarter) lanciò una raccolta fondi per rendere onore a Félicette: 1141 donatori hanno offerto complessivamente 49 mila euro. Inaugurata il 18 dicembre 2019, la statuta è stata realizzata da Gill Parker, è alta un metro e 75 e ritrae la gatta seduta su un globo terrestre con lo sguardo curioso rivolto verso lo spazio. Attualmente è esposta all’interno dell’Università Spaziale internazionale di Strasburgo.